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martedì 14 giugno 2016

Il terrorista di Orlando collegato alla CIA?


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Omar Mateen era legato all’ex-guardia del corpo dell’agente della CIA shayq Umar Abdurahman
Kurt Nimmo, Infowars 12 giugno 2016 - Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
Omar Mateen era un seguace di Marcus Dwayne Robertson, ex-marine degli Stati Uniti e guardia del corpo dello “sceicco cieco” Umar Abdurahman.
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Fox News riferisce: “L’uomo che ha ucciso almeno 50 persone in una discoteca della Florida era un seguace di un controverso capo di rapinatori di banche (Marcus Dwayne Robertson) rilasciato dal carcere lo scorso anno nonostante gli avvertimenti dei procuratori che avrebbe reclutato persone per azioni violente, secondo le fonti di FoxNews.com. Abdurahman era un capo spirituale dei mujahidin appoggiati dalla CIA in Afghanistan. Negli anni ’80 “fu arruolato da funzionari dell’intelligence pakistana e statunitense che orchestravano la guerra in Afghanistan. Una sessantina di ufficiali delle Forze speciali e della CIA lo consideravano una ‘risorsa preziosa’, secondo uno di loro, trascurandone il messaggio anti-occidentale e l’incitamento alla guerra santa perché lo volevano aiutare ad unificare i gruppi dei mujahidin“, secondo The Atlantic Monthly. Dopo che il mentore di Usama bin Ladin, Abdullah Azam, fu assassinato nel 1989, la CIA collaborò strettamente con Abdurahman. L’agenzia lo portò negli Stati Uniti in numerose occasioni, nonostante fosse sulla lista di sospetti terroristi. Fu anche pagato dalla CIA per visitare Londra, dove radicalizzò i musulmani reclutandoli per la guerra contro i sovietici in Afghanistan (vedi Sean O’Neill, La fabbrica del suicidio, Abu Hamza e la moschea di Finsbury Park). A New York, secondo un “funzionario egiziano di grado molto elevato“, Abdurahman continuò a lavorare con la CIA. Abdurahman fu implicato nell’assassinio del rabbino sionista radicale Meir Kahane, ma la CIA bloccò l’indagine. “E’ un caso che lo sceicco ebbe il visto ed sia ancora nel Paese. È qui sotto le bandiere di Sicurezza nazionale, dipartimento di Stato, NSA e CIA“, disse un agente dell’FBI secondo The Village Voice. La CIA avrebbe poi bloccato le indagini sul coinvolgimento di Abdurahman nel complotto per bombardare il WTC e altre sedi nel 1993. Alla fine fu arrestato e accusato. Un documento della CIA concluse che l’agenzia era “parzialmente colpevole” per l’attentato del 1993 al World Trade Center, perché contribuì ad addestrare e supportare alcuni degli attentatori.
Marcus Dwayne Robertson, alias Abu Taubah, era un marine e membro di una banda di New York che lavorava con la CIA. “Anche se questa affermazione può sembrare fantastica, un memorandum sulla condanna emessa dai suoi avvocati, a fine aprile, afferma che il governo confermò una serie di affermazioni di Robertson sulle passate attività clandestine condotte per conto del governo“, scrive Murtaza Hussain per Intercept. Robertson, che fu anche informatore dell’FBI per 15 anni, venne arrestato, imprigionato e accusato di possesso di arma da fuoco di un criminale, e condannato nel 2011. Era l’imam del Seminario della Conoscenza Fondamentale Islamica di Orlando, al momento. Nei primi anni ’90 fu la guardia del corpo dello sceicco Umar Abdurahman. “Bill Warner, investigatore privato di Sarasota in Florida e attivista anti-islamista, che seguiva Marcus Robertson dal 2009, sostiene che oltre agli ultimi crimini Robertson ha ‘legami con al-Qaida risalenti almeno al 1993, a New York City, e in precedenza era legato ad Umar Abdurahman, il cosiddetto ‘sceicco cieco’ il cui gruppo estremista fu accusato del primo attentato al World Trade Center del 1993. Abdurahman, condannato per cospirazione sediziosa con altri nove, sconta l’ergastolo al Butner Federal Correctional Institution nel North Carolina“, riferiva Fox News a marzo. Fox News e gli altri media corporativi evitano l’ovvio. Abdul-Rahman, Robertson e si può ragionevolmente presumere Omar Mateen erano controllati della CIA e, probabilmente, dall’FBI. Questo, naturalmente, va contro la storia su Mateen lupo solitario ispirato dallo Stato Islamico, a sua volta variante di al-Qaida cresciuta sulla scia della guerra in Afghanistan contro i sovietici negli anni ’80 (i taliban anche derivano dai resti dei mujahidin).
Umar Abdurahman
Umar Abdurahman
Il padre di Omar Mateen aveva appena visito Congresso e dipartimento di Stato degli USA
Jack Phillips, Epoch Times,13 giugno 2016
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Il padre di Omar Mateen, il 29enne che ha compiuto la peggiore strage nella storia degli USA, è un attivista politico che concorre alle presidenziali dell’Afghanistan. Seddique Mateen, cittadino afghano, era stato a Washington DC di recente, cercando supporto presso dipartimento di Stato e Congresso, secondo The Independent Journal. Ha pubblicato le ultime immagini di se stesso su Facebook presso il dipartimento di Stato e gli uffici dei democratici del comitato dei servizi esteri. “Abbiamo il dovere di dire al mondo che il Pakistan uccide il popolo afghano“, ha scritto in un post, secondo The Journal. In un altro post ha parlato di incontri con il Comitato per le Relazioni Estere e della partecipazione a un’audizione sulla sicurezza in Afghanistan. Ha anche incontrato i deputati repubblicani Charlie Rangel, Dana Rohrabacher ed Ed Royce, secondo i suoi post su Facebook. Epoch Times ha contattato Seddique Mateen su Facebookper un commento. Il Washington Post ha riferito che cercava di concorrere alle presidenziali dell’Afghanistan. “Il video più recente sul canale youtube di Mateen lo mostra dichiarare la candidatura alla presidenza afghana. La tempistica del video è strana, avvenendo un anno dopo le elezioni presidenziali in Afghanistan“, riferisce il Post. Mateen ha anche inviato messaggi all’amministrazione Obama, tra cui una foto di lui con uno striscione che dice: “I taliban sono AFGHANI al 100%. Nessuno li controlla e vogliono distruggere la Linea Durand“. In un altro post ha scritto: “Oh Presidente Obama, il Pakistan è la capitale del terrorismo“, e un altro dice: “L’ISI del Pakistan uccide soldati statunitensi e afgani“. Parlando con la NBC News, Mateen ha detto che l’attacco di suo figlio “non ha nulla a che fare con la religione“. “Chiediamo scusa per l’incidente. Non sapevamo delle azioni che ha preso. Siamo scioccati, come tutto il Paese“, ha detto l’emittente.
I funzionari dicono che almeno 50 persone sono state uccise ed altre 53 ferite nella sparatoria nella discoteca, avvenuta il 12 giugno di prima mattina. Il sospettato di New York, Omar Mateen, veniva ucciso dalla polizia circa 3 ore dopo l’incidente. Ron Hopper, capo dell’FBI di Orlando, ha detto che il suo ufficio seguiva Omar nel 2013, quando fece dei “commenti infiammati” ai colleghi su possibili “legami terroristici”, secondo al-Jazeera. Nel 2014, i funzionari l’indagarono per “possibili legami” col kamikaze statunitense Moner Mohammad Abusalha. Il contatto di Omar con Abusalha era “minimo e non costituiva un rapporto sostanziale o una minaccia all’epoca“, ha detto Hopper all’emittente. Omar aveva legalmente acquistato le due armi che si ritiene abbia utilizzato nella sparatoria, pochi “giorni prima”, ha detto Trevor Velinor, portavoce del Bureau of Alcohol, Tabacco, and Firearms(ATF). Hopper rispose alle domande su come Omar abbia ottenuto le armi pur essendo indagato dall’FBI dicendo: “non c’era nulla per poter continuare le indagini“. Quando i giornalisti glielo chiesero ancora, rispose: “Ancora una volta, l’indagine è stata chiusa“.
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Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora


domenica 1 maggio 2016

Marò uccisi in agguato in Libia? Roma smentisce. Tutto previsto.

Convoglio militare italo-britannico cade in agguato in Libia
Lo ha affermato il sito ebraico DEBKA, notoriamente vicino al Mossad.
Rapida traduzione:
“Il convoglio di Marines italiani,  con le forze speciali britanniche e le truppe libiche era in viaggio dalla città nord-occidentale di Misurata verso la roccaforte ISIS di Sirte, che si trova 273 chilometri a sud-est, quando è caduto in un’imboscata e duramente colpito dalle forze ISIS.
Ci sono stati uccisi e feriti fra le  truppe italiane, mentre  mancano informazioni se ci sono state vittime inglesi. Alcuni rapporti dicono che membri delle forze occidentali sono stati fatti prigionieri da ISIS, ma devono ancora essere identificati.
E ‘possibile che eventuali ostaggi  siano in mano alle  “Forze Armate libiche”, una milizia comandata dal generale Khalifa Belqasim Haftar, un libico che ha la cittadinanza americana”.
 [vero che Haftar è americano.  La frase di DEBKA è ambigua, vuole incolparlo.  Può avere i suoi motivi. Nota di Blondet]
“Secondo le informazioni delle fonti di DEBKAfile,  veicoli imbottiti di esplosivo  si sono affiancati al convoglio che trasportava  le truppe italiane e britanniche e si sono fatti esplodere. Poi kamikaze hanno attaccato  il gruppo ed altri combattenti ISIS il convoglio,   tempestandolo di colpi di mortaio e di mitragliatrice pesante. Le forze occidentali sono riuscite a svincolarsi solo dopo l’intervento di aerei ed elicotteri italiani ed inglesi.

giovedì 31 marzo 2016

Ucraina e CIA hanno tentato di infiltrare una spia nell’Intelligence russa

Il servizio di Intelligence interno della Federazione Russa (FSB) ha reso noto l’arresto del tenente colonnello Yurij Ivanchenko del dipartimento di controspionaggio ucraino.


