mercoledì 15 ottobre 2014

Ebola, super virus nato nei laboratori americani

INCHIESTA CHOC DI LETTERA43.IT

ESCLUSIVO. Gli scienziati Usa l'hanno potenziato. E reso trasmissibile per via aerea. Per studiarne effetti e cura. Ma forse qualcosa è andato storto.
Di Marco Mostallino - lettera43.it

Sarà solo un tragico caso, ma l’esplosione dell'epidemia di Ebola coincide con una serie di ricerche militari in atto negli Stati Uniti, in Canada e in Russia, dirette a potenziare il virus per studiare il modo migliore per combatterlo.
I dettagli tecnici sono top secret. Ma, nei laboratori, Ebola è stato quasi certamente reso trasmissibile per via aerea e più resistente alle cure, in modo da mettere a punto i farmaci più idonei a contrastarne gli effetti. E il terribile sospetto è che la sua recente devastante diffusione sia in qualche modo dovuta a una falla nei sistemi di sicurezza di questi laboratori ad alto rischio.
UN TERRIBILE SOSPETTO. Il virus, negli ultimi mesi, ha infettato in Africa occidentale circa 8 mila persone, provocando il decesso di oltre 3.800 pazienti, con un tasso di mortalità che supera il 46% dei malati.
Il sospetto che siamo alle prese con un super-Ebola creato dai ricercatori e molto più potente  dell'originale, è suffragato dal confronto con il totale di circa 2.500 persone uccise dal virus fino all'anno scorso dal 1976, anno della sua scoperta. 
TRE PRECEDENTI. Tra l’altro, l'ipotesi che la strage in corso possa essere cominciata a causa della malaugurata fuga del virus dai laboratori non viene esclusa dagli scienziati statunitensi, visto che questo tipo di incidente è già avvenuto in passato in almeno tre casi: nel 1976 in Inghilterra e nel 2004 negli Usa (con due ricercatori contagiati e poi guariti) e, sempre nel 2004, in Russia, quando uno scienziato perse la vita dopo essere stato infettato.

Un documento testimonia la ricerca troppo pericolosa

La prova che gli Stati Uniti hanno da tempo in corso studi, coordinati dal Dipartimento della Difesa, diretti a esplorare tutte le possibilità evolutive della malattia, e in qualche modo ad anticiparle attraverso la coltura di un super-virus, si trova in un documento del Us Department of health (il ministero della Salute americano), redatto e diffuso dalla divisione di Public health emergency, l'ufficio incaricato di affrontare le emergenze sanitarie.
IL PROTOCOLLO DI SICUREZZA. Il documento si intitola «United States government policy for institutional oversight of life sciences dual use research of concern». Si tratta di un protocollo di sicurezza dall'applicazione obbligatoria per tutte quelle istituzioni sanitarie (pubbliche e private) impegnate nella cosiddetta dual research, ovvero la ricerca definita «a doppio taglio» perché, spiega il Dipartimento della Salute Usa, può generare risultati «benefici o estremamente dannosi», secondo l'utilizzo che se ne fa e la maniera di maneggiare le fonti di un possibile contagio.
LA PAURA DEL BIO TERRORISMO. La ragione di queste prassi da apprendisti stregoni, e di tutte le misure di sicurezza che le accompagnano, risiede nel timore degli Stati Uniti, nato dopo l'11 settembre 2001, di subire attacchi batteriologici a opera di gruppi terroristici appoggiati da scienziati senza scrupoli.

Dunque, per anticipare eventuali epidemie, gli Usa (ma non solo) hanno l'abitudine da anni di potenziare le capacità di contagio e la resistenza dei virus più pericolosi, in modo da essere pronti a fronteggiare anche le peggiori emergenze.

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  • Dallas: un operatore sanitario davanti alla casa di un sospetto malato di Ebola. © Getty

Così si rinforzano l'Ebola, l'aviaria, la peste e l'antrace

Al capitolo 6.2.1 del documento del Dipartimento della Salute statunitense si trova l'elenco degli «agenti e delle tossine» sulle quali la ricerca in corso è considerata «a doppio taglio» a causa dei rischi enormi che essa comporta.
Tra le malattie indicate, al punto F si trova l'Ebola, affiancato da altri virus estremamente pericolosi quali l'antrace, il botulino, la peste, l'influenza aviaria e l'afta epizootica, un morbo che colpisce gli animali e che, negli anni passati, ha devastato migliaia di allevamenti in Europa, provocando ingenti danni all'economia di numerosi Paesi, con in testa la Gran Bretagna.
SETTE ESPERIMENTI MORTALI. Il documento del governo statunitense (capitolo 6.2.2) indica tutti i tipi di ricerche alle quali i protocolli di massima sicurezza devono essere applicati. La lista degli esperimenti ad altissimo rischio svolti nei laboratori americani parla da sola e va letta con estrema attenzione. Citiamo testualmente.
«A) Accrescimento degli effetti dannosi dell'agente (patogeno, ndr) o della tossina.
B) Distruzione dell'immunità o dell'efficacia dell'immunizzazione contro un agente o una tossina senza una giustificazione clinica e/o agricola (per le malattie del bestiame, ndr).
C) Conferimento all'agente o alla tossina di una resistenza alle efficaci profilassi cliniche e/o agricole o agli interventi terapeutici contro l'agente o la tossina stessi, o facilitazione della loro capacità di sfuggire alle attuali metodologie di individuazione (del contagio, ndr).
D) Potenziamento della stabilità, della trasmissibilità o dello spargimento dell'agente patogeno o della tossina.
E) Modificazione dell'ambiente che ospita l'agente o la tossina o delle sue forme.
F) Potenziamento della sensibilità di una popolazione all'agente o alla tossina (in sostanza, l'abbattimento delle difese umane naturali contro la malattia,ndr).
G) Generazione o ricostituzione di un agente patogeno o di una tossina ormai eradicata tra quelle della lista al punto precedente», ovvero l'elenco di malattie considerate ad altissimo rischio, tra le quali il governo Usa indica appunto anche l'Ebola.
È un elenco terribile, che non ha bisogno di commenti. Ma l'ultima prassi contenuta nel punto G, cioè la resurrezione in provetta di un morbo da tempo scomparso ma il cui virus è conservato nei laboratori, è considerata forse la più letale, perché il corpo umano ha ormai perduto le capacità di combattere un virus che non si presenta più da molti anni.

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