giovedì 27 marzo 2014

Scuola, “vietato obbligare famiglie a pagare”. Ministero ordina, ma le scuole…

Stefania Giannini (Foto Lapresse)Le scuole non possono pretendere soldi dalle famiglie. I cosiddetti contributi volontari, che a molti istituti servono come il pane per far fronte a spese anche banali (le fotocopie, il funzionamento delle aule di informatica…), non sono un obbligo per le famiglie. Lo diceva un’ultima circolare delMinistero dell’Istruzione datata 7 marzo 2013, lo ricorda una nuova circolare di questi giorni del nuovo ministro Stefania Giannini. Il fatto che il Miur ribadisca il concetto significa che molte scuole in realtà continuano a pretendere quei soldi, un contributo che oscilla a seconda dei casi tra i 60 e i 300 euro ad alunno.
Molti presidi scrivono lettere alle famiglie con toni ultimativi, il Corriere della Sera ha raccolto qualche esempio in giro per l’Italia:

Prendiamo, per esempio, una circolare di un liceo di Cuneo. Punti esclamativi inclusi. Scrive il dirigente: «Si ricorda che i contributi, se pure non obbligatori, sono richiesti perché indispensabili per il funzionamento dell’istituto». Quindi il suggerimento: «Per gli alunni, le cui famiglie non intendono versare i contributi, vi sono due possibilità. Pagare ogni volta la quota relativa al servizio, all’acquisto di cui usufruiscono (esempio: pagare ogni fotocopia, ogni ingresso nell’aula informatica). Strada di fatto non percorribile!». Oppure «usufruire di tutti gli strumenti, di tutti i servizi, perché gli altri alunni hanno pagato». Più a est, un liceo scientifico di Milano chiede 150 euro quale «contributo spese di funzionamento». Per arrivare a Mestre, dove i 120 euro (per chi si iscrive al secondo anno) e i 130 euro (per la registrazione alle classi 3°, 4° e 5°) servono, tra le altre cose, anche alla «parziale copertura delle spese di fotocopiatura». «Al netto di chi ha l’esonero per merito, motivi economici o appartenenza a speciali categorie — chiariscono dal ministero — sono obbligatorie soltanto le tasse di iscrizione, di frequenza, di esame e di diploma».
A volte il “contributo volontario” non versato può pregiudicare l’iscrizione di un alunno a una determinata scuola. Il ministero ribadisce che è una prassi illegale, la circolare della Giannini chiarisce che in caso di irregolarità da parte dei presidi i genitori possono rivolgersi «agli Uffici scolastici regionali che sono responsabili della vigilanza sulle scuole».


Fonte: blitzquotidiano.it 

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