L'uomo era arrivato in Russia con il pretesto di una visita ai parenti, nonostante il fatto che i servizi segreti ucraini avessero proibito la partenza ai propri dipendenti.
Secondo le informazioni del dicastero russo, fino l'arrivo dell'ucraino in Russia, il FSB aveva già ottenuto l'informazione che CIA e Intelligence ucraina avevano istruito l'uomo per il reclutamento negli organi di sicurezza nazionale offrendo i suoi servizi di sua spontanea iniziativa.
"Il dipendente dei servizi segreti ucraini avrebbe dovuto destare l'interesse del FSB con le sue potenzialità di ottenere informazioni segrete e avrebbe dovuto convincere il FSB della necessità di mantenere il rapporto con lui all'oscuro di Kiev. L'Intelligence ucraina e quella USA avevano pianificato di impossessarsi delle informazioni del FSB raccolte da Ivanchenko", si legge nel comunicato.
Dato che lo straniero è stato smascherato prima che riuscisse a danneggiare la sicurezza della Russia, egli è stato espulso in Ucraina e gli è stato proibito l'ingresso nella Federazione Russa.


Fonte: sputniknews.com 




lunedì 2 marzo 2015

I 10 esperimenti sugli esseri umani più diabolici della storia

Di Matteo Rubboli - vanillamagazine.it 
La sperimentazione e la ricerca sugli esseri umani è una pratica che si svolge da tempo immemore, e ha visto una proliferazione importante a causa della condizione di prigionia e di schiavitù di una ì parte della popolazione mondiale durante i secoli passati. Alcuni degli esperimenti più diabolici di cui siamo a conoscenza sono stati svolti durante il secolo scorso, da una serie di persone che non hanno avuto alcun rispetto per la dignità dell’essere umano trattando milioni di persone come carne da macello. Questa lista ci fa comprendere appieno quanto ancora sia necessario lavorare sulla coscienza comune per riuscire a definire l’uomo un essere “civile”.

10. L’esperimento della prigione di Stanford

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L’esperimento della prigione di Stanford fu uno studio psicologico di risposta umana alle condizione di prigionia e dei suoi effetti sulle persone in cattività e sui carcerieri. L’esperimento si svolse nel 1971 e fu condotto da un team di ricercatori guidato dallo psicologo Philip Zimbardo della Stanford University. Alcuni studenti volontari svolsero i ruoli di guardie e prigionieri, in una finta prigione in un seminterrato vicino all’università. I prigionieri e i carcerieri si abituarono velocemente ai propri ruoli, e uno degli aspetti che era previsto era il crearsi di situazioni potenzialmente pericolose dal punto di vista psicologico per guardie e carcerati.
Dopo un brevissimo periodo, un terzo delle guardie fu ritenuta responsabile di “veri” comportamenti sadici, e molti prigionieri rimasero traumatizzati, e due di loro dovettero essere allontanati dopo pochissimo tempo dall’avvio dell’esperimento a causa di gravi ripercussioni immediatamente visibili. Infine, Zimbardo, allarmato per il comportamento sempre più crudele dei propri studenti, terminò l’esperimento poco tempo dopo che era cominciato.

9. The Monster Study

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The Monster Study fu un esperimento concernente la balbuzie su 22 bambini orfani di Davenport, in Iowa, condotto nel 1939 da Wendell Johnson della University of Iowa. Johnson scelse uno dei suoi studenti, Mary Tudor, per condurre l’esperimento, supervisionandone la ricerca. Dopo che aveva diviso i bambini in due gruppi di studio, la Tudor lodò la metà dei bambini per la fluidità dei loro discorsi, e sminuì i bambini dell’altro gruppo per le loro imperfezioni lessicali asserendo che fossero balbuzienti. I bambini che ricevettero terapie negative riguardo la logopedia soffrirono di problemi psicologici e di linguaggio per tutta la vita, mentre gli altri si svilupparono in modo normale.

mercoledì 25 febbraio 2015

L’ex uomo Cia: giornalisti, vi bevete proprio tutte le bufale

Giornalisti, ma perché ve le bevete proprio tutte, le bufale che vi propina il potere? La notizia è che a domandarlo non è un reporter d’inchiesta, ma un ex dirigente della Cia, Raymond McGovern, per anni a capo del “National Intelligence Estimates”, uno dei massimi organismi dell’agenzia di Langley. Marcello Foa lo ha incontrato in un recente dibattito pubblico a Firenze. Oggi, McGovern «è uno dei più arcigni difensori delle libertà civili e implacabile critico delle politiche della Casa Bianca, sia di George W. Bush sia di Barack Obama». Foa condivide al 100% la sua analisi: «Oggi la stampa non svolge il proprio ruolo di cane da guardia della democrazia, semmai è vero il contrario: troppo compiacente, troppo schierata, troppo pavida nei momenti in cui bisognerebbe essere coraggiosi. Si beve tutte le bufale degli spin doctor». Ovvio che l’opinione pubblica sia sempre più indifesa: non viene solo disinformata, viene anche puntualmente depistata non appena il Palazzo teme che qualche verità scomoda possa venire a galla.
Viviamo immersi in un mare di notizie false, di mezze notizie manipolate, di notizie taciute. Nel suo blog sul “Giornale”, Foa ricorda come la Troika abbia appena «piegato la Grecia anche grazie alle sottili pressioni di Sarkozy». L’ex presidenteRaymond McGovernfrancese, avendo avuto accesso alla lista dei clienti “Hsbc” trafugata a Ginevra da Hervé Falciani, sapeva che la madre dell’allora premier Papandreu, socialista, possedeva un conto non dichiarato da 500 milioni di euro. «Diciamola tutta: fu un complotto, di cui naturalmente nessuno era a conoscenza». L’ex ministro del Tesoro americano, Tim Geithner, ha ammesso che nel 2011 Berlusconi fu disarcionato in seguito a una cospirazione. In Ucraina, continua Foa, un anno fa la verità sulla cosiddetta rivolta di Piazza Maidan «è stata ampiamente aggiustata a fini mediatici, oltre che ovviamente politici, presentando quello che di fatto era un golpe sotto le sembianze molto più confortevoli della commovente e pacifica rivoluzione di piazza e tacendo sul pesante, decisivo coinvolgimento di forze paramilitari neonaziste».

