giovedì 8 gennaio 2015

Le vigilesse di Renzi e la loro super carriera


Sono due, e grazie a Renzi hanno fatto una carriera davvero invidiabile, arrivando fino a Roma. Ce ne parla Giampaolo Rossi su il Giornale
La prima si chiama Antonella Manzione (in foto). Già capo della Polizia municipale di Pietrasanta nel 2002 entra in contrasto con l'allora sindaco di Forza Italia Massimo Mallegni e lo denuncia per mobbing; da quella denuncia partono tre inchieste da tre procure (Lucca, Firenze e Genova). Nel gennaio del 2006 il sindaco è arrestato con oltre 50 capi d'accusa, tra cui corruzione, associazione a delinquere, truffa e abuso d'ufficio. Il mandato di arresto al sindaco è firmato (casualmente) dal fratello della vigilessa che fa il magistrato a Lucca: si chiama Domenico Manzione. Mallegni si fa 39 giorni di carcere e 120 di arresti domiciliari. Alla fine viene assolto da ogni accusa. Persino il suo arresto è giudicato dalla Cassazione «illegittimo» e per questo lo Stato lo dovrà risarcire.

Come spesso avviene in Italia, i due fratelli Manzione fanno carriera. Lui è oggi sottosegretario all'Interno del governo Renzi. Lei prima diventa capo dei vigili urbani a Firenze proprio con Renzi sindaco; e dopo aver collezionato anche lì altre polemiche dovute al doppio incarico accumulato, è stata nominata da Renzi capo degli Affari legali di Palazzo Chigi, nonostante la Corte dei Conti abbia denunciato che la signora fosse priva dei requisiti necessari. 


La seconda vigilessa si chiama Renza ( nomen omen ) Malchiodi da Piacenza. Inizia la sua ascesa nel 2007 nello staff dell'allora sindaco del Pd Roberto Reggi; nel 2009 diventa suo capo di Gabinetto con competenze in «materia di comunicazione stampa e sicurezza urbana». Quest'ultima è ritenuta così importante da consentirle nel 2012 di essere nominata capo dei Vigili urbani addirittura senza concorso, dal nuovo sindaco Dosi (sempre Pd), il quale il giorno prima della nomina la riconferma anche capo di Gabinetto. Un comandante dei vigili nominato a chiamata diretta è un'anomalia persino per la rossa Emilia.

Con l'arrivo di Renzi a Palazzo Chigi anche la vigilessa emiliana viene chiamata alle armi e si trasferisce a Roma presso l'Unità Missione della presidenza del Consiglio per occuparsi di edilizia scolastica, settore di cui non risulta essersi mai interessata. Qui ritrova (guarda caso) il suo mentore Reggi, nel frattempo diventato sottosegretario all'Istruzione.

Quando Reggi viene nominato sette mesi dopo a capo del Demanio, della vigilessa piacentina si perdono le tracce. Ora le abbiamo ritrovate, guarda caso, proprio al Demanio nella stanza vicina a quella di Reggi, inquadrata come membro staff del direttore; rimangono oscuri contratto e ruolo, nonostante la tanto sbandierata «trasparenza» di cui si vanta Renzi. Dal Demanio ci dicono che lei svolge, di fatto, un ruolo di vicedirettore.

Fonte: tzetze



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