venerdì 18 aprile 2014

“Ci ammaleremo tutti di tumore”, tra qualche anno boom di malati: ecco cosa sta succedendo

Le big pharma vogliono davvero sconfiggere il cancro?!? Oppure lucrano su questa malattia che ormai riguarda 1 italiano su 3 senza trovare soluzioni definitive?
 (vedi il dossier con i misfatti su big pharma di nocensura.com) 

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"50 anni fa si ammalava di tumore un italiano su 30, oggi si ammala un italiano su tre. E in futuro se ne ammalerà uno su due". E' la spaventosa previsione di una fonte più che autorevole, l'oncologo Umberto Veronesi. "Nel 70% dei casi i pazienti possono salvarsi, ma solo se..."

Un'alleanza tra la scienza e il mondo dell'informazione per vincere la battaglia contro il cancro, che in futuro colpira' "un italiano su due". Questa l'idea lanciata dal direttore scientifico dello Ieo, Umberto Veronesi, questa mattina all'incontro 'Media e cancro', svoltosi all'Universita' Iulm di Milano. L'oncologo ha sottolineato che la scienza deve "discutere e coordinarsi con il mondo dell'informazione, perche' si puo' vincere la battaglia contro il cancro se l'informazione e' corretta ed e' accanto alla scienza in questa battaglia".


Oggi, ha aggiunto Veronesi, "si ammala di tumore un italiano su tre, 50 anni fa si ammalava uno su trenta, mentre in futuro si ammalera' un italiano su due". Eppure dei "20 milioni di italiani che oggi sviluppano un tumore nel corso della loro vita, il 70% dei casi, circa 14 milioni, potrebbero essere salvati con la prevenzione". Infatti "se tutta la popolazione adottasse uno stile di vita salutare e si avvicinasse in massa alla diagnosi precoce, se i responsabili delle politiche sanitarie e ambientali applicassero tutte le conoscenze e le misure preventive che la ricerca ha messo a disposizione, il cancro sarebbe una malattia sotto controllo". Secondo Veronesi "stiamo vivendo un passaggio epocale in cui il welfare state, lo Stato che si fa carico della tutela della salute dei suoi cittadini, diventa 'welfare community', dove la responsabilita' della salute e' condivisa da tutta la societa'". E, conclude l'oncologo, "questa evoluzione culturale non puo' avvenire senza la partecipazione dei media".


Fonte: affaritaliani.it
 

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