sabato 12 aprile 2014

Il bluff di Renzi: non entrerà un euro nell’economia reale

Il bluff di Renzi: non entrerà un euro nell’economia realeDi Stefano Di Francesco 

E venne il giorno del DEF. Tutti in ascolto del nuovo che avanza, Renzi l’Ologramma, che presenta al Paese gli interventi per superare la crisi economica. Orgoglioso e tronfio come un tacchino alla vigilia del “Giorno del Ringraziamento”, Renzi afferma che “"Il Def mantiene tutti gli impegni che ci eravamo presi, alla faccia dei gufi. Inizia a pagare chi non ha mai pagato. Si cambia verso".
“L'Italia crescerà quest'anno dello 0,8%, un po' meno di quanto previsto finora, ma comunque più di quanto stimato dalla Commissione Europea e dal Fondo Monetario. Manterrà il deficit abbondantemente sotto il 3%, al 2,6%, vedrà il debito pubblico salire al 134,9% del Pil quest'anno per poi scendere anche grazie alle privatizzazioni ed assicurerà la tenuta dei conti, perché la finanza pubblica è a posto".
"L'Italia ce la può fare - ha concluso il premier - Non è vero il ritornello: non ce la faremo mai, siamo condannati al declino".
Direttamente dall’ANSA apprendiamo che “Una manovra coperta, e sta qui la principale carta del governo, con una spending review fatta di tagli degli stipendi dei manager e di stretta alla pubblica amministrazione, ed anche con un nuovo, per molti versi inaspettato, intervento fiscale sulle banche. Renzi non ha perso occasione per tutta la giornata di rassicurare sulla certezza delle coperture. Tutti i 6,6-6,7 miliardi necessari per gli 8 mesi del 2014 saranno disponibili per garantire i soldi promessi in più in busta paga a 10 milioni di italiani. E qualcosa ci sarà anche per gli incapienti, con una "soluzione tecnica" che permetterà di allargare la platea degli interessati a 14 milioni. Nel dettaglio 4,5 miliardi verranno dalla spending review vera e propria, circa un miliardo dagli incassi Iva derivanti dal rimborso dei debiti della pubblica amministrazione e un altro miliardo dall'aumento della tassazione sulle plusvalenze realizzate dalle banche con la rivalutazione delle quote Bankitalia. Il governo precedente aveva previsto un'aliquota al 12% che potrebbe ora addirittura raddoppiare, se non arrivare al 26%. I tagli alla spesa del piano Cottarelli, rivisto e corretto a Palazzo Chigi, dovrebbero invece partire non solo dall'eliminazione degli enti inutili (il Cnel fra tutti, vero pallino di Renzi) ma anche e soprattutto dall'adozione di un tetto preciso - 238.000 euro - per gli stipendi dei manager pubblici. E non solo.”

