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sabato 2 aprile 2016

Finanziato con centinaia di milioni di dollari, l’Esercito Libero siriano è svanito nel nulla

Gli ultimi eventi in Siria sono coincisi con la scomparsa della milizia che rispondeva agli ordini dell’Opposizione “moderata”. Sponsorizzato e armato con centinaia di milioni di dollari dai governi occidentali e dalle monarchie arabe, l’Els non è mai stato protagonista. A combattere contro l’esercito governativo erano e sono solo le tante organizzazioni jihadiste –
– Nella rapida catena di eventi che riguardano la Siria, tra gli slogan, le ostentazioni e l’esibizionismo di varia natura, i media e gli intellettuali che parlano a nome dell’opposizione siriana non sono riusciti a spiegare all’opinione pubblica la conseguenza più significativa e importante della tregua entrata in vigore qualche settimana fa: ovvero, il totale ritiro dell’Els (Esercito libero siriano) dalla guerra contro il regime.
La tregua prevede che, d’ora in poi, le fazioni dell’Els potranno concentrarsi nella lotta contro l’ISIS e il Fronte al Nusra, ma perderanno il diritto di sparare anche un solo colpo contro l’esercito siriano o di avanzare verso le zone tuttora sotto il controllo statale.
È questo il vero significato della tregua, un cessate il fuoco incondizionato e a tempo indeterminato. L’Els,dunque, ha consapevolmente e deliberatamente acconsentito a rinunciare al confronto militare contro il regime in cambio di una sua rappresentanza nel futuro governo. Ma nessuno, tra le fila dell’opposizione, ha presentato i fatti con questa chiarezza all’opinione pubblica.

mercoledì 11 marzo 2015

Kosovo: offerti anche 30mila euro a chi si unisce ai jihadisti dell’Isis




Il segretario della comunità islamica in Kosovo, Resul Rexhepi, ha dichiarato che alcuni emissari-reclutatori del califfato offrono ai giovani disoccupati kosovari cifre tra i 20.000€ ed i 30.000€ per recarsi a combattere la jihad in Siria e Iraq.

Secondo Rexhepi la povertà e la precarietà sono fattori determinanti che contribuiscono alla radicalizzazione dei giovani. Il salario medio in Kosovo non supera i 200 euro mensili e la disoccupazione è superiore al 50%




domenica 1 marzo 2015

Isis, archeologo conferma: "statue distrutte erano copie in gesso"

Sono delle copie in gesso alcune delle antiche statue distrutte dai jihadisti dello Stato islamico nel nord dell’Iraq, come si vede nel video diffuso nelle ultime ore dall’Isis.

Lo ha detto Daniele Morandi Bonacossi, docente di archeologia e storia dell’arte del Vicino Oriente Antico all’Università di Udine e direttore della missione archeologica “Terra di Ninive” che lo stesso ateneo friulano gestisce nel nord dell’Iraq.
La distruzione da parte dei jihadisti di numerose statue antichissime nel museo di Mosul e sul sito di Ninive «era nell’aria», tanto che gli archeologi e gli addetti ai lavori temevano «da tempo» che la barbarie jihadista potesse abbattersi su questi due luoghi, fino a pochi giorni fa risparmiati dalla devastazione che ha invece raggiunto le biblioteche storiche della città.
Università di Udine in difesa dei monumenti assiri

mercoledì 25 febbraio 2015

Chi manovra la manipolazione delle coscienze? A proposito di “guerra all’Islam”


