Vitelli e maiali ingrassavano a dismisura non grazie al cibo sano ma a farmaci ad uso veterinario e umano – antibiotici, cortisonici e ormoni – che facevano aumentare la massa muscolare.
Gonfiati, pompati con i medicinali stoccati di nascosto nei luoghi più impensabili, come vecchie cascine, magazzini e corti agricole, senza nessuna cautela e poi somministrati agli animali.
Nei guai, iscritte nel registro degli indagati, 65 persone, mantovani e residenti fuori provincia: grossisti, veterinari, farmacisti e allevatori, di cui al momento non sono stati resi noti i nomi nè le iniziali. Sono accusati, a vario titolo, di adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari con conseguenti rischi per la salute umana, maltrattamento di animali (i farmaci venivano somministrati a vitelli e maiali sani), associazione a delinquere e violazione della normativa finanziaria e tributaria.
Ieri mattina è scattato il maxi blitz del corpo Forestale di Mantova e Reggio Emilia, coordinato dalla procura della Repubblica di Mantova, con il sequestro di farmaci e documentazione, tra cui anche ricette falsificate. Il valore dei beni oggetto del sequestro supera il milione di euro. Almeno un centinaio le perquisizioni, scattate in sette regioni: Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte, Veneto, Liguria, Campania e Sardegna
All’alba di ieri gli uomini della Forestale sono piombati a Pegognaga – che a quanto risulta era la centrale del traffico di farmaci che circolavano al mercato clandestino – ma anche a Mantova, Gonzaga, Motteggiana, Suzzara, nel Reggiano a Poviglio, Reggiolo, Rubiera, Gattatico, in provincia di Padova, Parma e a San Marino.
«Un’operazione importante – l’ha definita il capo della Procura di Mantova, Antonino Condorelli – frutto di lunghe indagini. Ci sono fondate ragioni per sostenere che il Mantovano fosse la centrale di un cospicuo traffico illegale di farmaci veterinari di illecita provenienza».
Da indiscrezioni raccolte pare che il meccanismo andasse avanti da almeno un paio d’anni, con finte vendite dei farmaci all’estero. In realtà i medicinali – alcuni dei quali destinati anche ad animali domestici e da compagnia – venivano nascosti e stoccati in magazzini e corti agricole senza l’adozione delle necessarie cautele. Venivamo poi smerciati al mercato clandestino senza registrazioni e finivano nello stomaco di vitelli e maiali.
Animali sani, che quindi non avevano assolutamente bisogno di terapie, e che in seguito all’illecita somministrazione aumentavano la loro massa muscolare. Le 65 persone indagate devono rispondere a vario titolo dell’articolo 440 del codice penale (chiunque corrompe e adultera acque o sostanze destinate all’alimentazione, prima che siano attinte o distribuite per il consumo, rendendole pericolose alla salute pubblica, è punito con la reclusione da tre a dieci anni) e di maltrattamento di animali. L’operazione di ieri mattina è stata disposta in conseguenza di indagini avviate tempo fa dal nucleo investigativo del corpo Forestale dello Stato di Reggio Emilia in territorio emiliano.
Sono in corso accertamenti per stabilire se le carni adulterate siano finite nel piatto dei consumatori. Questa mattina il corpo Forestale ha convocato i giornalisti per una conferenza stampa dove saranno illustrati i dettagli dell’operazione.
Tratto da: gazzettadimantova