venerdì 29 aprile 2016

Le armi chimiche dell'ISIS minacciano l’Europa?

I terroristi del Daesh potrebbero colpire l’Europa con le armi chimiche. Stando alle fonti dell’intelligence marocchina, si tratterebbe di una minaccia sempre più concreta.


Il 29 aprile 1997 veniva fondata l'OPAC, l'organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, che per il suo grande contributo nella distruzione di tali armi, è stata insignita nel 2003 del Nobel per la pace.
"Distruggere le armi chimiche non vuol dire eliminare tutto ciò che può diventarlo", sottolinea l'esperta Maria Rita Gismondo e "il pericolo di utilizzo di sostanze biologiche o chimiche esiste comunque e dovunque".
Come dimostra un recente attacco ai Peshmerga curdi nel nord dell'Iraq, il Daesh è in possesso di armi chimiche e secondo diversi analisti non è da escludere il rischio di un attacco biologico anche in Europa. Dopo l'allarme lanciato dagli 007 marocchini, l'accoppiata Daesh e armi chimiche rappresenta un pericolo importante a livello mondiale. Sputnik Italia ha raggiunto per una riflessione in merito Maria Rita Gismondo, direttrice del laboratorio di Microbiologica clinica, Virologia e bio-emergenza dell'Ospedale Sacco di Milano.

— L'OPAC è stata fondata il 29 aprile del 1997. Oggi come oggi le armi chimiche sono una minaccia per il mondo?
— Nel mondo sarà sempre possibile usare armi chimiche ed armi biologiche. Non è possibile eliminare ogni sostanza chimica o ogni microbo. Tutto dipende dalle intenzioni. Distruggere le "armi" chimiche non vuol dire eliminare tutto ciò che può diventarlo. Le stesse sostanze che si utilizzano a fini pacifici, industriali, possono essere utilizzate come armi chimiche. La ricerca, quasi per intero, può essere usata per il benessere, ma anche per la distruzione.

— L'OPAC per il suo lavoro 3 anni fa ha ricevuto il Nobel per la pace. Quali sono i paesi che ancora non hanno aderito alla convenzione? Rappresentano una minaccia?

— Ci sono ancora molti paesi che non hanno aderito alla convenzione ed i motivi oggi non sono legati al fatto che vogliano usare armi chimiche o biologiche. Ci sono motivi politici ed economici. Comunque il pericolo non sta tanto in quanti abbiamo o no siglato la convenzione, quanto nel significato politico di tale scelta. Il pericolo di utilizzo di sostanze biologiche o chimiche esiste comunque e dovunque.

— Si parla sempre più spesso dell'utilizzo di armi chimiche da parte dei terroristi del Daesh in Siria e in Iraq. Esiste, a suo avviso, come sostengono diversi analisti, una minaccia chimico biologica da parte del Daesh in Europa?

— Sono assolutamente d'accordo. Il fatto che gli attentati, di qualsiasi natura, non avvengano, è solo dovuto al controllo ed ad una intensa attività di intelligence.
Armi chimiche del Daesh nella provincia di di Anbar
Armi chimiche del Daesh nella provincia di di Anbar - © SPUTNIK.
— In caso di attacco terroristico chimico, l'Europa, l'Italia in particolare, è attrezzata ad agire e combattere contro questo tipo di aggressione?
— Oggi esistono, anche in Italia, mezzi molto sofisticati per prevenire gli attentati, ma anche piani di intervento in caso di emergenza. In Italia esistono due laboratori, a Milano e a Roma che sono pronti ad intervenire nella diagnosi e terapia di vittime da attacchi terroristici. Esistono Vigili del Fuoco e Forze dell'Ordine pronte ad intervenire. Purtroppo non esiste il metodo per una probabilità zero.


Fonte: it.sputniknews.com




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