di Enrico Galoppini
Per distogliere noi italiani dall’unico vero problema che – in quanto comunità – dovrebbe interessarci, ovvero l’assenza di qualsivoglia sovranità, chi ci comanda se ne inventa di tutti i colori per spaventarci, raggirarci e ridurci all’immobilismo.
A ondate periodiche – e per un periodo di tempo più o meno limitato – esiste sempre un qualche nuovo “grave problema” che deve occupare i nostri pensieri. Problemi fasulli, inventati di sana pianta, o ingigantiti, o sfruttati dopo aver contribuito a crearli. O un insieme di tutto questo.
L’ultimo di questi terribili pericoli sbattuti in tutte le case da quella macchina infernale d’imbonimento collettivo che sono le televisioni ed i giornali che escono in edicola è l’ISIS. Che ha preso il posto, nella mente dei tele-sudditi, della terrificante “al-Qa’ida”.
Il “pericolo-ISIS” è stato studiato bene, come ho già spiegato in un altro articolo.
isis_colosseoDovevamo infatti arrivare alla fase del “pericolo interno”, delle “quinte colonne” che vivono tra noi; e a quella dell’invasione, che è esattamente l’argomento dei video che ritraggono il “jihadista” di turno di stanza in Libia mentre punta dritto al Vaticano o al Colosseo.
E nel frattempo veniamo ‘intrattenuti’ con la “crisi”, lo spread, “la casta”, l’inchiesta “Roma capitale”, i tifosi del Feyenoord, il “Jobs Act”, i “femminicidi”, “l’emergenza sicurezza”, la Mafia, le “coppie di fatto”, “il crescente antisemitismo”, Tsipras, Pompei, Schettino, il trans con la barba eccetera. Una valanga inarrestabile di armi di dissuasione di massa, come le ha definite qualcuno, il cui unico e convergente scopo è quello di gettare una spessa cortina fumogena tra noi e quelli che ci comandano per davvero.

giovedì 12 febbraio 2015

“Sono musulmano e mi etichettano come terrorista: ABBRACCIAMI!” Ecco la reazione della gente!

http://youtu.be/HNUHnzkojag

Dopo i recenti e sempre più frequenti episodi razziali contro persone di origine musulmana, uomo di religione islamica è andato in giro per le strade di Toronto bendato in risposta al clima di odio e sospetto che regna in tutto il Nord America ed Europa. L’uomo aveva con sè due cartelli: nel primo c’era scritto “Sono musulmano e vengo etichettato come un terrorista” , mentre nel secondo c’era la frase “Io mi fido di te. Tu tu fidi di me?Abbracciami!”
Come avranno reagito le persone? Guardalo nel video…
Tratto da: panecirco.com

mercoledì 4 febbraio 2015

Esperimento sociale: in giro per la Capitale con il burqa

«Io in giro per Roma con il burqa tra panico, ironie e pregiudizi»
imageIl velo «integralista» spaventa Roma. Lo abbiamo affittato via internet per vedere l’effetto che fa. I sistemi di prevenzione e lotta al terrorismo della Polizia di Stato si rivelano tempestivi ed efficaci. La ferita francese brucia ancora e le immagini in lingua araba che minacciano l’Urbe scorrono impresse negli occhi e nella mente di chi vive la città, soprattutto quella dei mezzi pubblici e delle fermate metro. Con una fotografa a debita distanza iniziamo il viaggio fra la tolleranza (o l’ostilità)degli italiani per un simbolo che oggi viene frettolosamente ricollegato all’islam più radicale e sanguinario. Si parte dal quartiere di Testaccio e si te termina in Questura con una perquisizione e una sanzione amministrativa. Abbiamo fatto un giroper capire cosa prova la gente , come si comporta, alla vista di un burqa afgano che copre la donna da capo a piedi volto incluso, dove, all’altezza degli occhi, è ricamata una retina. Una sorta di paraocchi che consente a chi lo indossa di respirare e vedere solo in avanti.
TESTACCIO
Ore 10:30. Il mercato coperto di Testaccio è frequentato da signore per lo più di mezza età che provvedono a far la spesa fra i diversi banchetti. Dal macellaio al fruttivendolo, clienti incluso, le reazioni sono diverse. C’è chi d’istinto si allontaa, chi indietreggia e commenta, chi si incuriosisce e si paralizza senza più distogliere lo sguardo. Al passaggio di una donna col burqa ben pochi restano indifferenti. La tensione a un certo punto è nitida e imbarazzante. Per fortuna che a riportare serenità è un ragazzo sulla trentina: «Anvedi aho! ma che stamo a carnevale?». E un altro di rimando: «Dije all’amici tua de piassela con Lotito non l’ostaggi americani». Una signora anziana che ci incrocia resta paralizzata e sottovoce bisbiglia un : «Ecco, guarda un po’ dove semo arrivati». Un uomo ci passa accanto borbottando, un altro invece cambia direzione, come se non volesse condividere con noi un pezzo di percorso. Un gruppo all’esterno del mercato concorda quando il capo branco mugugna: «Noi avemio rispetto de voi, ma voi de li cristiani mica tanto. Se state qua addovete rispettà le regole nostre». Un anziano interrompe lo sproloquio: «Ma state zitti, razzisti. Abbiate rispetto per questa donna. Cretini». Ovviamente, proprio per non provocare, in questa lunga passeggiata né io né il fotografo risponderà mai a provocazioni, insulti e battute.

