domenica 24 aprile 2016

Due o tre cose sulla Trilateral a Roma

“Una volta era più facile controllare un milione di persone che ucciderle. Oggi è infinitamente più facile uccidere un milione di persone che controllarle”
Zbigniew Brzezinski  in un discorso al Council on Foreign Relations
di luciano garofoli 
Lo sappiamo ormai tutti e poi lo dice, seppure molto raramente, anche la televisione: la Trilateral Commission è un’associazione privata formata da una serie di amiconi che svolgono attività di primissimo piano.[1]
Sono titolari di imprese,  manager, professori universitari di primissimo piano, uomini politici influenti, banchieri, giornalisti che ogni tanto sentono il bisogno di ritrovarsi per fare quattro chiacchiere sui vari temi dell’attualità mondiale e per scambiarsi esperienze e suggerimenti.

Una rimpatriata bonaria che periodicamente è giusto fare per rivedere dei vecchi amici e siccome nessuno di loro ha problemi economici, si vedono dove capita, ma sempre in posti ameni ed accoglienti  per unire l’utile al dilettevole, ma poi si trovano sempre dei gentili amici degli amici che pagano il conto delle spese.
Già che ci sono, sempre per un senso di innata cortesia, invitano a queste bisbocciate anche membri del governo dei paesi ospitanti tanto per non essere scortesi nei loro confronti, in fondo si parla anche di politica e quindi degli esperti del settore fa sempre bene sentirli.
L’idea di creare questa specie di esclusivo “club service ad altissimo livello” venne nel 1973 a David Rockefeller il quale come tutti sappiamo appartiene ad una famiglia di nullatenenti americani in quanto nemmeno un cent è intestato a lui, o a qualcuno della sua famiglia, ma è di proprietà di una Fondazione che porta il suo cognome.
Qualche tempo fa Randy Whitestone di Bloomberg News (una delle testate di informazione economica più quotate al mondo) così scriveva a proposito di questa Foundation (che per legge negli USA non paga tasse in quanto classificata come ente benefico):
“Zeppi di quadri di  Monet e Gauguin gli uffici della Rockefeller sono immutati rispetto a cinquanta anni fa. Chi entra nella suite numero 5600, nel grattacielo di settanta piani costruito da John Junior durante la “grande depressione”, è come se entrasse in un posto dove il tempo si è fermato. La fortuna di questa famiglia deriva da una serie du trust costituiti nel 1934 e che sono gestiti ancora in maniera indipendente dalle stanze di questa splendida suite da manager specializzati che niente hanno a che fare con la famiglia stessa. Indipendente è anche il fondo dei fratelli Rockefeller dotato di svariati milioni di dollari creato nel 1940 e destinato alla beneficienza. Di suo David possedeva solo il 5% delle quote del Rockefeller Center monumentale costruzione a centro di New York, ma che è stato ceduto per (la modica cifra, quasi un tozzo di pane) 1,85 miliardi di dollari già qualche anno fa.
La famiglia non mantiene alcun impegno diretto con le aziende di quella che fu la fonte delle sue fortune cioè la Standard Oil, né tanto meno con la Rockefeller Foundation che possiede le azioni di tutte le società del loro impero finanziario. Gli eredi rimangono in contatto tra loro: si ritrovano tutti in una riunione annuale a Pontico Hills a nord di New York.”
Che vi dicevo? David è un benefattore dell’umanità: pensate che tra le altre cose ha finanziato e finanzia con milioni di dollari annui,  il Planning Family per il controllo delle nascite a cui si deve anche lo sviluppo degli studi e la realizzazione della pillola anticoncezionale, la propaganda per la legalizzazione dell’aborto e dell’eutanasia.
Nel 1973 il caro David pensa, dunque, di riunire “amici” di tre continenti: Asia, America ed Europa e di fondare una Commissione che favorisse lo sviluppo delle relazioni tra questi tre continenti in previsione futura della creazione di un Governo Mondiale.
