lunedì 9 febbraio 2015

L’esperimento di Cambridge conferma l’alimentazione vegana come stile di vita sano


Nel 2000 è stato pubblicato un importante esperimento sull’alimentazione, realizzato dall’Università di Cambridge. Questa ricerca è importante per i seguenti motivi:
  1. è il maggiore esperimento nutrizionale realizzato nella storia, con 20 mila persone comprese tra i 45 e i 79 anni, seguite e testate per un ventennio dal 1980 al 2000 nell’area di Norfolk in Inghilterra;
  2. è stato realizzato da una equipe di medici responsabili dell’Università di Cambridge enon da un gruppo di vegetariani o di igienisti-naturali, che potrebbero essere di parte;
  3. ha dimostrato che, con cifre alla mano, per poter evitare il rischio notevole di imbattere prima o poi le due maggiori malattie nuocciono all’umanità, che sonocancro e infarto, occorre almeno moltiplicare per 5 gli apporti, rigorosamente naturali e non sintetici, di vitamina C e di vitamina E, inserendo nella nostra dieta quotidiana la bellezza di 5 pasti di sola frutta al giorno. Dall’evidenza della necessità di 5 pasti di sola frutta prende il nome questo tipo di dieta: “Five for a Day”;
  4. ha messo a nudo gli errori delle idee classiche della nutrizione medica, in modo scientifico, dando rilevanza all’alimentazione vegana;
  5. è stato nascosto e insabbiato in Europa e Americhe per 7 anni, visto che qualche incompleta e frammentaria notizia su Cambridge 2000 ha cominciato a filtrare sui quotidiani europei a partire dal 2008, mentre era la notizia era stata data sui giornali di Taiwan The China Post e Taiwan Times già nel 2001.
Nel concreto sappiamo che un pasto di frutta significa mangiare senza gonfiarsi, ma a sazietà e in modo corretto, vale a dire a stomaco e intestino ripuliti e privi di scorie proteiche.
Chi è esperto di consumo-frutta, sa perfettamente che la frutta è l’alimento più eccelso, nutritivo e ripulente, ma che ha pure le sue precise esigenze, nel senso che tiene in massima antipatia proteine animali e i cibi cotti consumati in precedenza e non ancora metabolizzati.
È implicito dunque che per beneficiare del sistema Cambridge occorre che i due pasti principali siano pasti virtuosi, di tipo leggero, con scarso alimento cotto e con nessuna proteina animale (le proteine animali rappresenterebbero elemento di incompatibilità e di sabotaggio dell’intero schema, per i loro lunghi tempi di permanenza intestinale).
Esempio di schema applicativo fruttariano, includente i Cicli Nutrizionali e i principi di Cambridge:
  • 1° Colazione (e 1° pasto frutta Cambridge), ad esempio 4 arance, o due pompelmi (anche in succo fresco, spremuto e bevuto all’istante);
  • 2° Colazione (e 2° pasto frutta Cambridge), ad esempio 2 kiwi, o un caco, o un grappolo d’uva, o una fetta di melone;
  • Spuntino mattiniero (e 3° pasto frutta Cambridge);
  • Pranzo:
    • Terrina abbondante verdure crude (lattuga o radicchio, rucola, tarassaco, ravanelli);
    • Riso integrale, o miglio, o grano saraceno più piselli e cipolla, cottura leggera;
    • Patate, zucchine, melanzane, fagiolini;
    • Una manciata di mandorle, o di pistacchi;
  • Merenda: Una mela e una pera (4° pasto frutta Cambridge);
  • 2° Merenda: 2 mandarini, oppure frullato fresco di carota-sedano-ananas (5° pasto frutta Cambridge);
  • Cena:
    • Verdure crude, tipo cavoli verdi e viola, o valerianella, o carciofi e finocchi crudi, o rape crude di diverso tipo, o crescione;
    • Gazpacho, o crema di verdure crude per i più bravi;
    • Crema di cereali, o cuscus, o una pizza vegetariana, o uno spaghetto integrale al dente e al pomodoro e basilico, senza formaggi, per chi non resiste senza il cotto;
    • Verdure cotte al vapore, zucca, patate dolci, cassava (manioca), castagne, castagne d’acqua;
A cena e pranzo ci potrà consumare del pane integrale a più cereali, evitando invece ogni tipo di bevanda. Al massimo mezzo bicchiere d’acqua naturale e non frizzante.
Il condimento sarà a base di olio extravergine non vecchio (max 6 mesi) e spremuto a freddo, con pochissimo sale-pepe e leggera spruzzata di aceto di mele o di vino.
Simona D’Intino
(Fonte)
Tratto da: Morasta


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