domenica 25 gennaio 2015

Charlie Hebdo, ecco 15 segnali che dimostrano che è stato un false flag

15 SEGNALI INDICANO CHE L’ATTACCO A CHARLIE HEBDO E’STATA UN’OPERAZIONE FALSE FLAG

- DI BRANDON TURBERVILLE –
Probabilmente l’articolo più importante pubblicato fino da oggi sull’attentato a Charlie Hebdo.
Un’impressionante ricostruzione degli eventi, delle persone e della cronologia che hanno portato ai fatti di Parigi.
Dopo il massacro di Charlie Hebdo e a mano a mano che vengono alla luce maggiori informazioni sugli attacchi e sui legami tra i responsabili, i gruppi e le agenzie d’intelligence collegati alla NATO, si dimostra sempre più valida di ora in ora l’idea che la natura degli attacchi erano, in realtà dietro una false flag. (1)
Come è prevedibile, la destra xenofoba e pro-bellica sta usando l’attacco per dimostrare che tutti i musulmani sono terroristi e che l’unica soluzione è il loro totale annientamento e l’attuazione di adeguate misure di stato di polizia.
Dall’altro lato, c’è il patetico tentativo della sinistra di incolpare la vittima per istigazione e di concentrarsi sulla necessità di essere più politicamente corretti, di applicare un’auto-censura e di essere “minimal” linguisticamente parlando.
Tuttavia, la stragrande maggioranza del centro considera valida la versione dominante degli eventi prodotta dai grandi mezzi d’informazione e già scalpitano per la prossima forma di intrattenimento mediatico che i loro “creatori di cultura” presto gli propineranno senza pensarci due volte.
Tuttavia, come spesso succede, c’è molto di più dietro la storia che ci viene raccontata dai canali di informazione dominanti. Ci sono diversi dettagli discutibili sull’attacco a Charlie Hebdo e sul controllo aperto sui gruppi terroristici e jihadisti Islamici da parte degli apparati d’intelligence Francesi, Statunitensi e della NATO.
Mentre possono certamente accadere degli atti di violenza casuali – alcuni motivati dall’estremismo religioso ed altri no – è importante esaminare tutti i fatti che circondano questi eventi prima di giungere ad una conclusione sulla loro natura. Non possiamo semplicemente lasciarci andare a reazioni impulsive etichettando ogni atto di violenza come “sotto falsa bandiera”, tuttavia non possiamo ignorare la cronologia di tali atti e la prevalenza delle false bandiere negli ultimi tempi.

lunedì 19 gennaio 2015

Fermiamo i massacri di Boko Haram

Al Presidente e a tutti i membri del Consiglio di Sicurezza dell'ONU:

Siamo scioccati dalle ultime stragi compiute dal gruppo terroristico Boko Haram in Nigeria e vi chiediamo convocare subito una riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, prendere una posizione ufficiale e approvare una risoluzione che includa misure per proteggere i civili, identificare le forze militari responsabili di violazioni dei diritti umani e spinga il governo nigeriano ad approvare riforme che possano più efficacemente proteggere e servire i suoi cittadini. E' giunto finalmente il momento che il mondo dia priorità a mettere fine a questo conflitto brutale.
In Nigeria un gruppo terrorista ha appena usato una bambina di 10 anni come bomba umana, e massacrando subito dopo quasi 2000 persone.

