In un’intervista esclusiva rilasciata al giornale francese Nouvel Observateur, e ripresa da Articolotre, John Virapen, ex dirigente della filiale svedese della Eli Lilly, importantissima multinazionale del farmaco che commercializza anche il Prozac, fa delle dichiarazioni shock sui meccanismi che regolano Big Pharma.
A 64 anni, l'uomo ha deciso di pubblicare le sue memorie, in un libro dal titolo I rammarichi di Big Pharma. In questo volume, Virapen ha trovato il modo perfetto per denunciare apertamente gli effetti nocivi e collaterali del Prozac, farmaco antidepressivo usato per curare la depressione, disturbi ossessivo-compulsivi e via dicendo.
“So di aver contribuito indirettamente, in tutti questi anni, alla morte di persone, le cui ombre, oggi, mi ossessionano”, ha confessato il manager al settimanale francese Le Nouvel Observateur.
Il settimanale ha contattato direttamente John Virapen, chiedendogli in cosa consistesse direttamente la minaccia del Prozac e l'uomo ha risposto: "Nei primi anni di lancio, il farmaco ha portato a una spirale preoccupante di suicidi: su 10 persone alle quali erano stati somministrati i principi attivi del Prozac, 5 hanno riportato allucinazioni e disturbi della personalità. Tra questi soggetti, 4 si sono tolti la vita”. Nonostante i dati preoccupanti raccolti, i dirigenti della Eli, non hanno mai pensato, nemmeno per un attimo di non introdurre l'antidepressivo in tutto il mondo.
Introdurre e commercializzare il farmaco sul mercato non è stato per nulla difficile, grazie alla corruzione, denunciata da Virapen, dei supervisori preposti al controllo e alla sperimentazione del Prozac (sono bastati 20.000 dollari per ricevere senza problemi l’autorizzazione necessaria alla vendita), e soprattutto grazie alla collaborazione ben retribuita, con doni e un salario fisso mensile, di professori compiacenti che recensivano positivamente e promuovevano l’utilizzo dell'antidepressivo nelle maggiori riviste internazionali di medicina.
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