sabato 8 febbraio 2014

Disastro Letta: su 429 provvedimenti ne ha attuati solo 45

CARO LETTA, VAI A CASA
Il disastro del premier:
tutti i suoi fallimenti
Le leggi stanno a zero (attuati solo 45 provvedimenti su 429). Dati imbarazzanti per i ministeri, Kyenge su tutti. E poi sul lavoro...
 
Tante parole e pochi fatti. Il governo Letta ormai è su un binario morto. Da quel 28 aprile 2013 il Paese è rimasto impantanato nella nullità dell'azione di governo e ora è appeso ad un balletto estenunate tra l'ipotesi di un Letta-bis, di un Renzi a palazzo Chigi o di un voto anticipato. La capacità decisionale non è certo il punto forte di questo governo che dopo circa 10 mesi di vita su 429 provvedimenti approvati ha dato attuazione solo a 45 norme. 

Numeri imbarazzanti -
 Uno score impressionante che segna di fatto il fallimento del governino di Letta-Alfano. I flop clamorosi arrivano dal ministero degli affari esteri, dai beni culturali e dalla giustizia: non hanno licenziato nessun decreto attuativo. Ma le responsabilità maggiori il governo ce le ha sul fronte economico. Quante volte con conferenze stampa in pompa magna è stata proclamata l'emergenza per le piccole e medie imprese? Ma dallo Sviluppo Economico e dal Tesoro non sono riusciti nemmeno a trovare il fondo di garanzia. 


Disastro Saccomanni - Su 76 provvedimenti che portano l'etichetta di via XX settembre solo 16 sono stati adottati mentre ben 60 sono rimasti nel cassetto. L'unica cosa che importava a Letta e ai suoi ministri era la press room con i flash dei giornalisti. Imbarazzanti anche i risultati di Cecile Kyenge. 

Flop Kyenge e Giovannini - Il ministero dell'Integrazione ha proposto zero provvedimenti in dieci mesi di governo. La Bonino invece ha dalla sua 7 provvedimenti che sono rimasti nel cassetto senza vedere la luce dell'attuazione. Sul fronte lavoro è un bagno di sangue. I provvedimenti che riguardano il ministero di Enrico Giovannini sono 28. Adottati:1. Nel cassetto gli altri 27. Queste sono solo alcune cifre della lavoro "duro" del governo, impegnato più con le parole che con i fatti. Ora le chiacchere stanno a zero come si dice dalle parti di palazzo Chigi, e il momento dell'addio per Enrico è sempre più vicino. 



Fonte: liberoquotidiano.it 

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