Africa, bambini costretti a spaccare le pietre 10 ore al giorno
Scrive Elisa Fangareggi, di Time4life International: Un mese fa: “Elisa, vieni in Benin con me” mi chiede Roberta Copelli di Buona Nascita,“No Robbi,devo lavorare in Siria,lo sai,non mi occupo di Africa,ci sono tante associazioni che ci lavorano,io non servirei a nulla”.Roberta insiste.“C'è qualcosa che devo farti vedere,dove nessuno arriva,certe cose non si possono raccontare,io da un anno non penso ad altro,fidati di me,seguimi e capirai”.Scendiamo dal fuoristrada dopo ore trascorse sulle strade sterrate africane.La schiena è a pezzi.Siamo avvolte da un rumore assordante di martelli e da una polvere grigia che ci entra in bocca nel naso.Ci si apre uno scenario talmente agghiacciante da chiedersi se ciò che vediamo sia vero o se sia un incubo.Mi sento come se avessi una spugna nella gola,non riesco a parlare,a respirare,a mandare giù la saliva,sento ogni muscolo paralizzato,quasi non riesco a muovermi.Roberta mi osserva,provo le stesse sensazioni che ha provato lei un anno fa."Capisci ora?" Mi chiede.Io sono così allucinata che non saprei dire nemmeno il mio nome. Bambini,bambini piccoli seduti a terra,bianchi di polvere,sguardo perso nel vuoto,con in mezzo alle gambe una grossa pietra,da frantumare con un martello.Pietre,pietre da spaccare,sotto il sole cocente,almeno dieci ore al giorno.Dita che si fratturano,schegge che arrivano ovunque,tosse,e pietre,nient'altro che pietre. Roberta mi spiega che si tratta di bambini che dal primo giorno di vita sono messi sulle stuoie vicino alle mamme che rompono le pietre,appena imparano a camminare si occupano di portare le pietre da rompere ai fratellini.A tre anni già sono abili nel maneggiare il martello e non conosceranno altro per il resto della loro vita.Se mai si ammaleranno nessuno potrà occuparsi di loro,la somma che guadagnano di 8 dollari al mese è a malapena sufficiente per acquistare del riso.Non c'è giorno di riposo,nè malattia, nè pausa, nè silenzio, nè pietà.La mortalità è pari al 30% nei primi cinque anni di vita.Questo non è sfruttamento del lavoro minorile.È riduzione in schiavitù di bambini,che conoscono solo pietre e un pugno di riso.Guardo Gabrielle,ha il naso che cola,ma non importa,nessuno si occuperà di lei,ha solo tre anni,rompe le pietre senza nemmeno guardarle,il suo sguardo è perso,la maglietta troppo corta per la sua età e la pancia è gonfia per la denutrizione. Toc toc ,continua imperterrita a lavorare.Quello deve fare,nient'altro.Vorrei prenderla,abbracciarla,portarla via da lì,darle da mangiare,vestirla,amarla,invece ora,mentre scrivo,starà ancora rompendo pietre.Roberta ascolta la storia di Mouro,un ragazzino di soli otto anni,racconta piangendo,senza smettere di martellare.Era fortunato lui,perché poteva andare a scuola e lavorare soltanto al pomeriggio,gli piaceva tanto imparare,ma purtroppo,essendo morto suo papà,è stato costretto lui a occuparsi della famiglia.Toc toc, spacca le pietre e piange, le lacrime lavano via la polvere bianca dal suo viso.Spiega che a volte se non è troppo stanco,come altri ragazzini,segue le lezioni della scuola di nascosto,attraverso una grata di cemento che separa l'aula.Non vorrebbe spaccare le pietre tutta la vita,ma sa che non potrà far altro.Toc toc.Roberta mi si avvicina.Sa che non reggo,sa che sto per crollare.Provo a parlare.Non esce fiato dalla mia gola “Stai zitta e respira profondamente”.La vista mi si offusca,potrei svenire da un momento all'altro.Devo riuscire a fare un video per farlo vedere a casa,provo,ma la voce si rompe ogni volta.Dopo dieci tentativi riesco a pronunciare qualche parola senza scoppiare in lacrime.Piccoli schiavi,che con 15 euro al mese potrebbero andare a scuola e mangiare ogni giorno.Mi chiedo come un essere umano possa consentire e come si possa tacere tutto questo.Mi vergogno di essere una persona,di essere di fronte a loro,di far parte di una società in cui è possibile rendere schiavo un bambino,distruggere la sua vita,la sua speranza,il suo futuro,per comprare dei sassi a un prezzo stracciato,da utilizzare nelle costruzioni edili.Se ciò è possibile è colpa di ognuno di noi.Al ritorno nessuno parla.Mi ritrovo a guardare il video più volte,per essere sicura che ciò esiste davvero.Non dormo.Lo sguardo di Gabriel che incrocia il mio per un secondo mi trafigge come un pugnale.Solo all'alba riesco ad addormentarmi per sfinimento.Dopo mezz’ora mi sveglio,nei primi secondi penso si sia solo trattato di un incubo.Pian piano la mia mente realizza che invece no,forse è reale,afferro il telefono,riguardo i video,non è un incubo,è tutto vero.Io e gli altri del gruppo ci lanciamo sguardi senza parlare.Non serve.Tutti abbiamo lo stesso tormento dentro.Tutti vogliamo tirarli via da li,mandarli a scuola,e assicurare loro un pasto completo.Guardate Gabriel una,dieci,cento volte.Vi prego guardatela ogni mattina quando vi svegliate.Gabriel,la piccola spaccapietre,è mia figlia,è vostra figlia,è nostra figlia. Fonte: http://www.youtube.com/watch?v=k_pIikcLFeU