OK. Fin qui le favole. Ora partiamo con la Realtà.
Dopo quasi un mese di gestazione il DEF che viene fuori è un documento senza alcun riferimento certo, si fanno ipotesi su tutto, ma di concreto ancora zero assoluto.
Soprassediamo sulle stime di crescita sballate del PIL che dovrebbe, secondo l’Ologramma salire dello 0,8%, del rapporto debito/PIL che dovrebbe attestarsi al 134,9% (vedrete che a fine anno saremo ben sopra il 140%), ma la cosa più importante è che Renzi, al pari dei suoi predecessori, manterrà tutti gli impegni presi con l’UE.
Le coperture presentate a fronte di questa “ridicola”manovra sono:
A - 4,5 miliardi provenienti dai tagli di spesa;
B - 1 miliardo proveniente dall’ulteriore inasprimento della tassazione sulle plusvalenze delle quote che gli istituti di credito hanno in Banca d’Italia;
C - 1 miliardo realizzato con l’Iva sui pagamenti arretrati dallo Stato alle imprese private.
Prese una per una sono incredibilmente labili, evanescenti al punto da rendere l’intera manovra un totale fallimento. Altro che stimolo per l’economia!!
Dei 4,5 miliardi di tagli alla spesa, ben 3 sono già imputati a copertura della manovra del governo Letta, quindi in realtà sono solo 1,5 i miliardi di tagli reali. Chi colpiranno e cosa colpiranno non è ancora definito, ma certamente secondo le stime della Ragioneria dello Stato, il quadro non è quello rappresentato dal DEF.
Per quanto concerne il miliardo di euro proveniente dall’innalzamento della tassazione sui capital gain delle banche, oltre che essere un provvedimento “una tantum” e non strutturale, sull'intera operazione delle quote Bankitalia gravano obiezioni di Bruxelles, poiché la rivalutazione delle quote per decreto sembra essere un aiuto di Stato illegale. Se poi le banche realizzassero la loro plusvalenza rivendendo le proprie azioni alla stessa Bankitalia, quindi girando parte del ricavato al Tesoro, in base alle regole europee questo potrebbe essere finanziamento monetario del deficit: un ritorno agli anni '70, la violazione più radicale delle regole a fondamento dell'euro.
Infine, le entrate dell'Iva legate alla liquidazione dei debiti dello Stato non rappresentano nuove risorse, ma solo l'anticipo di ciò che sarebbe successo in futuro quando quelle fatture sarebbero state comunque pagate. In altri termini, si sta spostando una posta di bilancio da un anno all'altro e si creerà dunque un ammanco equivalente negli prossimi esercizi.

Morale della favola; non entrerà un euro nell’economia reale.
C'è un numero sorprendente di persone che in qualche modo ha fiducia che Renzi faccia qualcosa, perché è giovane, sfrontato, vivace e perché in fin dei conti,"se lo hanno messo lì vuole dire che faranno qualcosa". Ma Renzi, come Monti e Letta, è leale alla UE ed alla Troika, che dettano il suo programma di governo.
L’inganno di cui tutti noi siamo vittime è sempre lo stesso: far credere all’opinione pubblica (attraverso i media conniventi, i professori a libro paga del sistema bancario) che la quantità di moneta sia limitata, una quantità che dipende dall’operato della Banca Centrale e che per fare investimenti, dare soldi ai cittadini sia necessario tagliare la spesa e fare l’austerity. Tolgo 5 miliardi alla spesa e ne metto 5 in tasca ai cittadini: il saldo netto per l’economia è zero.
Fin quando questa menzogna verrà propinata al pubblico, se anche al Governo vi fosse un Superman, nulla potrebbe cambiare. Anzi, se si continuerà a fingere che ci sia un limite massimo alla quantità di moneta in Italia, che una volta raggiunto questo limite, l’unica possibilità sia tagliare da una parte 5 miliardi per poterne distribuire 5 dall'altra, è un fatto matematico che l'economia ristagnerà e continuerà a deprimersi. Lo ripetiamo, il saldo netto di moneta che entra nell’economia reale è ZERO.
Tutto il sistema del debito si basa sulla menzogna, sul far credere alla gente che la moneta la stampa lo Stato e che per fortuna c’è la BCE che vigila che non se ne stampi troppa, per non creare inflazione. E’ una falsità!!
La realtà è invece che la moneta è una quantità variabile, che oggi viene creata per il 95% del totale dalle banche commerciali quando fanno prestiti all’economia reale (famiglie, Stato ed imprese), mentre solo il 5% è creato direttamente dalle Banche Centrali sotto forma di monete e banconote.
Quello che manca all’economia reale non sono i 10 miserabili, fasulli, insignificanti miliardi della manovra Renzi, ma sono 150 miliardi di euro che il settore bancario ha sottratto al sistema, come evidenziato dal seguente grafico.


Se dopo tutto ciò, se dopo aver compreso l’inganno, vi ostinate ancora a credere alle favole, allora Renzi è il vostro degno cantastorie.
 

Fonte: ioamolitalia.it

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