Scherzi a parte, la Commissione Trilaterale è uno dei “poteri forti” che governa e dirige il mondo. Forse è la sintesi dei vari “poteri forti”. Tutto quello che fa è rigorosamente coperto da segreto, da un velo di discrezione e da una forte privacy: le notizie fornite dalla informazione pubblica e dai media mondiali sono sempre state molto scarse e discontinue. Qualche anno fa David Rockefeller ebbe modo di ringraziare i numerosi e selezionatissimi giornalisti, sempre presenti alle riunione di questa organizzazione, per aver saputo tenere con costanza e perseveranza il segreto e rendendo possibile il raggiungimento degli obiettivi che si erano prefissati i grandi del mondo. La Trilateral, quindi, concerta un’azione comune delle élites delle tre grandi aree del mondo industrializzato in vista della definitiva nascita di un “nuovo ordine mondiale“.
Ed anche questa volta non è di certo mancata la discrezione intorno alla riunione di Roma.
Qualcuno ha letto qualcosa sui giornali italiani? Qualche TG ha almeno accennato a questo raduno? Ma via hanno o no diritto ad un minimo di privacy queste persone soprattutto con tutti i malintenzionati che oggi girano per il mondo!
L’Hotel Cavalieri Waldorf Astoria di Roma Monte Mario ha avuto l’onore di accogliere questa riunione di grandi del mondo che dopo ben 33 anni torna a riunirsi in Italia.
Tutto ciò ha un significato preciso? Sottende qualche tipo di valenza particolare? Non lo sappiamo e forse non lo spremo mai, con buona pace dell’onorevole Borghesio che ha chiesto di entrare in quanto cittadino e parlamentare europeo, prontamente bloccato da una efficientissima security e che ha protestato dicendo: “Questa è una setta segreta che decide a spese dei popoli!!”, ma che più di tanto non può fare.
Come si dice protesta di cittadino non arriva in cielo!
Il plenary meeting 2016  prende l’avvio in un salone seminterrato dalle luci soffuse.
Questo il programma:
Shaping the Future of Italy in Europe
Un progetto per il futuro dell’Italia in Europa
Where is the European Project Heading?
Dove si sta dirigendo il progetto europeo?
Allocuzione al Quirinale con il Presidente della Repubblica Mattarella
The Middle East in Turmoil
Il Medio Oriente in subbuglio
Where is Russia Heading?
Dove va la Russia?
The North Korean Nuclear & Missile Threats
Missili e minacce nucleari Nord Coreane
Where is China Heading?
Dove va la Cina?
The United States Presidential Elections
Le elezioni presidenziali americane
International Migration & Refugee Flows
Migrazioni internazionali e flussi dei profughi
Coping with Digital Disruption
Affrontare le turbative digitali
Conclusioni del presidente della Trilaterale.

In platea ci sono politici, accademici e uomini d’affari che arrivano dai i tre continenti che compongono la Trilateral.
Siedono attorno a piccoli tavoli circolari, cinque alla volta, i cognomi stampati in grandi caratteri neri su sfondo bianco. La sala è piena, ci sono almeno 200 persone. Tra questi Jean Claude Trichet, ex presidente della Bce e presidente del gruppo europeo della Trilateral, il suo predecessoreMario MontiHerman Van Rompuy (toh chi si rivede sembrava sparito ed invece …), l’ex ministro turco Ali Babacan, l’ex ministro degli Esteri della Corea del Sud Han Sung-Joo, il russo Alexei Kudrin, i numeri uno di Intesa e Unicredit Carlo Messina e Giuseppe Vita. Per l’Italia, anche la deputata renzianissima Lia Quartapelle e Lapo Pistelli, ora all’Eni. Sabato sono attesi il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che discuterà di Medio Oriente, ed Enrico Letta, nei panni di preside di Science Politiche a Parigi.