Ma per i media questo sembra non esistere. Il presidente nigeriano non ha detto NIENTE, e il suo esercito alimenta il caos invece di proteggere i civili. 

domenica 11 gennaio 2015

Intercettazioni Nsa: "Roma nel mirino dei terroristi"

Le informazioni raccolte dall’agenzia americana sono inequivocabili: "Commandos costituiti da 4 unità sarebbero diretti in Europa, talvolta camuffati come rifugiati"
Di Raffaello Binelli - ilgiornale.it
Non si tratta di fare allarmismi né di sfruttare l'onda emotiva per catturare l'attenzione dei lettori. Il rischio attentati in Italia è serio. Quello di Parigi dovrebbe essere il primo di una serie di colpi in Europa e Roma sarebbe fra gli obiettivi del terrorismo.
Emerge dalle informazioni raccolte dall'agenzia aamericana Nsa, secondo quanto riferisce il giornale tedesco Bild am Sonntag.
"Nelle intercettazioni - si legge sul tabloid - è stato fatto anche il nome di Roma. Piani concreti tuttavia non sono noti". 

I terroristi e il blitz: tutti i dubbi irrisolti. Qualcuno ci spieghi

I terroristi e il blitz: tutti i dubbi irrisolti. Qualcuno ci spieghi

L’incubo è finito e siamo tutti sollevati. Tuttavia non riesco ad aggiungere la mia voce al coro di plauso ai servizi di sicurezza francese. Un blitz non può essere considerato un successo se si conclude con la morte di ben 4 ostaggi. In termini di sicurezza è emersa in queste ora una serie di errori e anomalie che per ora resta senza risposta. Parto dall’ultimo dubbio in ordine cronologico e, a mio giudizio, più grave:
Perché i fratelli Kouachi, due terroristi che hanno sterminato i redattori di Charlie Hebdo, sono stati uccisi?
Mi spiego: mentre l’assalto al negozio Kocher era impegnativo e rischioso a causa della presenza di ostaggi e pertanto rendeva quasi inevitabile l’uccisione di Amedy Coulibaly, il blitz contro i fratelli Kouachi è avvenuto in condizioni ben diverse, quasi ideali per catturali vivi. Ora lo sappiamo con certezza: erano asserragliati nella tipografia senza ostaggi. C’era un solo dipendente quando hanno fatto irruzione, il quale ha avuto la prontezza di riflessi di nascondersi in uno scatolone e i fratelli Kouachi non si sono mai accorti della sua presenza, che è stata provvidenziale per le forze di sicurezza. Via sms costui ha inviato alle forze dell’ordine importanti indicazioni sulle mosse dei due terroristi.

POLITOLOGO: L’ATTENTATO DI PARIGI ORGANIZZATO DAI SERVIZI AMERICANI

L’assassinio di 12 persone da parte dei terroristi nel centro dio Parigi soddisfa pienamente gli interessi degli USA, ritiene il politologo Aleksej Martynov. In un intervista a LifeNews ha dichiarato che non è un sostenitore delle teorie complottiste, ma è sicuro che dietro a quei miliziani che hanno commesso l’attentato sanguinario nella redazione della rivista Charlie Hebdo, vi siano i servizi segreti USA
– Voglio ricordare che negli ultimi anni e decenni, il cosiddetto terrorismo islamico sia nelle mani delle principali agenzie di intelligence del mondo e mi riferisco agli USA. Sono sicuro che negli eventi di Parigi, in un modo o nell’altro, accanto agli islamisti che hanno commesso questo attentato, vi sono i curatori americani – ha detto l’esperto. Secondo Aleksej Martynov la versione che indica i motivi dell’attacco come una vendetta nei confronti delle vignette sul profeta Maometto, sembra divertente.

venerdì 9 gennaio 2015

Charlie Hebdo: tutto quello che c’è da sapere sul video choc



Dopo gli articoli "scettici" sulla vicenda di Parigi:
per completezza di informazione proponiamo anche la seguente analisi di Andrea Lombardi per ilprimatonazionale.it 

Redazione informatitalia
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Charlie Hebdo: tutto quello che c’è da sapere sul video choc
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Di Andrea Lombardi

