martedì 25 febbraio 2014

La globalizzazione dei "fast food" oltre il marchio: Mc Donald's


mcdonaldsDI PETER SALISBURY
theecologist.org

Le alternative sono che, sia se tu abbia mangiato al Mc Donald’s che no, di sicuro conoscerai un gran numero di persone che l’ha fatto. E’ la più grande catena dei fast food nel mondo, con circa 32 punti vendita in 117 paesi.
Il clown dalla doppia faccia ha dato lavoro a 1,7 milioni di persone ,e nei primi tre mesi del 2011 ha ottenuto da solo un guadagno di 1.2 milioni, al fronte delle entrate di 6.1 miliardi.
La società ha subito enormi critiche negli ultimi 20 anni, a causa dell’influenza che ha sulla popolazione mondiale, sul modo di lavorare e sull’influenza economica ambientale.

Sono stati scritti numerosi atti per infangare l’immagine del Mc Donald’s dal Fast Food Nation al Supersize Me. La diminuzione delle vendite  agli inizi del 2000, ha visto per la prima volta nella storia dell’azienda la chiusura del franchising, causando un ripensamento sul modo in cui il Mc Donald’s opera, e la sua ultima retorica è stata quella di un’azienda che ha riscoperto un entusiasmo per le pratiche etiche ed eco-friendly, ottenendo prestigio da “campioni” come Greenpeace e il Carbon Trust.
Ma questa è soltanto una strategia pubblicitaria o è davvero cambiato? La risposta è si e no. Prima di tutto, a causa del modo in cui l’azienda si sta comportando è difficile generalizzare. Circa l’80% dei punti vendita sono diventati franchisees che devono scontrarsi con i principi stabiliti dall’azienda ma che può e deve superare. Inoltre, le filiali del Mc Donald’s  sono gestite dai paesi e dagli uffici regionali, ognuno dei quali è soggetto a regole locali. La produzione di gran parte dei prodotti che vanno a finire nei piatti del Mc Donald’s , dall’hamburger alle salsicce è dato in gestione a diversi fornitori, rendendo impossibile valutare l’azienda in termini di un singolo standard aureo. L’unico fornitore globale (per le bevande analcoliche) è la Coca-Cola.

Il ramo britannico della società ha di sicuro fatto passi avanti fin dagli anni ’90, quando è stato coinvolto nel processo del 1997 di Mc Libel, in cui la Mc Donald’s Corporation e la Mc Donald’s Restaurants Limited ha citato in giudizio Helen Steel e Dave Harris, un ex giardiniere e un postino , per diffamazione dopo aver pubblicato una serie di volantini denunciando l’azienda.

La Schiavitù

Il giudice ha deciso che sebbene i due non potessero provare alcune delle loro accuse che i Mc Donald’s ha distrutto le foreste, ha causato la fame nel terzo mondo o   malattie e cancro nei paesi sviluppati sono tutti d’accordo che la società sfrutta i bambini pubblicizzando falsamente il loro cibo come nutriente, sponsorizzando indirettamente la crudeltà sugli animali e da ai lavoratori un salario basso. Da allora il marchio inglese si è impegnato in un gran numero di iniziative per promuovere la sua immagine, perseguando una campagna di marketing  aggressivo e dipingendo se stesso allo stesso tempo come un impiegato etico che è sia contadino che eco-friendly.
Si è mosso anche per diventare più trasparente, mettendo una lista di ingredienti di tutti i prodotti sul suo sito internet e dando vita a un altro sito “Make up your own mind” (Decidi tu stesso), invitando i clienti a dar voce alle loro preoccupazioni e pubblicando i commenti dei critici sul sito di produzione.
Tutto questo dovrebbe essere preso con le pinze comunque. Non è sorprendente che una corporazione multi miliardaria che in passato è stata attaccata da aziende sul suo modo di agire, farà il possibile per vendersi come un nuovo personaggio. Ed è ambiguo il fatto che ogni ricerca fatta sul web dell’azienda  comporta una lista di siti quasi tutti gestiti  dall’azienda .Già la ricerca condotta dall’Ecologist mostra che in zone diverse l’azienda ha ampliato la sua conoscenza etica e ambientale nell’ultima decade. Gli hamburger dell’azienda per esempio, adesso sono fatti per il 100% di carne di manzo, non contiene conservanti o coloranti aggiunti o altro. Tutti gli hamburger dei Mc Donald’s sono forniti dalla tedesca Esca Food Solutions che afferma di mantenere uno standard rigoroso e i suoi mattatoi e le piante di produzione, e che per mantenere alti i principi lavora a stretto contatto con 16000 contadini indipendenti in Inghilterra e in Irlanda.

