MOSCA - Vladimir Putin ha discusso oggi la crisi in Ucraina con i "ministeri forti" e le più alte cariche dello Stato, segnalando che il presidente russo si prepara a prendere in mano il dossier dopo settimane di profilo basso sulla vicenda.
Il silenzio del capo del Cremlino è stato dai più motivato con la volontà di non creare ulteriori tensioni durante le Olimpiadi di Sochi e ha lasciato un grande punto interrogativo su quale sarà la reazione della Russia. E mentre il ministro degli Esteri Sergey Lavrov condanna la linea diplomatica occidentale sugli eventi di Kiev, ma ribadisce che la Russia non intende intromettersi, a Mosca circolano insistenti voci di iniziative in via di preparazione.
In particolare, si starebbe valutando il riconoscimento dell'indipendenza dell'Ucraina o la concessione a tutti gli abitanti della penisola della cittadinanza russa: una sorta di scenario stile Ossezia del Sud, la regione separatista georgiana riconosciuta da Mosca dop la guerra del 2008. Per ora queste teorie non trovano tuttavia conferma ufficiale, anzi, sono accompagnate da smentite.
Alla riunione di stamattina sull'Ucraina hanno partecipato i ministri degli Esteri, della Difesa, dell'Interno, i presidenti di Duma e camera alta del parlmento moscovita e i capi di spionaggio e controspionaggio, oltre al premier Dmitri Medvedev, che negli ultimi giorni è stato delegato da Putin a parlare pubblicamente sulla crisi in corso a Kiev. Ieri il primo ministro, solitamente nell'ombra sugli argomenti di politica estera, ha riassunto la posizione russa mettendo in dubbio la legittimità degli "organismi di governo" ucraini riorganizzati su mandato dei manifestanti. "Se la gente che gira per Kiev con maschere nere e Kalashnikov è considerata governo, sarà difficile per noi lavorare con questo governo" ha affermato Medvedev.
Mosca ha fatto sapere di avere sospeso il versamento di una nuova tranche del credito che era stato concesso all'Ucraina dopo la rinuncia da parte di Viktor Yanukovich di firmare l'Accordo di associazione con l'Ue, 15 miliardi in tutto. Yanukovich ora è ricercato per strage e ha fatto perdere le sue tracce, la Comunità internazionale sta cercando formule finanziarie alternative al salvataggio russo.
Una mossa, molto temuta, perchè dalle conseguenze imprevedibili, potrebbe riguardare la Crimea. Una dichiarazione del presidente della commissione della Duma per la Csi (Comunità degli Stati Indipendenti), Leonid Slutsky, ha scatenato le voci di una prossima "distribuzione di massa" di passaporti ai cittadini della Crimea, la penisola che era territorio russo sino al 1954, quando Nikita Krushev la regalò all'Ucraina. Slutsky ha poi vagamente smentito, "sono stato frainteso", ha detto, "i colleghi di Crimea hanno trasformato i desideri in realtà".
Però la notizia ha preso a circolare e oggi campeggia, con le dovute cautele, in apertura del notiziario di Google in lingua russa e del sito del servizio russo della Bbc. "L'Ucraina è una polveriera, qualsiasi provocazione può portare a uno spargimento di sangue, bisogna essere cauti e arrivare con grande ponderazione a qualsiasi decisione", ha precisato il deputato russo, che in Crimea ha incontrato alcuni eletti del partito filo-moscovita Unità Russa.
Secondo ricostruzioni giornalistiche, Slutsky in realtà avrebbe assicurato che, in caso di referendum sull'indipendenza, o di una richiesta di annessione alla Russia, "la questione sarà esaminata con grande sollecitudine". In Crimea, a Sebastopoli, è di stanza la flotta russa del Mar Nero, in base ad un accordo di locazione che scade nel 2017.
Fonte: ilnord.it