Parigi, 9 gen – L’attentato al Charlie Hebdo ha scatenato istantaneamente, come ovvio nel Web 2.0, la consueta ridda di polemiche, e, su Facebook particolarmente, l’usuale esplosione di commenti di utenti che si scoprono tutto d’un tratto criminologi provetti, geopolitici di vaglia e esperti di balistica terminale di fama internazionale, aizzati da verosimili o presunti punti oscuri nella tragica vicenda. In particolare, nell’“analisi” del video dell’uccisione del poliziotto francese d’origine algerinaAhmed Merabet, la combinazione fra anni di film di Tarantino con sangue a pioggia e perizie balistiche fatte su filmati con il cellulare da venti metri da chi fino a ieri pensava che il 5,45 e il 7,62 fossero le ultime versioni di Adobe Acrobat e Android rispettivamente si è dimostrata particolarmente letale, colpendo anche commentatori della stampa specializzata solitamente più cauti.
Il video viene appunto smontato in diversi elementi “controversi”, poi ferocemente dibattuti a colpi di post e like; essi sono:
  • la presunta non professionalità del team di terroristi
  • l’assenza di sangue versato dalle ferite del poliziotto, particolarmente quella fatale alla testa
  • la mancanza di rinculo dell’arma
  • le “armi da guerra”, segno dell’intervento di “servizi segreti deviati”

Nuovo attentato a Parigi questa volta contro la comunità ebraica.


A riportare la notizia, su Facebook, il giornalista Magdi Cristiano Allam:

Nuovo attentato terroristico islamico a Parigi questa volta contro la comunità ebraica. 
Amedy Coulibaly, il probabile terrorista islamico che ieri mattina a Montrouge, alle porte di Parigi aveva sparato e ucciso una poliziotta e ferito un secondo poliziotto, oggi è tornato all'offensiva assaltando un negozio di cibo kosher alla Porte de Vincennes di Parigi. Qui avrebbe subito ucciso due persone e sta tenendo in ostaggio almeno 5 persone, se non 15 persone secondo talune fonti.
Il terrorista islamico spavaldamente si è fatto riconoscere dalla polizia sul posto come l'assassino della poliziotta di ieri: "sapete chi sono! sapete chi sono!", ha gridato per due volte ai poliziotti. Ha pesantissimi precedenti penali, secondo quanto si apprende.
Intervenendo al Tgcom24 ho invitato le forze di sicurezza a prendere atto che l'investimento principale deve essere nello scardinamento degli ambienti dove si pratica il lavaggio di cervello, a partire da moschee, siti internet, scuole coraniche e centri di formazione. È sbagliato attendere fintantoché non si intercetta il terrorista un attimo prima che compia l'attentato. Lo faranno mai? Finora prevale la paura dell'islam, di scontrarsi con i paesi islamici che forniscono petrolio e mettono soldi per investimenti sul nostro territorio, ma anche paura del terrorismo islamico. Che cosa dovrà accadere di ancor più catastrofico affinché si riesca a vincere la paura?