No OGM

A partire dai primi anni del 2000, il Mc Donald’s inglese ha fatto si che nessuno dei suoi manzi, maiali o polli  fosse nutrito con grano geneticamente modificato. I contadini che lavorano per il Mc Donald’s hanno affermato autonomamente sull ‘Ecologist e su Esca che loro hanno una relazione “Decente” con l’azienda.
Nel 2007 Esca ha vinto il”The Uk food manufacturing excellence Awards” (premio di eccellenza per la qualità del cibo)  per i suoi hamburger e nel 2010 il Mc Donald’s  annunciò che stava per lanciare uno studio di tre anni sulla  riduzione delle emissioni di carbone causato dal bestiame per i suoi hamburger . Il bestiame rappresenta il 4% delle emissioni del Regno Unito. Nello stesso tempo tutto il pesce usato nei Filet O-Fish e i bastoncini di pesce derivano da pescherie sostenibili certificate dal Marine Stewardship Council. Le patatine fritte derivano ampiamente da Mc Cain, il più grande rifornitore di patate nel mondo.Le patate fritte sono preparate in negozio e cucinate in olio vegetale che non contiene grassi idrogenati. All’inizio della stagione di crescita delle patate, il destrosio, una forma di glucosio viene aggiunto come dolcificante, e il sale viene aggiunto dopo la cottura (la società afferma di aver ridotto la quantità di sale usato il 23% dal 2008).
Il pane per il Mc Donald’s, i buns e i muffins vengono forniti da un unico e anonimo fornitore situato in Heywoo a Manchester e in Banbury nell’Oxfordshire. Il Mc Donald’s non vorrebbe confessare da d proviene il grano per i panettieri, ma ancora una volta afferma di non comprare raccolti geneticamente modificati. Nello stesso tempo l’azienda ha lvorato con i fornitori e con i proprietari dei franchise per far si che siano il più efficienti possibile. Il Carbon Trust ha premiato il Cardon Trust del Mc Donald’s per aver ridotto le emissioni di carbone complessive del 4 o 5%  tra il 2007e il 2009.
L’azienda che adesso sta sperimentando con una nuova serie di iniziative energetiche basate soprattutto nel trasformare i rifiuti, dall’imballaggio- che è per l’80% riciclato- all’olio vegetale in energia.

Certificati

Dal 2007, l’azienda- che è una tra i più grandi rivenditori di caffè- si  è impegnata a vendere solo caffè certificati dalal Rainforest Alliance. Anche se questo certificato è stato senza ombra di dubbio il responsabile per il miglioramento delle condizioni e delle abitudini in molte operazioni agricole mondiali, è stato oggetto di discussione, più di recente sotto un’investigazione segreta conotta dall’Ecologist ha rivelato accuse di molestie sessuali e condizioni disagiate per alcuni lavoratori e le sue piantagioni di tè a Kericho in Kenya che riconosce il marchio PG Tips.
Nel certificato rilasciato, il Mc Donald’s è diventato senza ombra di dubbio il più criticato. Nel 2006, gli attivisti di Greenpeace hanno assaltato i ristoranti del Mc Donald’s di tutto il mondo vestiti da galline per protestare contro la distruzione della foresta amazzonica che hanno attribuito agli ingordi produttori di soia – che a turno stavano vendendo i loro prodotti agli allevamenti di pollame, e di cui il Mc Donald’s era il cliente principale. Di conseguenza hanno elogiato la soia, spingendo i produttori ad adottare un approccio a “distribuzione zero” per la crescita della loro coltivazione. Nonostante  gli elogi di Greenpeace, il Carbon Trust e personaggi come Jamie Oliver che hanno elogiato la società per la linea etica riguardo la carne e nel comprare i suoi prodotti localmente, l’azienda è perfetta. Una tra le più grandi incongruenze nel suo nuovo e riscoperto entusiasmo peri comportamenti etici derivano dai suoi approcci apparentemente diversi alle condizioni in cui le galline vivono dipendono da qualunque cosa producano, le uova e simili vengono usate come carne nei chicken nuggets e nei pasti affini.
La società si è vantata che la sua filiale inglese compra solo uova ai produttori di allevamenti Lion-Certified, un grande sforo per un enorme compratore di uova, e che la carne in ogni crocchetta di pollo (nuggets) è 100% petto di pollo (il prodotto finale è circa 65:3 i carne e pastella)

Gli allevamenti su scala industriale

Eppure allo stesso modo, l’azienda compra gran parte del suo pollame da due rifornitori, da Sun Valley nel Regno Unito e da May Park nell’Irlanda del Nord, che a turno sono i proprietari della discutibile azienda americana Cargill e Brazil Marfig. La Sun Valley è stata accusata di usare in modo smisurato i metodi  degli allevamenti di pollame per produrre la carne, che i propagandisti dicono di poter usare uccelli che sono stati rinchiusi in enormi allevamenti per gran parte della loro vita con a malapena uno spazio in cui muoversi.
La Sun Valley fu coinvolta nello scandalo del 2008 quando il gruppo attivista Compassion in World Farming ha filmato segretamente le cattive condizioni dei suoi fornitori a Uphampton Farm vicino Leaminstar. Inoltre, anche se il Mc Donald’s è fiero di poter pubblicizzare la provenienza della sua carne, i latticini e le uova, la situazione riguarda la carne di pollo è più insolita. Forse perché più del 90%  della carne usata nel Regno Unito viene dalle strutture Cargill e Marfrag in Thailandia e in Brasile, dove la regolamentazione riguardante il settore degli allevamenti forse sono meno rigidi che nel Regno Unito.
Nello stesso tempo ciò che rimane è che malgrado i tentativi degli ultimi anni di coltivare un’immagine più salutare,le vendite primarie del Mc Donald’s derivano dai fast food in un’epoca in cui sta aumentando la consapevolezza  che l’obesità ha raggiunto proporzioni epidemiche nel Regno Unito e in America.
Sebbene gli europei, e in particolare il Regno Unito, pilastro portante dell’azienda sia diventato sempre più eticamente cosciente, non si può dire la stessa cosa dell’America, che usa il bestiame d’allevamento usando metodi intensivi e in alcuni casi nutriti con raccolti geneticamente modificati.
E con l’acquisto del Mc Donald’s nel Regno Unito si sta ancora comprando dallo stesso pagliaccio.

Peter Salisbury

Fonte originale: theecologist.org 
Traduzione per comedonchisciotte.org a cura di Daniela Pallotta 

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