Peggiora la situazione umanitaria nella ricca provincia mineraria del Katanga messa a ferro e fuoco dalla milizia dei Mayi Mayi Bakata-Katanga e da altri gruppi armati. Lo ha reso noto l’emittente locale Radio Okapi citando l’Agenzia Onu per gli affari umanitari (Ocha). Dall’inizio dell’anno attacchi ai villaggi hanno già causato decine di vittime e costretto alla fuga più di 300 mila persone.
“C’è un livello di insicurezza alimentare davvero preoccupante che colpisce soprattutto i bambini. Poi la zona è quella più colpita dalla tubercolosi” ha denunciato Vision Mondiale, l’unico operatore umanitario dell’Ocha presente nel Malemba Nkulu.
Come il Nord e Sud Kivu, anche il Katanga è ricchissimo di risorse naturali che fanno gola a società private e pubbliche, soprattutto internazionali, che sfruttano il lavoro di “molti minatori artigianali che lavorano a mani nude” e “in condizioni pericolose”.
Come il Nord e Sud Kivu, anche il Katanga è ricchissimo di risorse naturali che fanno gola a società private e pubbliche, soprattutto internazionali, che sfruttano il lavoro di “molti minatori artigianali che lavorano a mani nude” e “in condizioni pericolose”.
Lo ha denunciato Amnesty International in un rapporto pubblicato giovedì. L’organizzazione di difesa dei diritti umani ha registrato tra 70.000 e 150.000 minatori artigianali, chiamati “creuseurs”, di cui migliaia di minorenni, che scavano nei siti di rame, cobalto e cassiterite, “sfruttati, sottopagati e stipati in container”.
Amnesty ha denunciato “la corruzione endemica, l’instabilità politica e l’assenza di giustizia” che sono responsabili “della diffusissime e gravi violazioni dei diritti umani”. Infine punta il dito contro Kinshasa che “non fa rispettare il codice minerario e le regole che consentirebbero di evitare tali abusi”. –
Fonte: http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=21650
Tratto da: imolaoggi.it