E' solo "carta straccia", un documento che avrebbe potuto essere scritto dall'opposizione. Viktor Orban, il primo ministro ungherese, ha liquidato così il documento col quale gli Stati uniti hanno tolto il visto ad alcuni funzionari magiari, tra i quali il capo dell'Ufficio tasse e dogane, nell'ambito di un'inchiesta per corruzione. Il provvedimento di Washington sta avvelenando i rapporti magiaro-americani.
"Abbiamo ricevuto un documento che è un accrocco di accuse che abbiamo sentito pronunciare dai partiti d'opposizione negli ultimi quattro anni. Non è altro che carta straccia. Se non fosse in inglese, avrei pensato che l'ha scritto un partito d'opposizione", ha detto Orban rispondendo all'intervista che ogni due settimane concede alla radio pubblica MR1.
"Io - ha aggiunto - guardo a questo documento come se qualcuno volesse trascinarci in un contesto di elezioni politiche". E comunque l'inchiesta americana è "solo tempo perso".
Nelle ultime settimane Washington è partita all'offensiva del governo Orban sul tema della corruzione. Gli Usa, come diverse cancellerie europee, hanno espresso preoccupazione per il "piglio autoritario" del governo di destra magiaro, specialmente perchè ha costretto le banche straniere a convertire i mutui-casa in fiorini in modo da impedire speculazioni sulla pelle dei cittadini ungheresi derivate dal gioco dei cambi e dei tassi d'interesse in euro, dollari e franchi svizzeri. Non è proprio piaciuto, agli americani che hanno forti interessi nelle banche oggetto della disposizione del governo Orban.
Ma l'America è anche irritata per il fatto che Budapest in Europa è capofila della "linea morbida" nei confronti della Russia, soggetta a sanzioni per la vicenda ucraina, e ha dimostrato questa poca adesione con atti concreti.
L'ambasciatore Usa Budapest André Goodfriend nelle settimane scorse aveva annunciato la consegna di prove documentali di casi di corruzione, accusando il governo magiaro di aver tirato i remi in barca nella lotta alla corruzione. Accusa, questa, sdegnosamente respinta da Orban.
I nomi dei funzionari coinvolti erano stati mantenuti segreti, finché il capo dell'Ufficio imposte e dogane (Nav), Ildiko Vida, non ha rivelato di essere anche lei nella lista delle personalità a cui il visto è stato ritirato. Le "prove" fornite dall'ammistrazione Obama per altro non sono state offerte alla stampa internazionale. Curioso, se fossero davvero prove.
La verità è che è in corso un'aggressione a Orban e al suo goverNo da parte degli Stati Uniti, dopo che la Ue ha perso su tutti i fronti contro l'Ungheria, libera e indipendente, orgogliosa della sua valuta sovrana, della sua economia in fortissima crescita anche nel 2015 e dell'occupazione, ai massimi storici.
Fonte il nord
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