lunedì 23 febbraio 2015

“Ci dicevano che lottavamo il terrorismo. Il vero terrorista ero io”. Veterano di guerra Usa in Iraq


“Ci dicevano che lottavamo il terrorismo. Il vero terrorista ero io. Il vero terrorismo era questa occupazione”. Un meraviglioso discorso di un veterano di guerra americano in Iraq, Mike Prysner, che dovete far sentire a tutti quelli che pensano di risolvere il fondamentalismo islamico con nuove bombe. Parliamo di utti quei giornalisti, o presunti tali, che parlano di nuove bombe; di tutti quegli alimentatori d’odio che cavalcano – come prima degli interventi in Iraq e Afghanistan – l’isalmofobia per ottenere il consenso dell’opinione pubblica sull’intervento e distoglierla dai problemi interni. La vera guerra in corso, è quella sociale.

Il video di  Mike Prysner:


Secondo l’annuale ricerca del Global Terrorism Index le vittime del terrorismo sono quintuplicate dagli attacchi dell’11 settembre 2001 ad oggi, nonostante la “guerra al terrore” lanciata dagli Usa e i 4.400 miliardi di dollari spesi nelle guerre in Iraq, Afghanistan e in operazioni antiterrorismo in giro per il mondo. Nel 2014, le forze delle operazioni speciali (SOF) statunitensi erano presenti in 133 paesi e le forze d’élite americane in 150. Praticamente una presenza nella quasi totalità del globo con i risultati che sono ormai evidenti. Dopo più di un decennio di guerre segrete, sorveglianza di massa, un numero imprecisato di incursioni notturne, detenzioni ed omicidi, per non parlare di miliardi su miliardi di dollari spesi, sono nati 36 nuovi gruppi terroristici, tra cui diverse succursali, propaggini e alleati di al-Qaida.
Dato che i militari – quelli che la situazione sul campo la conoscono e sanno bene dell’inutilità dell’operazione – hanno già espresso la loro opinione, si potrebbe creare una “legione” pronta a partire con tutti quei giornalisti e alimentatori d’odio che si sono pronuciati fino ad oggi senza conoscere nulla della situazione in Libia per l’intervento. Superano sicuramente i cinque mila che aveva indicato il ministro Pinotti…

Fonte: L’Antidiplomatico


Guerre e Terrorismo: L'incredibile Confessione di un Soldato Americano! VIDEO



domenica 8 febbraio 2015

LE GUIDE SPIRITUALI DELL'ISIS: SAS, MI6, BLACKWATER, CIA


Uno dei miti più sacri del Sacro Occidente riguarda il controllo che l'opinione pubblica eserciterebbe sui propri governanti. Come spesso capita, la realtà è l'esatto contrario; perciò tocca assistere a repentini cambi di alleanza e di nemico in base alle esigenze affaristiche del momento, e la gran parte dell'opinione pubblica si adatta al ruolo di banderuola. A far da collante nel caos delle contraddizioni della propaganda occidentale rimane, costante ed immutabile, il razzismo, la convinzione imperscrutabile, da trasmettere alle masse, di una missione da compiere per rieducare i barbari del pianeta. Un educazionismo a base di bombardamenti.Dal vertice dei ministri degli Esteri di lunedì scorso, annunciato dal commissario UE, Federica Mogherini, è uscito il proclama secondo cui l'Islam non sarebbe il nemico. L'ipocrisia di queste viscide dichiarazioni ufficiali serve a lasciare il campo aperto ad una propaganda più subdola, che si spacci come "libera informazione". A presentare l'Islam come il nemico, provvedono infatti gli allarmismi e le notizie-fiaba dei media. La "notizia" della settimana riguarda i tredici ragazzi iracheni uccisi dall'ISIS per aver assistito ad una partita di calcio. Si tratta dello stesso schema narrativo con cui sono state allestite le storie degli stupri al Viagra di Gheddafi, o della nazionale di calcio nord-coreana condannata a morte in blocco, o certi serial del vittimacomunismo a posteriori, come la storia dei fans dei Beatles perseguitati in Unione Sovietica. 
Per riuscire ad imporre e far sedimentare una visione del mondo basata su queste fiabe, non bastano ovviamente gli organi d'informazione, ma risulta fondamentale sorprendere ed aggirare le eventuali diffidenze del pubblico facendo passare le false notizie nei programmi di intrattenimento e nei talk-show. Il "dibattito" è il grande digestivo della propaganda ufficiale, poiché crea un alone "democratico" che allenta le difese e rende credibile qualsiasi assurdità. Il "dibattito" si dovrà anche cimentare con la spinosa questione del delicato equilibrio tra privacy ed esigenze di sicurezza; come se la privacy non fosse stata inventata come slogan proprio nel momento in cui era stata congedata per sempre nei fatti.


