Che il Pil italiano sia tornato a crescere negli ultimi tre mesi dello scorso anno è un fatto scontato. Tradizionalmente l’ultima parte dell’anno, a causa di qualche effervescenza del mercato interno, ha sempre segnato una occasione di “rilancio” dell’economia. Ma questo ovviamente non viene spiegato dai maghetti dell’Istat, da poco passati sotto la supervisione dei circoli internazionali dell'economia, e dalla Propaganda di Regime. Tutti lì a gridare al miracolo. Miracolo di che se pur con il vento in poppa degli acquisti natalizi il “rimbalzo” ha segnato un incremento di appena lo 0,1?
Ci vuole davvero un bel coraggio! E’ molto meglio l’arroganza di John Elkann di questi quattro cantori di regime pronti a firmare carte false pur di tenersi strette le loro preziose sediole. Lasciando da parte questi professionisti della menzogna. L’altro capitolo che sicuramente ha solleticato la fantasia dei portaborse è stato il giudizio di Moody’s. Anche qui si gioca con le parole. E non si vuole vedere la catastrofe dietro l’astrattezza delle formule delle agenzie di rating. Eppure gli esperti di Moody’s, pensate un po’, a volte sanno parlar chiaro.
La decisione di migliorare l'outlook dell'Italia – spiegano - e' legata soprattutto alla resistenza e alla capacita' di recupero del suo sistema finanziario, e alla riduzione dei rischi sul fronte del bilancio, con il livello del debito pubblico che dovrebbe stabilizzarsi nel 2014 raggiungendo un picco poco sotto al 135%. Questo prendendo in considerazione lo scenario di una ripresa economica modesta”. Nel comunicato Moody's spiega anche come il miglioramento del giudizio sul nostro Paese sia dovuto alle misure prese per la ricapitalizzazione delle banche (i sette miliardi e mezzo regalati da Bankitalia, ndr), e alle garanzie date dalla rete di protezione messa in campo per i Paesi della zona euro, grazie all'istituzione dello European Financial Stability (Efs) e dello European Stability Mechanism (Esm), i cosiddetti 'fondi salva-Stati'. Chiaro? Che c’entra tutto questo con la ripresa? Le vostre fandonie ci hanno davvero stufato.
Qui parla chiaro: “State salvando le banche”, non le persone. La ripresa, definita qui “modesta”, è solo una ipotesi di scenario. I numeri parlano d’altro, ovvero dei sacrifici passati, presenti e futuri sulle spalle della povera gente, che stanno pagando non solo i cosiddetti conti pubblici ma anche il perverso gioco speculativo delle banche. Per chi ancora non l'avesse capito, si apre una fase in cui il Governo farà carte false pur di salvare alcune banche e lasciar andare altre. Renzi è stato messo lì apposta. Si aprirà una fase in cui Scegliere a chi prestare anche solo un euro sarà un affare di Stato. Senza contare che intanto gli speculatori di professione saranno lì a fregarsi le mani con l'intera sanità pubblica che verrà privatizzata. E’ davvero paradossale trarre da questo auspici positivi per l’Italia. Emblematico il fatto che mentre “i servi dei servi” osannavano la cosiddetta ripresa infarcendo di stupidità gli slogan della propaganda, una piccola fondazione, la Res, illustrava la catastrofe Sicilia dove, nello stesso trimestre analizzato dall’Istat c’è stata una contrazione degli occupati di circa 89mila unita' (-6,4%). Un calo che, secondo le stime della Fondazione che ieri ha presentato a Palermo il suo consueto rapporto sullo stato dell'economia siciliana, dovrebbe confermarsi anche nell'anno appena iniziato. Le stime, infatti, prefigurano nella media annua un ulteriore peggioramento della situazione, con un tasso di disoccupazione che raggiungera' il 23,1% nel 2014. Il dato, superiore di oltre 8-10 punti rispetto alle previsioni nazionali, colloca la Sicilia agli ultimi posti della graduatoria nazionale, dopo Campania e Calabria.
Fonte: controlacrisi.org