La serie di suicidi di banchieri iniziata alla fine di gennaio sembra trasformarsi in epidemia, particolarmente concentrata sul colosso bancario americano JP Morgan.
Un terzo banchiere di JP Morgan si è tolto la vita martedì 18 febbraio presso la sede di JP Morgan Charter House Asia, nel centro di Hong Kong. Era un trader di 33 anni e si è suicidato lanciandosi dal tetto del grattacielo che ospita la sede della banca americana.
Il 26 gennaio 2014 la polizia di Londra aveva trovato il cadavere di William Broeksmit, 58 anni, ex direttore esecutivo presso la Deutsche Bank, morto impiccato nella sua casa di Kensington.
Il 28 gennaio Gabriel Magee, banchiere di 39 anni presso JP Morgan Londra, è morto dopo essersi lanciato dal tetto della sede della banca. Magee era vice presidente nel dipartimento tecnologico della banca. La polizia ha confermato che si tratta di un suicidio.
Il 29 gennaio Mike Dueker, 50 anni e economista capo presso la società americana Russell Investments si è suicidato saltando da un ponte a Tacoma, nei pressi di Washington.
Il 3 febbraio, Ryan Crane, 37 anni e direttore esecutivo presso JP Morgan Chase a New York è stato trovato morto nella sua casa di Stamford, nel Connecticut.
Diversi commentatori britannici e nord americani affermano che questi decessi intervengono nel momento in cui alcune multinazionali subiscono importanti perdite, le quali potrebbero lasciar presagire l’imminenza di una nuova e grave crisi finanziaria.
Fonte notizia: Ticinolive.ch
Tratto da: ilnord.it