Guidati da Benjamin Fung, i ricercatori hanno sviluppato un sistema che tornerà utile alla polizia nei casi in cui è necessario risalire con precisione al mittente di un'email, andando oltre la semplice identificazione del computer da cui è partita (cui potrebbero avere accesso varie persone).
"Negli scorsi anni abbiamo visto una crescita allarmante nel numero dei cybercrimini che coinvolgono l'invio di email anonime" spiega Fung. "Questa email possono diffondere minacce o pedopornografia, facilitare le comunicazioni tra i criminali o trasportare virus".
Scrivere un'email è un'attività che lascia delle tracce nel testo stesso: ognuno ha un proprio stile, non solo nel modo di comporre le frasi ma anche negli errori che commette, nell'uso di certi termini e nell'adoperare la punteggiatura.
Basandosi su questo principio e facendo uso di tecniche sviluppate per le tecnologie di riconoscimento vocale è nato un programma in grado di riconoscere le particolarità presenti nelle email di un sospettato.
Poi il sistema confronta i risultati con quelli della stessa analisi compiuta sui messaggi degli altri sospettati, eliminando i modelli che in comune. Quelli rimanenti identificheranno con precisione ogni sospettato e, messi a confronto con i modelli presenti nel messaggio anonimo, permetteranno di risalire all'autore.
"Usando questo metodo possiamo determinare con un elevato grado di accuratezza chi ha scritto una data email e ipotizzare il sesso, la nazionalità e il livello di educazione dell'autore" sostiene Fung.
Per testare il sistema i ricercatori hanno esaminato l'Enron Email Dataset, che contiene più di 200.000 email reali spedite da 158 dipendenti dell'azienda. I test hanno dimostrato un'accuratezza tra l'80% e il 90%.
Secondo Fung il sistema può funzionare anche in tribunale perché permette di spiegare su quali basi un testo sia stato attribuito da un determinato autore.