Sempre secondo la Mogherini, come misura "concreta" per la lotta al terrorismo, sarebbe stato escogitato dal vertice dei ministri il sempre attuale espediente dello "scambio di informazioni". Di informazioni dovrebbero essercene a disposizione davvero tante, visto che l'assistenza fornita dai sedicenti occidentali all'ISIS ci era stata riferita, appena due anni fa, con dovizia di particolari.

Clamorose testimonianze: I fratelli Kouachi sono morti in Siria nell'ottobre 2014


In una notizia clamorosa, che in pochi minuti ha fatto il giro del mondo, pubblica in esclusiva dal sito francese WikiStrike, secondo il giornalista Ghisham Doyle sono moltissime le testimonianze dei soldati dell'esercito libero siriano,


che confermano che i fratelli Kouachi presumibilmente responsabili degli attacchi del 7 gennaio 2015 a Charlie Hebdo, sono stati uccisi nel mese di ottobre 2014 in Siria durante un attacco da parte della coalizione.

Il sito WikiStrike assicura che seguirà le tracce che ha su Coulibaly, il terzo jihadista che ha fatto l'attentato nel negozio per ebrei a Parigi, e che ha fatto una fine simile a quella dei fratelli Kouachi, e quindi un destino un pò misterioso.

Il sito Bladibella.com è stato uno dei primi siti in Italia a dubitare della strage di Parigi, descrivendola come un complotto internazionale, e questa testimonianza dei soldati dell'esercito libero siriano non fa altro che confermare la nostra tese.

Per coloro che dubitano della testimonianza dei soldati siriani, consigliamo di vedere questo video, andato in diretta sul secondo canale francese l'8 gennaio, ovvero il giorno dopo la strage di Parigi. E' ora che vi svegliate! Buona visione. 



http://youtu.be/MDzawlZu7h8

Fonte: bladibella.com 


sabato 7 febbraio 2015

Amnesty: i Paesi europei, “complici di reato”, devono cooperare nell’indagine sui crimini della Cia

di Cristina Amoroso
Sulla scia del rapporto reso parzialmente pubblico dal Senato degli Usa il 9 dicembre 2014, Amnesty International ha chiesto ai governi europei che cooperano al programma di detenzioni segrete, interrogatori e torture della Cia nell’ambito della “guerra al terrore” degli Usa, di agire con urgenza per portare i responsabili di violazioni dei diritti umani di fronte alla giustizia.
Nel documento diffuso il 20 gennaio intitolato “Complici in un reato”, Amnesty International descrive le informazioni pubbliche disponibili riguardanti la possibile presenza di centri segreti di detenzione della Cia in Lituania, Polonia e Romania, e indica altri governi che avrebbero colluso con la Cia (tra cui Germania, l’ex Repubblica jugoslava di Macedonia e il Regno Unito), in alcuni casi in cambio di milioni di dollari. Il documento di Amnesty International evidenzia inoltre la resistenza da parte di questi governi a svolgere indagini approfondite ed efficaci.
“Senza l’aiuto europeo, gli Usa non sarebbero stati in grado di portare avanti detenzioni segrete e torture per così tanti anni. Il rapporto del Senato ha dichiarato in modo più che evidente che i governi stranieri sono stati determinanti per il “successo” delle operazioni della Cia. Le prove raccolte in quasi 10 anni puntano il dito su alleati-chiave degli Usa in Europa”, ha dichiarato Julia Hall, esperta di Amnesty International su antiterrorismo e diritti umani.

venerdì 6 febbraio 2015

L'ultima minchiata USA: "Putin soffre di problemi mentali"


Disordine comportamentale sintomo di problemi sociali: porta a tenere atteggiamenti ripetitivi, avere ossessioni e interessi ristretti.

Vladimir Putin soffre di una forma di autismo comportamentale che influenza tutte le decisioni che prende. 

Lo rivela uno studio di uno dei think thank del Pentagono, che dopo averne studiato il linguaggio del corpo ha diagnosticato al presidente russo la sindrome di Asperger, un disordine comportamentale che comporta problemi sociali e porta a tenere comportamenti ripetitivi, così come ad avere ossiessioni e interessi ristretti.

"Lo sviluppo neurologico di Putin è stato interrotto improvvisamente nella sua infanzia", scrive nel rapporto citato da Usa Today Brenda Connors, un'esperta dell'analisi dei movimenti fisici delle persone che lavora presso l'istituto di ricerca americano Naval War College di Newport, nello stato di Rhode Island.

giovedì 29 gennaio 2015

Con la scusa dell'ISIS vogliono dichiarare guerra ai BITCOIN?