La cosa particolare è che questo meeting vede il debutto in “società” della star del governo Renzi l’immarcescibile ed inossidabile Ministra Maria Elena Boschi, accompagnata da due pesi massimi del renzismo come Andrea Guerra (ex ad di Luxottica e per un anno consigliere a palazzo Chigi) eYoram Gutgeld[2], deputato Pd e commissario di governo per la spending rewiew (a sua volta membro della Trilateral). Sembra tanto, questo padrinaggio, la cerimonia di ingresso in loggia, ma queste sono solo illazioni e fantasie malate di chi scrive!
A condurre e moderare l’incontro è stata chiamata niente meno che la presidente della Rai, Monica Maggioni, molto a suo agio nel ruolo.
Durante i tre giorni di intensi lavori, i delegati sono stati ricevuti anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
e, poteva mancare, Papa Francesco. Forse che papa Badoglio ripeterà alla ristretta e selezionatissima delegazione: “Chi sono io per giudicare tutti i “doni”, che farete e state preparando all’umanità? Spero proprio che ci manderete ancora tanti milioni di migranti veri doni e non oneri!”
Ma l’onore di iniziare la trattazione degli argomenti spetta al tema “Il futuro dell’Italia in Europa”in omaggio alla nazione ospitante.
Ed è proprio la Ministra Boschi che inizia a trattare l’argomento e chi meglio lo può fare? Si rivolge ai presenti in un inglese abbastanza semplice ma senza intoppi e fluente, tutta presa dal suo ruolo, serena. Molto elegante in pantaloni neri e giacca bianca presenta a lor signori quello che in due anni è stato fatto dal governo Renzi: Jobs Act, riforma della scuola, della Costituzione nuova legge elettorale, “Italy is back”, l’Italia è tornata, è il senso del suo intervento: le incertezze del passato sono alle spalle, si volta pagina, questo governo non intende ripetere gli errori dei predecessori.
Gutgeld poi presenta una serie di slide che confrontano i dati su Pil, debito e occupazione con quelli dei principali partner europei, correndo anche il rischio di urtare qualche suscettibilità tra i francesi, i tedeschi e gli spagnoli in sala, e annuncia l’obiettivo di un ulteriore taglio delle tasse a favore del ceto medio. Ad Andrea Guerra spetta invece l’arduo compito di raccontare l’Italia “come una grande start up”, accogliente verso gli investitori, pronta a farsi valere con “una nuova generazione di imprenditori” e la capacità di aprire nuovi settori.
Roberto Cingolani, direttore scientifico della Fondazione Istituto italiano di Tecnologia, mostra un video curato dal ministero dello Sviluppo, e già mostrato a Davos, “Italy the extraordinary commonplace”, per raccontare che il nostro Paese è tra i leader mondiali nei settori delle costruzioni, del biomedico, del food, della nautica e della cultura.
Applausi convinti per lui, superiori a quelli destinati alla ministra Boschi.
Poi tocca alle domande della platea, e Boschi non si sottrae. Parla del referendum sulle trivelle del 17 aprile: ”Credo che non avrà un esito positivo, in ogni caso l’impatto sulle nostre politiche energetiche sarà minimo, perché tocca solo un piccolo aspetto”. E parla dell’assai più rilevante referendum costituzionale di ottobre: “Questo passaggio avrà un impatto molto più rilevante, anche sui temi energetici, visto che la nostra riforma prevede che si ricentralizzino in capo al governo di Roma le politiche energetiche e dunque non dovremo più condividere le decisioni con venti regioni”.
Insomma signori cari ancora c’è tanto da saccheggiare in Italia: il supermarket è aperto i prezzi di assoluto realizzo, quindi non abbiate timore comperate tranquilli e la nostra economia, grazie al vostro “illuminato” apporto rifiorirà e vi farà guadagnare un sacco di miliardi! Gli italiani sono ormai ultrabolliti ed accettano tutto come fosse oro colato.
Pur tuttavia sembra che il governo Renzi sia sotto esame e che questo esame non sia del tutto superato e che la platea aspetta qualcosa di molto più appetibile e di maggior impatto. I video e le slide non bastano: ad esempio che si fa in Italia per l’instaurazione di un nuovo  ordine gerarchico selettivo veramente forte e senza alcuna concessione al populismo ed alla retorica democratica?
