La “stangata” è stata “confezionata” con un decreto provvisorio emanato dai Monopoli di Stato, alla vigilia di Natale. Non certo un “regalo” gradito per i consumatori che fanno uso di sigarette elettroniche (le e-cig), come riporta il Messaggero. Per ogni flacone di liquido di ricarica da 10 millilitri sarà prevista una tassa di 3,33 euro. Una decisione che deriva dalla scelta di considerare ogni millilitro di ricarica equivalente a 5 sigarette classiche.
E-CIG, LA STANGATA – Come spiega il quotidiano romano, il decreto deriva dalla delega fiscale, che prevede per le e-cig un’imposta ridotta rispetto a quella delle sigarette. In pratica, per calcolare l’equivalenza di un chilogrammo di tradizionali sigarette a un certo quantitativo di ricarica liquida, si utilizza un particolare strumento. In base alla normativa, l’accisa è ridotta del 50%. Inizialmente, si era pensato di rapportare un millilitro di ricarica a quattro sigarette, con imposta che superava oltre sei euro per un flacone da dieci millilitri. Poi il decreto dei Monopoli ha stabilito un importo inferiore.
E-CIG, LE PROTESTE DEGLI OPERATORI - Non è bastato per evitare le proteste degli operatori del settore, che criticano il paragone tra sigarette elettroniche e quelle normali:
«L’accusa mossa ai Monopoli (e al governo) è questa: non c’è alcuno standard scientifico sul quale si possa basare in modo corretto e incontestabile il parallelo tra e-cig e sigarette tradizionali. A conti fatti la nuova tassa dovrebbe causare un aumento del 100% del prezzo medio delle ricariche. Molto più di un balzello. In pratica si raddoppia il costo. Una vera e propria stangata per gli operatori del settore. Tra l’altro entro il 20 gennaio deve essere fissata l’equivalenza ufficiale (quella di cui si parla è solo provvisoria). Le tasse, quindi, potrebbero cambiare ancora, nel giro di poche settimane. Contribuendo a rendere ancora più incerto un settore già in difficoltà», si legge sul Messaggero.
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Fonte: giornalettismo.com