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A cura di nocensura.com


E' uscita in questi giorni la notizia che i terroristi dell'ISIS utilizzerebbero i BITCOIN, e avrebbero rivolto appelli ai loro sostenitori affinché effettuino donazioni tramite la moneta virtuale, per alimentare l'espansione della jihad.

Tenuto conto che ISIS è in qualche modo una creatura degli USA - che hanno finanziato e armato i cosiddetti "ribelli moderati" in Siria per defenestrare Assad, e che in larga parte sono entrati nelle file dell'ISIS -  e sapendo che i bitcoin sono l'unica moneta / forma di pagamento svincolato dal controllo delle banche centrali, e che negli ultimi anni nonostante la censura ha attirato notevole interesse e investimenti, rappresentando un potenziale nemico per il sistema bancario mondiale (qualora i bitcoin dovessero prendere campo i banchieri perderebbero, almeno parzialmente, il controllo del denarola notizia non può che alimentare il sospetto che ci sia la volontà di colpire i bitcoin e gli utilizzatori di questa moneta. Vediamo perché:

1) NON sono certo le offerte il primo canale di finanziamento degli jihadisti: che hanno saccheggiato banconote di varia valuta, lingotti d'oro e preziosi dai forzieri delle banche - tra cui l'importante Banca Centrale di Mosul - nei territori iracheni e siriani finiti sotto il loro controllo;

2) ISIS ha ricevuto cospicui finanziamenti dai governi, dai servizi segreti e da ricchi finanziatori di Arabia Saudita, Qatar, Turchia e altri paesi: una pioggia di milioni di euro e talvolta di armi che di sicuro non è stata pagata con i bitcoin.

3) Secondo quanto emerso dalle indagini dell'intelligence (vedi su Popoff quotidiano) i principali circuiti bancari utilizzati dagli uomini dell'ISIS sono UBS e HSBC. Gli jihadisti utilizzerebbero migliaia di conti correnti nelle banche svizzere in questione sin dal 2008. E nonostante ciò fosse noto da anni, e lo stesso Barack Obama ne fosse informato, gli USA e la comunità internazionale non hanno assunto alcun provvedimento.

4) I Bitcoin possono costituire un metodo di pagamento efficace e anonimo, tuttavia almeno attualmente non sono certo un metodo di pagamento di facile impiego.

Il sospetto è che lo spettro dell'ISIS possa essere impiegato come excusatio per dichiarare guerra ai Bitcoin, anche per scoraggiarne la diffusione. Staremo a vedere. Certamente a minacciare il mondo NON sono i Bitcoin, bensì la politica estera della NATO.

Se oggi i terroristi oggi imperversano nell'Iraq ed in Libia è grazie a coloro che hanno voluto dichiarare guerra a Saddam Hussein e Muammar Gheddafi, lasciando il paese nel caos ed in balia dei gruppi islamisti e terroristi. Non paghi, da quasi 4 anno stanno facendo tutto il possibile per rovesciare anche il governo di Bashar Assad, e grazie all'aiuto occidentale gruppi "qaedisti" e dell'ISIS sono riusciti ad assumere il controllo di buona parte del territorio siriano, stabilendo la loro capitale a Raqqa. In una recente intervista Assad ha rivelato come l'aviazione israeliana sia più volte intervenuta in favore degli jihadisti nel territorio del Golan.

Nonostante oggi sia chiaro che spodestare Assad significhi consegnare definitivamente la Siria al terrorismo, le potenze occidentali continuano a sostenere i terroristi, che in questo caso vengono elevati al rango di "ribelli moderati"...


Staff nocensura.com


Per approfondire le questioni sopracitate vedi i precedenti articoli con tag:  -  - 

Fonte: nocensura


martedì 20 gennaio 2015

Radar per vedere dentro casa: la Polizia ne è già dotata

Almeno 50 delle forze dell'ordine negli Stati Uniti, hanno segretamente dotato i loro ufficiali di dispositivi radar che permettono loro di vedere in modo efficace attraverso i muri delle case per vedere se qualcuno è dentro, una pratica  che sta sollevando nuove preoccupazioni circa quello che può sorvegliare il governo e la privacy violata dei cittadini.

Queste agenzie, tra cui l'FBI e gli U.S. Marshals Service, hanno iniziato a implementare i sistemi radar più di due anni fa con poco preavviso ai tribunali e di divulgazione pubblica di quando e come sarebbero stati utilizzati. La tecnologia solleva questioni legali e di privacy perché la Corte Suprema degli Stati Uniti ha detto che gli ufficiali in genere non possono utilizzare i sensori ad alta tecnologia per controllare l'interno della casa di una persona senza prima 


Come funziona il radar per vedere dentro casa
I radar funzionano come sensori di movimento finemente sintonizzato, tramite onde radio a zero sui movimenti lievi , come la respirazione umana da una distanza di oltre 50 metri. Essi possono rilevare se qualcuno si trova all'interno di una casa, dove sono e se sono in movimento.
Funzionari federali, dicono queste informazioni sono fondamentali per mantenere gli ufficiali in sicurezza, se hanno bisogno di prendere d'assalto edifici o il salvataggio di ostaggi.
Ma i sostenitori della privacy e giudici hanno comunque espresso preoccupazione per le circostanze in cui le forze dell'ordine potrebbero utilizzare il radar - e il fatto che finora hanno fatto senza controllo pubblico.