Ironia della sorte tocca al politico indiano Nand Kishore Singh porre domande precise  sugli eventuali rischi che la riforma costituzionale produca uno squilibrio dei pesi e contrappesi nella struttura istituzionale. Boschi rassicura, citando esempi di altri paesi europei dove la seconda camera non è elettiva, dall’Austria alla Germania: “Il sistema resterà in equilibrio, i contrappesi derivano dall’indipendenza della magistratura (sic!), dal ruolo della Corte Costituzionale e del Presidente della Repubblica che può non firmare una legge se ritiene che non rispetti la nostra Costituzione”. Siamo in una botte di ferro!
Ma senti tu da chi dobbiamo prendere lezioni, proprio da un indiano il cui governo tiene in ostaggio due militari italiani senza nemmeno formulare un atto di accusa preciso contro di essi e che non intende assolutamente venire  a capo della questione in nessun modo!
Maria Elena Boschi insiste sulla flessibilità che la Commissione Europea dovrebbe applicare sui conti, si permette di bacchettare l’Austria per le barriere anti migranti erette al Brennero e ribadisce che l’Europa deve dotarsi di un apolitica comune sull’immigrazione e che è necessario che la medesima abbia frontiere comuni (esilarante!). Il ministro assicura che il governo è impegnato nella ricerca di energie alternative, stiamo impiegando molte risorse, ma spiega pure che senza le energie fossili queste non potranno rendere l’Italia autonoma. Una bella rassicurazione per il vecchio David che in fondo di petrolio continua a prosperare!
Alle spalle della Ministra spiccano i nomi degli sponsor della riunione Enel, FCA, Unicredit, Intesa, Ubi Banca, Gruppo Sella.
Chissà forse Paolo Sella di Monteluce si rivolterà nella tomba a vedere il suo nome (di combattente già negli anni sessanta del secolo scorso, contro questi Giganti della Malavita a fianco del professor Giacinto Auriti a cui fece da Mentore) tra i graziosi finanziatori di questa riunione di padroni, predoni planetari!
Alla fine della sessione qualcuno si avvicina per salutare la Boschi, ma Mario Monti resta al suo tavolo a rivedere il suo intervento sulla prossima sessione intitolata “Dove sta andando il progetto europeo”.
Giunti a questo punto viene da chiedersi con preoccupazione quali saranno i “consigli”, o dovremmo meglio dire gli ordini di servizio, che questa assise di potentati mondiali imporranno all’Italia.
Innanzi tutto come mai sia stata negata al Presidente del Consiglio l’opportunità di fare uno dei suoi soliti show down e che sia toccato alla Boschi ed ai suoi due “padrini” di parlare della politica italiana? E cosa vuol dire l’atteggiamento pensoso e distaccato di Mario Monti?
Oppure Renzi ha evitato di partecipare in maniera diretta per non esporsi massicciamente al fuoco di fila delle domande taglienti dei partecipanti?
E Maria Elena Boschi sarà riuscita ad essere sufficientemente convincente, ma soprattutto pragmatica e pratica nel definire gli step che la Commissione si aspetta dal nostro governo?
Sicuramente la Trilateral “raccomanderà”, vedi imporrà, al Governo l’adozione di tutta una serie di provvedimenti urgentissimi che permettano la cessione dei beni pubblici ancora in suo possesso (ENI, Finmeccanica, ENEL Cassa Depositi e  Prestiti) e che permettano un possibile intervento da parte di questi potentati direttamente o attraverso banche di fiducia permettendo dei buoni “investimenti esteri in Italia”!
Davvero generosi e comprensivi!
Ma tutto ciò non basterà, sarà necessario adottare una serie di misure per ridimensionare molte prestazioni “sociali”: pensioni, sanità, tagli occupazionali consistenti a cominciare dalla pubblica amministrazione, ridimensionamenti di salari tutto per adeguarci agli standard internazionali. Ma sia chiaro che il Governo, da chiunque sia presieduto, dovrà firmare senza indugi il trattato TTIP che sarà il cavallo d Troia delle multinazionali amerikane  senza tutti quei vincoli che gli amerikani considerano superflui e ingombranti.
