Questa dichiarazione non la leggerete mai su nessun un giornale italiano. Fu rilasciata da Romano Prodi nel 2001 al Financial Times. Oggi è stata pubblicata sul Wall Street Journal a sostegno della tesi di Richard Jeffrey, capo della Cazenove Capital Management. Secondo Jeffrey, i politici che hanno voluto l'Euro sapevano che per raggiungere l'obiettivo della moneta unica sarebbe stata necessaria una crisi economica.
Jeffrey, per dimostrare questa sua teoria, riporta le parole di Romano Prodi. Leggete con attenzione:
"I am sure the euro will oblige us to introduce a new set of economic policy instruments. It is politically impossible to propose that now. But some day there will be a crisis and new instruments will be created."
Traduzione: "Sono sicuro che l'euro ci obbligherà a introdurre un nuovo set di strumenti di politica economica. È politicamente impossibile per ora proporli. Ma un giorno ci sarà una crisi e questi nuovi strumenti saranno creati."
Il deputato 5 Stelle Giuseppe L'Abbate, spiega così su Facebook:
Adesso capite a cosa è servita la moneta unica? L'euro è servito a distruggere tutti i nostri diritti acquisiti in anni di battaglie. Pensateci bene, solo in un momento di così forte crisi potevano aumentare l'età pensionistica o distruggere i diritti dei lavoratori senza scatenare sommosse popolari. Quando si è in crisi, infatti, i cittadini per amor di patria tendono a digerire tutte le scelte. Se poi si aggiunge un'informazione pilotata dal potere allora il mix diventa perfetto. Nessuno saprà la verità per cui nessuno potrà ribellarsi. Quindi il fine di tutta questa distruzione qual è? Semplice, fare gli interessi di una ristretta cerchia di capitalisti (in gran parte tedeschi), che si compreranno tutte le nostre aziende, ormai sul lastrico, e trovare nel nostro paese delle condizioni lavorative a loro favorevoli (ecco perché Renzi ha promesso il Jobs Act alla Merkel in cambio dell'approvazione di una legge stabilità in deficit).
LE PAROLE DI GRILLO - "L'Italia è in coma. E' l'esplosione del debito privato, in prevalenza delle nostre banche verso la Bce, originatosi nel regime a cambi fissi dell'euro, a rendere insostenibile il nostro debito pubblico. Bisogna guardare alla bilancia commerciale oltre che al debito pubblico. Solo se si riconosce che l'ingresso nell'euro ha tarpato le ali alla già scarsa competitività italiana si potrà iniziare un vero dibattito. L'euro ha agito da acceleratore della crisi". (18 settembre 2013, ADNKRONOS)
tramite Nicola Evoli
Fonte: terrarealtime.blogspot.it