(VIDEO) Ecco cosa successe davvero l’11 settembre…

http://youtu.be/As9gGIz_tzU


Leggi anche: Rivelazioni choc ex agente Fbi: la Cia impedì di prevenire l'11 settembre!

lunedì 19 gennaio 2015

Rivelazioni choc ex agente Fbi: la Cia impedì di prevenire l'11 settembre!

I dettagli di un'informazione preziosa che venne zittita

Un ex agente speciale dell'Fbi, parlando con un giornalista di Newsweek, ha raccontato i dettagli di come l’agenzia di intelligence degli Stati Uniti, la Cia, avrebbe impedito a lui e ad un altro agente di prevenire gli attacchi dell'11 settembre.

Mark Rossini e Doug Miller hanno riferito di avere scoperto che uno dei futuri autori dell'attacco, Khalid al-Mihdhar, aveva visti di ingresso multiplo degli Stati Uniti nel passaporto saudita, ma quando Miller preparò una relazione per l'FBI, un membro dell'unità top secret della Cia gli avrebbe detto di aspettare. Insomma Miller e Rossini si videro obbligati a stare zitti.

Durante tutti questi anni, Rossini si è pentito di aver obbedito, come ha rivelato a Newsweek. "È un dolore che non se ne va, che mi perseguita ogni singolo giorno della mia vita", dice Rossini.

Rapporti governativi sugli attentati attribuiscono l'attacco terroristico ad un "fallimento dell'intelligence". Tuttavia, non è chiaro il motivo per cui un agente della Cia, Michael Anne Casey, ordinò al compagno di Rossini, Miller, di non informare l'Fbi su al-Mihdhar, o perché altri capi della Cia non hanno allertato l'FBI o altre agenzie di sicurezza sull'arrivo di un altro futuro terrorista, Nawaf al-Hazmi, che l'agenzia aveva seguito.

giovedì 11 dicembre 2014

10 Storie dal Rapporto sulle Torture della CIA

Un giorno prima della giornata mondiale per i diritti umani una commissione del Senato degli Stati Uniti ha pubblicato la sintesi di un atteso rapporto riguardante alcune “tecniche di interrogatorio rafforzate” usate dalla CIA, l’agenzia di spionaggio americana, durante l’amministrazione di George W. Bush, presidente dal 2001 al 2009, finché Obama non le avrebbe vietate. 

Il rapporto riguarda le tecniche di interrogatorio usate sui prigionieri catturati dai militari statunitensi in Medio Oriente durante la guerra contro i terroristi di al Qaida: si tratta, fra le altre, della privazione del sonno per periodi lunghi fino a una settimana, dell’“alimentazione rettale” o “idratazione rettale” senza motivi medici e del “waterboarding”. La pubblicazione della sintesi del rapporto sta provocando molte polemiche negli Stati Uniti e lo stesso capo della CIA, John Brennan, ha ammesso che l’agenzia ha commesso una serie di errori nel portare avanti il programma.

Di seguito, dieci tra i passaggi più duri e incredibili contenuti nel rapporto.

1. Dei 119 prigionieri che ha tenuto in custodia la CIA, 26 non avrebbero nemmeno dovuto essere trattenuti. Tra loro c’è Abu Hudhaifa, che fu sottoposto a dei bagni di acqua ghiacciata e a 66 ore di privazione del sonno prima che la CIA scoprisse che probabilmente non era la persona che credevano fosse.

sabato 29 novembre 2014

Navi Usa sbarcano in Turchia uomini e armi per l’Isis

L’Isis viene rifornito di armi, di soldi e di miliziani attraverso la Turchia, con l’aiuto degli Stati Uniti. Prove sempre più schiaccianti inchiodano Erdogan e la Cia.

di Franco Fracassi - popoffquotidiano.it
Secondo il deputato turco  Mehmet Ali Ediboglu, sarebbe questa la nave statunitense che ha trasportato lo scorso 19 novembre armi e volontari diretti all'Isis.SECONDO IL DEPUTATO TURCO MEHMET ALI EDIBOGLU, SAREBBE QUESTA LA NAVE STATUNITENSE CHE HA TRASPORTATO LO SCORSO 19 NOVEMBRE ARMI E VOLONTARI DIRETTI ALL’ISIS.
«La cosa assurda di tutta questa storia è che gli Stati Uniti combattono contro i loro amici, combattono un’organizzazione che armano e riforniscono di soldati. Non sto parlando al passato, ma al presente». La dichiarazione shock di un ex dirigente della Cia (rimasto anonimo) rilasciata al settimanale “Newsweek” non fa altro che confermare quanto affermato dal deputato turco Mehmet Ali Ediboglu nell’aula parlamentare di Ankara: «Il 19 novembre 2014 una nave da carico statunitense era entrata nel porto d’Iskanderuntrasportando illegalmente armi e volontari del fondamentalismo islamico. La polizia antisommossa ha protetto il porto durante lo scarico della merce, che in particolare comprendeva missili e lanciarazzi pesanti. Il materiale è stato caricato su due convogli di dodici veicoli diretti al campo di al Qaida di Osmaniye.
Del resto il “Washington Post” solo una settimana fa aveva scritto: «L’Amministrazione Obama ha preparato piani segreti che hanno come scopo quello di favorire l’incremento di aiuti di uomini e armi diretti ai combattenti in Siria, in attesa che sia direttamente il Pentagono a stabilire delle basi nella zona di Aleppo».
Human Right Watch ha rilasciato un rapporto in cui si parla apertamento di coinvolgimento delle forze armate turche nelle stragi di civili compiute dall’Isis nel nord della Siria. «I fondamentalisti possono entrare e uscire a proprio piacimento dal territorio turco, tanto sono sempre in compagnia di soldati o agenti segreti turchi».

