martedì 3 febbraio 2015

Piemonte Radiattivo – Contiene oltre il 72% delle scorie radioattive italiane

notav_avigliana
Treno carico di scorie radioattive in Piemonte
Di Dioni aka Riccardo Lautiz
Nessuno lo dice, ma in Piemonte si trova un’immensa discarica di scorie nucleari, una potenziale bomba per i residenti della zona e l’ambiente. La denuncia parte dall’associazione Pro Natura in base a quanto emerge dall’annuario Ispra. A Saluggia, in provincia di Vercelli, dove sono stoccati i rifiuti nucleari italiani delle vecchie centrali e, prestiamo attenzione, anche rifiuti provenienti da Olanda e Canada!
Il Piemonte è ormai una pattumiera radioattiva. A denunciarlo è Pro Natura, attraverso la sede di Torino: in base all’ultimo Annuario dei dati ambientali dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), gli ambientalisti mettono in guardia sui rischi corsi da una regione che, da sola, ospita oltre il 96% dei rifiuti radioattivi italiani. Una situazione allarmante, secondo l’associazione ecologista, e destinata a durare ancora a lungo: “Ci sono ben cinque nuovi depositi nucleari in progetto nella nostra regione”, scrive Rossana Vallino su Obiettivo Ambiente, il magazine di Pro Natura. Inoltre, sono ricominciati anche “gli inutili e pericolosi trasporti nucleari verso la Francia”. Un via vai di materiali di scarto radioattivi che, soprattutto in Val Susa, ha già sollevato molte proteste in passato, e che non si limita ai trasporti Oltralpe.

A Saluggia, in provincia di Vercelli, sono stoccati anche rifiuti radioattivi provenienti dal Canada e dall’Olanda. Come le lamine di Petten, ora destinate ad essere spedite negli Stati Uniti. Dopo avere attraversato in autostrada l’intero nord Italia. Rifiuti radioattivi giacenti, trasporti di materiali contaminati attraverso zone densamente popolate, scarichi di radioattività in aria e in acqua. Con il 72,3% in termini di attività ed il 96,42% dei materiali di scarto radioattivi, il Piemonte si aggiudica il poco invidiabile primato di regione più a rischio irradiazione d’Italia. Uranio, trizio, plutonio, trasporti da e per il deposito Avogadro di Saluggia: “Ce n’è quanto basta per lanciare un forte grido d’allarme”, allerta la sezione piemontese di Pro Natura. “Formalmente si tratta di depositi temporanei”, scrive Vallino, ma siccome del Deposito Nazionale definitivo, che per legge doveva essere costruito entro il 31 dicembre 2008, non c’è alcuna traccia, “è facile pensare che questi numerosi depositi saranno destinati ad ospitare i materiali radioattivi chissà per quanto tempo”.
Nel 1979 a Saluggia venne costruito il primo reattore nucleare d’Italia, chiuso 8 anni più tardi e convertito in deposito di materiale nucleare. Trenta tonnellate, per l’esattezza. Ma non finisce qui, perchè a breve distanza, il centro Eurex conserva 230 metri cubi di scorie radioattive allo stato liquido, barre di uranio sciolte per ricavare plutonio, elemento di largo utilizzo nell’industria bellica.
Spostandoci invece a Trino,  ha sede un ex centrale nucleare che vanta il triste primato italiano per le emissioni di trizio, sostanza radioattiva estremamente dannosa per i tessuti umani più delicati, come sangue e midollo. Elevati quantitativi di trizio sono stati ritrovati anche nel vicino Lago Maggiore, e vengono attribuiti al Centro nucleare Euratom di Ispra.
Nel complesso, la Regione Piemonte ospita il 72% delle sostanze radioattive presenti nel Belpaese. Le aree, lasciate per anni in stato di abbandono, hanno suscitato le proteste delle associazioni ambientaliste, preoccupate per i quantitativi di sostanze radioattive che vengono scaricate in acqua e in aria dagli impianti dismessi.
PS. Se qualcuno si chiedesse se questi rifiuti nucleari si stanno diffondendo, può leggere l’articolo Cesio Radioattivo nei cinghiali: livelli superiori a quelli presenti in caso di incidente nucleare che guarda caso riguarda proprio la zona di Vercelli in cui ci sono i rifiuti nucleari.

Fonte: dionidream.com



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