Chi e perché ha pianificato proprio adesso la strage di Parigi

«Mi rifiuto di piangere la morte dei satiristi francesi finché la stessa condanna internazionale, le stesse facce dei potenti e le stesse “belle anime” che marciano oggi con candele accese, non compiranno gli stessi atti, verseranno le stesse lacrime e grideranno uguale per le migliaia di bambini palestinesi torturati o bruciati vivi dal fosforo del Terrorista America, di Israele, per gli adolescenti afghani rapiti dagli Usa, innocenti torturati per 8 anni a Guantanamo, e per i milioni di morti africani innocenti uccisi con la armi che noi occidentali gli vendiamo». Così Paolo Barnard, dopo la strage di 12 persone nella redazione parigina di “Charlie Hebdo”, giornale nel mirino da anni per le vignette satiriche anti-islamiche. Orrore e indignazione, ma anche sospetti: mai il “fondamentalismo” jihadista ha agito da solo. In Siria – dalla cui guerra provengono gli stragisti – è stato finanziato e armato dall’Occidente. Negli Usa sono ufficiali le ultime conclusioni sull’11 Settembre: l’Fbi sapeva tutto, degli attentatori. Ed è una creatura occidentale anche il sanguinario “califfato” dell’Isis in Iraq, pianificato dall’intelligence statunitense.
«Se i segni di nervosismo e di insubordinazione in Europa dovessero aumentare, non escludo la possibilità di clamorosi e sanguinosi attacchi terroristici sul nostro continente», scriveva “Piotr” il 14 dicembre scorso su “Megachip”. Attentati «fatti per François Hollandedimostrare che il “pericolo fondamentalista” è reale (e per dimostrare, a chi è in grado di udire, che il caos può essere usato ovunque, che non ci sono zone franche: tutto sommato, l’Italia non è stata bombardata terroristicamente per dieci anni di fila, negli anni Settanta?)». Allì’indomani della strage di Parigi, “Piotr” aggiunge: «I potenti, sghignazzando o piangendo lacrime di coccodrillo, si muovono sempre sopra le vittime innocenti, perché le vittime innocenti sono il complemento alla loro potenza. Hanno creato un mondo dove un giornale satirico è un bersaglio migliore di un “vulture fund”. E non per sbaglio». Lo stesso Aldo Giannuli, autore di saggi sulla strategia della tensione che utilizza il terrorismo come manovalanza, si domanda se non vi sia «qualche manina non islamica dietro gli attentatori». Vale la pena esplorare tutte le piste, sostiene Giannuli, dato che «a trarre giovamento da questa strage saranno in diversi: ad esempio il Fn che si appresta a fare vendemmia di voti, di conseguenza anche Putin che proprio sul Fn sta puntando per condizionare l’Europa sulla questione delle sanzioni».

Francia: si suicida poliziotto che indaga su 'Charlie Hebdo'

Francia:  si suicida poliziotto che indaga su 'Charlie Hebdo'

Un ufficiale di polizia francese coinvolto nelle indagini dell'attentato alla sede della rivista Charlie Hebdo a Parigi si è ucciso all’alba di ieri, secondo i media locali.

Il vice direttore dell'Ufficio federale di Limoges, di 44 anni, si è tolto la vita nel suo ufficio con la sua arma di servizio.
Secondo il quotidiano 'Le Populaire du Centre', stava lavorando nella missione della Polizia Giudiziaria sul caso 'Charlie Hebdo'.
 
Finora, non si è potuto stabilire un legame tra l’indagine sul massacro e la causa del suicidio.

giovedì 8 gennaio 2015

Charlie Hebdo, redazione mattatoio: fogli di carta intrisi di sangue FOTO

Charlie Hebdo, FOTO dentro la redazione: fogli e sangue a terra
I fogli sparsi a terra, risultato di una fuga improvvisa quanto inutile. Le chiazze di sangue, calpestato, che diventano orme rosse lungo il corridoio. Quelle lasciate dagli assassini che sono entrati e hanno sparato alla rinfusa. Il sito di Le Monde pubblica la prima, eloquente, immagine dell’interno della redazione del settimanale Charlie Hebdo.
Mercoledì mattina due franco-algerini (ma forse erano tre) sono entrati a volto coperto e hanno aperto il fuoco contro i redattori seduti intorno a un tavolo per la riunione di redazione. Dodici morti, compresi due agenti in strada. Pochi minuti di follia organizzata con cura annunciati da un grido, come si legge nel titolo di Le Monde: “Vous allez payer car vous avez insulté le Prophète”, ovvero: “Voi pagherete perché avete insultato il Profeta”, Maometto.


Fonte: Blitzquotidiano



Attentato terroristico a Charlie Hebdo: il video un falso clamoroso in 4 punti...

Il video dove si vedono i 2 terroristi ferire e poi finire il poliziotto e' un falso epocale 

1) il video viene registrato in posizione ottimale quasi cinematografica e con estrema calma... 

2) Quando il poliziotto e' a terra ferito si sentono delle voci (tutti gli organi di stampa hanno detto che parlavano un perfetto francese),dal video tutto sembra tranne che francese... 