domenica 23 novembre 2014

La droga, strumento geopolitico degli USA




Di C. Pereyra Mele 23 agosto 2011 Traduzione di V. Paglione

LA CIA FINANZIAVA IL NARCOTRAFICO MONDIALE 
Da ormai molti anni si è a conoscenza dell’enorme spesa della Difesa nordamericana (che rappresenta il 50% del totale del bilancio della difesa nel mondo), la quale è lo strumento della sua politica estera dai tempi di Reagan fino ad ora; ma il finanziamento delle agenzie dello spionaggio americano, il quale non si riduce alla sola CIA, bensì a moltissime altre strutture che ammontano a circa sedici, hanno un lato scuro, ovvero quello delle loro fonti di finanziamento, le quali vanno oltre i controlli delle amministrazioni formali (seguendo il discorso che nessuno può eseguire una revisione contabile su Dio e questi organismi credono di essere Dio per quanto concerne la “difesa” degli USA e dell’Occidente), questo “finanziamento extra” si localizza negli affari che procura il traffico della droga (verso la quale dicono di combattere), e inoltre sono questi organismi quelli che organizzano e affiancano questo affare della morte con la complicità dei grandi gruppi finanziari anglosassoni (mediante i loro “paradisi fiscali”).
Effettuare affermazioni del genere equivale ad essere qualificato come “seguace” delle “teorie del complotto” e in questa forma si cela la realtà con tutti i suoi affari, poiché per occultare la verità delle loro azioni hanno a disposizione la versione Hollywoodiana del canale satellitare History Channel, per giustificare le loro spie. L’antefatto più vicino per cercare questo metodo di conquista geopolitico lo possiamo trovare nella politica dell’impero inglese durante la conquista dell’Asia nel XIX, secolo con due guerre per il controllo della produzione, distribuzione e finanziamento dell’opio, in primo luogo con una compagnia privata e, successivamente, direttamente sotto la guida della Corona, come parte della politica colonizzatrice dell’impero britannico; in questa maniera, l’Inghilterra sottopose sotto il suo controllo per primo all’India e dopo alla Cina, distruggendo a milioni di abitanti e rendendoli dipendenti di questa droga micidiale per meglio dominare i loro mercati.

giovedì 20 novembre 2014

CIA, BILDERBERG, BR, BRITANNIA: ECCO A VOI LA VERA STORIA ITALIANA

nino-galloni

Vedi anche i video di Galloni a fine articolo

CIA, BILDERBERG, BR, BRITANNIA: ECCO A VOI LA VERA STORIA ITALIANA

di Nino Galloni

Il primo colpo storico contro l’Italia lo mette a segno Carlo Azeglio Ciampi, futuro presidente della Repubblica, incalzato dall’allora ministro Beniamino Andreatta, maestro di Enrico Letta e “nonno” della Grande Privatizzazione che ha smantellato l’industria statale italiana, temutissima da Germania e Francia. E’ il 1981: Andreatta propone di sganciare la Banca d’Italia dal Tesoro, e Ciampi esegue. Obiettivo: impedire alla banca centrale di continuare a finanziare lo Stato, come fanno le altre banche centrali sovrane del mondo, a cominciare da quella inglese. Il secondo colpo, quello del ko, arriva otto anno dopo, quando crolla il Muro di Berlino. La Germania si gioca la riunificazione, a spese della sopravvivenza dell’Italia come potenza industriale: ricattati dai francesi, per riconquistare l’Est i tedeschi accettano di rinunciare al marco e aderire all’euro, a patto che il nuovo assetto europeo elimini dalla scena il loro concorrente più pericoloso: noi, l’Italia.
A Roma non mancano complici: pur di togliere il potere sovrano dalle mani della “casta” corrotta della Prima Repubblica, c’è chi è pronto a sacrificare l’Italia all’Europa “tedesca”, naturalmente all’insaputa degli italiani.
È la drammatica ricostruzione di Nino Galloni, già docente universitario, manager pubblico e alto dirigente di Stato.
All’epoca, nel fatidico 1989, Galloni era consulente del governo su invito dell’eterno Giulio Andreotti, il primo statista europeo che ebbe la prontezza di affermare di temere la riunificazione tedesca. Non era “provincialismo storico”: Andreotti era al corrente del piano contro l’Italia e tentò di opporvisi, finche potè. Poi a Roma arrivò una telefonata del cancelliere Helmut Kohl, che si lamentò col ministro Guido Carli: qualcuno “remava contro” il piano franco-tedesco.
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