La Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani del bambino ha accusato le forze israeliane di maltrattare i bambini palestinesi, torturando quelli in custodia e utilizzandoli come scudi umani.
Giovedì un rapporto della Commissione Onu, realizzato da 18 esperti indipendenti, ha accusato Israle di torturare e usare come scudi umani i bambini palestinesi. “I bambini palestinesi arrestati dall’esercito e dalla polizia israeliana sono sistematicamentesoggetti a trattamenti degradanti, spesso ad atti di tortura e vengono sottoposti a interrogatori in ebraico, una lingua che non comprendono, e di conseguenza a firmare confessioni in ebraico al fine di essere rilasciati” hanno riportato Reuters e altre agenzie di stampa citando il rapporto.
La Commissione Onu, che che si occupa di monitorare il rispetto della Convenzione dei Diritti del Faciullo (Convention on the Rights of the Child) da parte dei paesi che l’hanno ratificata, (tra cui anche Israele nel 1991), dice che ai bambini palestinesi nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania viene negata la registrazione dell’atto di nascita, l’accesso al sistema giudiziario, a scuole decenti nonché l’accesso ad acqua potabile. Israele in quanto paese occupante, è obbligato a rispettare la convenzione anche nei confronti dei minori palestinesi, tuttavia ha abbandonato la definizione di “bambino” data dalla Convenzione che dichiara che un bambino diventa adulto a 18 anni. Nel 1999, infatti, durante il governo Barak, è stata reintrodotta un’ordinanza militare che oltre a consentire l’arresto di bambini palestinesi di età compresa tra i 12 ed i 14 anni, stabilisce che un palestinese diventa adulto a soli 16 anni, mentre un israeliano a 18.
Il portavoce del ministero degli Esteri israeliano, Yigal Palmor, ha detto di aver già risposto a un rapporto simile da parte dell’Unicef, a marzo del 2012 e ha messo in dubbio l’autenticità dell’indagine della Commissione Onu accusandola di essere una copia riciclata di indagini passate e non autentica, non elaborata sulla base di nuove ricerche, pertanto senza importanza.
Kirsten Sandberg, un esperto norvegese che presiede il Commissione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo, ha detto invece che il rapporto è basato sui fatti, non sulle opinioni politiche dei membri della Commissione e che prende in esame un periodo di dieci anni.
La maggior parte dei bambini palestinesi arrestati sono accusati del lancio di pietre, reato che può portare fino a 20 anni di carcere. Nei dieci anni presi in esame dalla Commissione centinaia di bambini palestinesi sono stati uccisi e migliaia feriti dall’esercito israeliano durante le operazioni militari, in particolare a Gaza, dice il rapporto. Durante questi 10 anni, si stima che 7.000 bambini palestinesi di età compresa tra i 12 ei 17 (ma alcuni di appena nove anni) sono stati arrestati, interrogati in ebraico e maltrattati. Costretti a firmare confessioni in ebraico per essere rilasciati. A molti sono state messe catene alle gambe, altri sono tenuti in isolamento per mesi. Altre volte invece i soldati israeliani hanno usato i bambini palestinesi come scudi umani per entrare negli edifici potenzialmente pericolosi o ponendoli di fronte ai carri armati o altri veicoli militari per scoraggiare il lancio di sassi, oppure usandoli come informatori. Ben 14 casi sono stati segnalati solo tra gennaio 2010 e marzo 2013.
“Quasi tutti coloro che hanno usato i bambini come scudi umani e informatori sono rimasti impuniti” dice il rapporto. Dall’inizio della seconda Intifada (settembre 2000), il trattamento dei bambini detenuti dalla polizia, dai militari e dalle forze israeliane di sicurezza è peggiorato in maniera significativa. Il governo israeliano viola costantemente le norme sul procedimento giudiziario, sulla privazione della libertà, sulla tortura, sulla tutela della salute, sull’istruzione dei minori il che porta i bambini palestinesi a vivere un’infanzia danneggiata e ad essere scaraventati direttamente nell’età adulta. Privati dell’infanzia questi bambini sviluppano numerosi e gravissimi problemi psicologici, in particolare il disturbo post-traumatico da stress (come spiega anche la giornalista Cecilia Gentile nel suo libro Bambini all’inferno, 2012) con conseguenti difficoltà di linguaggio e di concentrazione, aggressività, insonnia, ansia e angoscia.
Fonte: frontierenews.it