3) Attorno al poliziotto, quando viene colpito alla testa da vicino, non si evince nessuna presenza di sangue. Uno sparo di Kalashnikov a distanza ravvicinata gli avrebbe spappolato il cervello... 

4) guardate cosa accade ad un anguria colpita da un mitra...le immagini parlano da sole... 

http://youtu.be/nzNOIH86lMg


Ecco chi sono i killer del Charlie Hebdo

DUE FRATELLI DI NAZIONALITA' FRANCESE MA DI ORIGINE ALGERINA PIU' UNO SBANDATO DI 18 ANNI SONO I TRE KILLER DELL'HEBDO'


Sarebbero stati identificati dalle forze dell'ordine i tre autori dell'attacco al settimanale Charlie Hebdo che questa mattina ha provocato 12 morti. E' quanto riporta il quotidiano 'L'Union - L'Ardennais', secondo cui le indagini sarebbero concentrate nella zona di Reims e di Pantin e uno degli attentatori sarebbe proprio di Reims, dove sarebbero attese le forze speciali della polizia francese. Uno degli assalitori, riporta ancora il quotidiano regionale, sarebbe in zona. In corso alcune perquisizioni nella città francese che si trova nel dipartimento della Marna, regione della Champagne-Ardenne.

Gli assalitori del settimanale francese Charlie Hebdo sarebbero i fratelli Said e Chérif, di 34 e 32 anni e di nazionalità francese, e il 18enne Hamyd M. Di cui non si conosce la nazionalità. Lo fa sapere il quotidiano Metronews, secondo cui i tre avrebbero precedenti per collaborazioni con reti jihadiste. Il più giovane l'anno scorso era iscritto a un istituto scolastico secondario a Reims, dato non confermato ufficialmente. Chérif K. fu condannato nel 2005 per aver preso parte a una cellula che inviava persone a combattere in Iraq.

Attentato a Parigi, Farage: 'scioccato da questa tragedia'

"Sono estremamente scioccato e addolorato per la tragedia in atto per le strade di Parigi". Poche, ma significative parole scritte nero su bianco da Nigel Farage sul suo profilo Twitter. Il leader dell'Ukip ha espresso la sua opinione in merito all'attentato terroristi nella sede del quotidiano satirico Charlie Hebdo, attentato nel quale hanno perso la vita 12 persone. 

Anche l'eurodeputato e portavoce dell'Ukip, Amjad Bashir, ha voluto esprimere la sua opinione in merito. Queste le sue parole: 

"Questo è un crimine orrendo che deve essere condannato senza riserve. Coloro che hanno ucciso queste persone totalmente innocenti sono criminali disgustosi, sono animali. 

Attentato terroristico in Francia a Charlie Hebdo: false flag? VIDEO

http://youtu.be/fnFHwWAJOM4

Secondo quanto riferito da subito dalle autorità e dai media, si è trattato di un attentato terroristico di matrice islamica, contro la redazione di una testata giornalistica satirica più volte minacciata.

In molti ritengono che possa trattarsi dell'ennesimo false flag: noi preferiamo evitiare di esprimere giudizi prematuri, ma in attesa di conoscere tutti i dettagli, il fatto che gli attentatori, coperti integralmente da una tuta nera, si siano mossi dimostrando estrema preparazione logistica e un addestramento di livello militare, suscita dubbi. Oltretutto (come spesso avviene nei false flag) c'è anche una registrazione, effettuata tranquillamente, nonostante i killer sparassero a vista.

Dagli estremisti islamici ci saremmo più probabilmente aspettati un'operazione di martirio. I capi dell'ISIS hanno più volte invitato a effettuare attacchi kamikaze, che psicologicamente sono i più spaventosi: persone che pur di togliere la vita sono disposte a sacrificare la propria, difficile pensare di fermarli.

Siamo dinnanzi ad una campagna di strategia della tensione?
Vogliono innalzare il livello di allerta terrorismo e spaventare per giustificare nuove azioni?


Valutiamo con attenzione quanto emergerà nelle prossime ore e nei prossimi giorni...


Staff nocensura.com

http://www.nocensura.com/2015/01/attentato-terroristico-in-francia.html


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