giovedì 30 ottobre 2014

Lorenzin, ipotesi shock per la Sanità: “Ticket al Pronto Soccorso”

beatrice-lorenzin sanita mini
Ci mancava solo “il ticket al Pronto Soccorso” per dare la mazzata finale alla (fu) sanità pubblica. L’ipotesi messa in campo dalla Lorenzin “non viene esclusa a priori”. Come dire: ci stiamo lavorando. Ecco tutti i dettagli.
Il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin – in un’intervista rilasciata al Messaggero - ha lanciato il sasso nello stagno e scatenato infinite polemiche sul futuro della sanità pubblica, già messa in serio pericolo dai tagli orizzontali degli ultimi anni.
Non posso dire che il ticket per l’assistenza in pronto soccorso non verrà mai applicato”, ha dichiarato la Lorenzin, “perché è un tema che il governo non ha ancora affrontato. Ne parleremo comunque entro dicembre, c’è una commissione tecnica che sta lavorando con il ministero dell’Economia e delle Finanze. Analizzeremo le proposte e le valuteremo insieme ai commissari salute delle regioni”.
STARE SERENI – Il “minaccioso” leitmotiv lanciato da Renzi nei confronti di Letta è stato adoperato anche dal Ministro della Salute, che riferendosi ai tagli ha annunciato di “stare sereni”.

Tutti ci rendiamo conto che non ci sono soldi, che dobbiamo risparmiare al massimo, mettere in efficienza ciò che abbiamo, che è moltissimo, e far funzionare quello che non funziona, che è sempre molto. E non possiamo permetterci di sprecare neanche un euro – perché ogni euro in salute è davvero un euro che salva una vita – per garantire un’efficienza sempre maggiore dei servizi in una situazione economica non facile. Spero che possa continuare la collaborazione che c’è stata in questo anno e mezzo tra governo, ministero della Salute e regioni”.
E infine la chiosa, che non lascia presagire niente di buono: “Nel Patto della salute abbiamo reso obbligatoria la centrale unica d’acquisto regionale e abbiamo creato una rete delle centrali uniche, per verificare il prezzo di riferimento. Attuando in sostanza quello che chiediamo di fare in Europa. Ora vogliamo che le regioni recepiscano queste direttive velocemente, rendendo trasparenti i dati. Da ciò abbiamo calcolato che deriverà un risparmio di 7 miliardi di euro”.



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