sabato 18 ottobre 2014

La stangata di Ottobre: 9 tasse da pagare entro fine mese!

Ottobre rosso sangue (dei contribuenti italiani) – ecco l’elenco delle tasse da pagare entro questo mese: nove !!

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Di Luca Campolongo

Ottobre rosso sangue per i contribuenti italiani. Mentre il premier non eletto Renzi annuncia che l’anno prossimo taglierà le tasse per 18 miliardi, senza ovviamente spiegare con quali soldi dato il totale disastro dei conti pubblici, la certezza è che per i contribuenti, questo mese, è all’insegna del salasso.
Vediamo un po’ quali scadenze ci sono:
- Imposta di registro sui canoni di locazione
- Contributi inps per i collaboratori domestici
- Acconto TASI
- TARI
- Versamento ritenute IRPEF di dipendenti e collaboratori
- Versamento contributi previdenziali e assistenziali per dipendenti e collaboratori
- Invio telematico elenchi INSTRASTAT per i contribuenti tenuti alla presentazione mensile ed anche per quella trimestrale.
- Sostituti d’imposta: invio telematico modello “Uniemens”
- Pagamento rata canone RAI per chi ha scelto la rateizzazione
Più tutta una serie di oneri burocratici tale da rendere il pagamento di tasse ed imposte un autentico calvario per i contribuenti.

Già, perché lo stato italiano, oltre ad essere ingordo oltre ogni ragionevolezza, è anche sadico: non solo pretende in molti casi fino al 60% del reddito prodotto da una persona, ma lo fa attraverso un coacervo di tributi, leggi e leggine talmente astruso da rendere facilissimo l’errore anche per gli esperti in materia. Con relative sanzioni al seguito.
Tutto questo è indegno di un paese civile, dove lo stato dovrebbe essere un alleato e non un nemico dei cittadini.
Oltre il danno, la beffa di continui annunci di tagli di tasse che puntualmente vengono smentiti dalla realtà. La realtà di un debito pubblico ormai totalmente fuori controllo, di un paese in deflazione e con un tasso di disoccupazione in continuo aumento.
I cittadini non hanno bisogno di un “annunciatore” a palazzo Chigi, ma di un premier che applichi la terapia shock di una radicale riforma fiscale. Riforma che non deve essere creata da zero, ma semplicemente copiata da nazioni dove è già stata applicata con successo.
Parliamo di una drastica riduzione delle aliquote fiscali (al massimo due), unita alla possibilità di dedurre la maggior parte delle spese sostenute (nei paesi anglosassoni i cittadini conservano in una scatola gli scontrini e le ricevute perché possono dedurli, a differenza che da noi) e ad una semplificazione dell’impianto normativo fiscale, con l’accorpamento ed il taglio di tutta una miriade di tasse ed imposte che complicano solo la vita ai cittadini senza portare reali benefici alle casse dello stato.
Stiamo parlando di una riforma secondo le teorie di Laffer? Ovviamente sì e per un motivo molto semplice: sono le uniche supportate da andamenti reali dell’economia.
Non è più tempo di teorie astruse, di aumenti della pressione fiscale per “stimolare” l’economia a produrre di più: per il sistema Italia, la campana del’ultimo giro è suonata da parecchio e si appresta a battere quella a morto se non ci sarà un radicale cambio di rotta, mandando a quel paese le “lezioni” impartite da Berlino che, per la cronaca, ha iniziato a passarsela piuttosto male, proprio come quel taglialegna che sega il ramo su cui è seduto.
Non sarà certo accettando opere d’arte come pagamento delle tasse (la “geniale” idea partorita in quel di Roma rispolverando una vecchia legge del 1982) che si rifarà ripartire l’economia, ma solo con un drastico taglio al famelico appetito dello stato e, soprattutto, mandando molti “professoroni” di teorie economiche a far un po’ di sano lavoro manuale, magari a vendere gelati con un banchetto, giusto per far loro capire quanto sia difficile fare impresa in questo paese.
Fonte: sosimprese.info
Tratto da: siamolagente.altervista.org



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