Renzi pur avendo evitato di affrontare a viso aperto quei manovratori occulti che ben conosce, sa benissimo che i desiderata della Commissione Trilaterale non sono eludibili e che sono vincolanti e senza appello, ben più di quanto non siano quelli della già oppressiva Commissione Europea. Siccome gli stessi ambienti sono capaci di esaltare, ma anche di abbattere in qualsiasi momento chiunque ricopra una carica pubblica e che eluda i loro disegni ed i loro desiderata dovrà per forza adeguarsi a questi diktat. Se il memorandum non verrà eseguito alla lettera da parte del Governo italiano forse sarà sufficiente una telefonata per far saltare tutto. Non è forse già successo non molto tempo fa?
Per fare certi “lavoretti sporchi” basta attivare, a comando chi sta al vertice dell’Herrenvolk (popolo di signori o razza dominante) la Cancelliera che aspira a poltrone più elevate e prestigiose.
Quanto alla “fatina” Maria Elena potrà dormire sonni tranquilli sempre che non venga utile mandarla allo sbaraglio e farla diventare la prima Primo Ministro donna d’Italia. Chissà!
Un’ultima riflessione: amara e disincantata.
Ma quale ruolo gioca in tutto questo tragico scenario Papa Badoglio? Da che parte sta? E’ facile parlare di migranti che sono un dono, è altrettanto facile fare ironie sui muri o molto plateale gettare corone di fiori in mare e tornarsene a casa con alcune famiglie di migranti mussulmani: ma forse anche a lui saranno arrivati gli ordini indiscutibili di quei quattro buontemponi che si ritrovano periodicamente per trascorrere dei piacevoli giorni in compagnia, magari a spese di quattro utili idioti che pagano le loro vacanze!!
Libera nos Domine!!
Santità qui può cercare di imbrogliare tutte le carte che vuole, ma ricordi, come diceva Manzoni: a Dio non la si fa!! E con lui non potrà sfuggire alle sue responsabilità che le piaccia o no!!
luciano garofoli

[1] Persino Cicchitto, personaggio che nella “catena di comando” non ricopre di certo un posto di primissimo piano, ha dichiarato entrando alla riunione a Roma che si sarebbe “parlato di cose interessanti”.
[2] Di famiglia polacca di origine ebraica, trasferitasi nel Mandato britannico della Palestina alla vigilia della Seconda guerra mondialeGutgeld è nato e cresciuto a Tel Aviv.Nel 1984 si laurea in matematica e filosofia (Bachelor of Science e Master of Arts) all’Università Ebraica di Gerusalemme. Svolge il servizio militare nell’Israel Defense Forces: dapprima selezionato nella Unit 8200, sceglie poi di entrare in un reparto normale. Nel 1989 ottiene un Master in business administration presso l’Università della California a Los Angeles e nello stesso anno arriva inItalia per uno stage estivo nella sede milanese di McKinsey & Company, insieme, fra gli altri, a Vittorio Colao. In quel contesto conosce la futura moglie e decide perciò di stabilirsi in Italia. Diventa quindi cittadino italiano e fa carriera in McKinsey diventandone senior partner e direttore, nonché responsabile della grande distribuzione a livello europeo e aprendo e dirigendo gli uffici di McKinsey in Israele. .Nel luglio 2012, tramite Roger Abravanel, conosce Matteo Renzi del quale diventa in breve tempo il principale consigliere economico. Nel 2013, in occasione delle elezioni politiche, viene eletto deputato in Abruzzo per il Partito Democratico. Nel febbraio 2014 Renzi diventa capo del governo e in settembre Gutgeld diventa consigliere del presidente e, da marzo 2015, commissario alla revisione della spesa.
di luciano garofoli 

Fonte: maurizioblondet.it



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