Assalto con i tir a Montecitorio. Domani la protesta dei “Forconi” potrebbe diventare un vero e proprio assedio ai palazzi del potere. Gli attivisti, che ieri hanno manifestato a Roma in piazzale dei Partigiani e a Torino in piazza Castello contro tasse, governo e amministrazioni, si stanno preparando ad una giornata in cui la tensione potrebbe arrivare alle stelle. Domani, infatti, in occasione della fiducia al governo Letta è previsto «un grande coordinamento. Organizzeremo un corteo con tutti i presidi di Roma - hanno detto gli attivisti - per chiedere a tutti di andare a casa». Lo zoccolo duro dei “Forconi”, però, potrebbe non fermarsi solo a questo. L’intenzione sarebbe quella di arrivare «con i tir verso Montecitorio». Una impresa difficile, che però ha fatto proseliti tra le frange più estreme del Movimento. Un primo assaggio di quello che potrebbe succedere nella Capitale si è visto ieri a Torino, dove alla protesta si sono uniti militanti di estrema destra aderenti agli ultras di stadio dei gruppi juventini chiamati Drughi e Tradizione. Analoghe realtà romane potrebbero dunque unirsi alla manifestazione per un’altra giornata di caos. Nella capitale, infatti, le due tifoserie sono considerate a rischio perché entrambe hanno una colorazione di estrema destra. Non sarebbe la prima volta infatti che gli ultras di stadio, come è successo il 15 ottobre 2011 durante gli incidenti a piazza San Giovanni, a prescindere dalle ragioni della protesta, si uniscono ai manifestanti al solo scopo di fomentare scontri contro le forze di polizia. Ed ecco perché l’annuncio dello zoccolo duro dei “Forconi” potrebbe rappresentare un innesco alla violenza di piazza. Ieri le maggiori aggregazioni della destra romana, come Casapound e Forza Nuova, pur aderendo alla protesta, hanno rifiutato ogni connotazione violenta della mobilitazione.
Ma c’è chi, come il Movimento sociale europeo, ha aderito alla mobilitazione nazionale contro la crisi per far sentire la propria voce con blitz in alcune zone della città. Una miscela potenzialmente esplosiva, dunque, che non promette nulla di buono. Gli organizzatori della manifestazione, inoltre, hanno già confermato che si andrà avanti ad oltranza, «almeno fino a quando dalle istituzioni non arriveranno i primi segnali drastici di cambiamento». Ad aumentare il livello di attenzione dei carabinieri verso la giornata di domani anche il falso allarme bomba di ieri mattina nella stazione di Padiglione, vicino Nettuno. Verso le 6, infatti, alcuni pendolari hanno segnalato la presenza di uno strano oggetto che hanno subito segnalato alla polizia ferroviaria. Si trattava di una sorta di candelotto di dinamite, assolutamente innocuo, che però era accompagnato da scritte inneggianti alla lotta armata e ai “Forconi”. Sui muri della stazione, infatti, sono state rinvenute frasi fatte con lo spray in cui si leggeva: «Via i politici o rivoluzione. Tutti a Roma. W i Forconi». E ancora, poco distante un manifesto recitava, evidentemente in linea con quanto era in programma ieri: «Avviso alla cittadinanza. 9 dicembre 2013 (ad oltranza). I veri italiani si fermano». Un’azione, questa, evidentemente sterile, che potrebbe però essere servita per attirare l’attenzione sulle ragioni e le modalità della protesta. La manifestazione di domani, poi, si svolgerà in concomitanza alla mobilitazione annunciata dalla Fiom, che fino a giovedì resterà in piazza con i camper provenienti da tutta Italia e che si concentreranno nelle vicinanze dello stadio Flaminio. Da lì partiranno per diverse destinazioni: «I luoghi dell'informazione televisiva (Rai, Mediaset, La7, Sky ecc.) dove verranno chiesti incontri per mettere al centro dell'attenzione le nostre ragioni; il ministero del Lavoro e quello dello Sviluppo Economico, dove verrà costruito un muro di scatole con i nomi e i numeri delle crisi; altri luoghi di mobilitazione sociale presenti nella città, per connettere le nostre ragioni con quelle di chi, per lo stesso modo di affrontare la crisi tutta sul piano finanziario, vede non rispettati diritti fondamentali». Come al solito, inoltre, i rischi di questo tipo di mobilitazioni sono sempre gli stessi. Frange estreme e fuori controllo potrebbero approfittare del caos per mettere in atto blitz ai danni di obiettivi considerati sensibili: palazzi governativi, sedi partitiche, grandi centri di distribuzione e altri. Se è vero che potrebbe essere semplice fermare un’eventuale marcia dei tir contro Montecitorio, è altrettanto vero che è impossibile prevenire, in una città come Roma, eventuali azioni estemporanee contro bersagli diffusi.
Francesca Musacchio
Fonte: iltempo.it