domenica 8 febbraio 2015

Scandaloso: lo Stato rinuncia ad eventuali risarcimenti dalle agenzie di rating!

E' partito a Trani l'atteso processo alle agenzie di rating, accusate di aver danneggiato deliberatamente l'Italia nell'ambito della manovra che condusse Mario Monti al governo. 

Un'inchiesta che sin dall'inizio ha avuto scarsissimo risalto mediatico, nonostante la gravità dei reati ipotizzati, e che abbiamo sostenuto sin dall'inizio.
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INIZIATO IL PROCESSO CONTRO AGENZIE DI RATING, MA LO STATO NON POTRA' CHIEDERE DANNI: NON SI E' COSTITUITO PARTE CIVILE!

Lo Stato italiano, in caso di condanna degli imputati, non potra' chiedere i danni alle agenzie di rating Standard & Poor's e Fitch, imputate per manipolazione del mercato assieme a sei tra analisti e manager. Questo perche' il ministero dell'Economia, ovvero il ministro dell'Economia Padoan, ha deciso di non partecipare al dibattimento che si e' aperto oggi a Trani. 
E Consob e Bankitalia, pur potendo costituirsi parte civile, non lo hanno fatto e parteciperanno alle udienze solo come persone offese: ossia come semplici spettatori. Anche in questo caso, una decisione semplicemente allucinante.
Una decisione, quella del ministro dell'Economia Padoan,, che ha "sorpreso" il pm Michele Ruggiero.
"Ho preso atto - ha detto il magistrato ai cronisti - che e' intervenuta la Consob che a mio avviso aveva il dovere di intervenire, sono invece sorpreso per la mancata costituzione del ministero dell'Economia che abbiamo indicato come persona offesa. Prendo atto che, nonostante ci sia stato un vaglio del gup sulla fondatezza dell'accusa di manipolazione in danno dello Stato italiano, il ministero abbia adottato questa scelta. Una scelta che rispetto, ma che francamente mi sorprende".

Critiche alle quali non sono seguite prese di posizione ufficiali, anche se la risposta del Mef sembra implicitamente contenuta in un atto del novembre 2013 con il quale veniva rinnovato a Fitch per un anno (e per 150mila euro) il contratto di fornitura del servizio di rating sulle emissioni di titoli di debito italiani deciso nonostante le pesanti accuse di manipolazione del mercato. Ulteriore follia, se non complicità.
Al Tribunale (presidente Giulia Pavese) hanno chiesto di costituirsi parte civile le associazione dei consumatori (Adusbef, Acu e Federconsumatori) e una ventina di risparmiatori.
Contrarie, invece, le difese, che hanno annunciato per la prossima udienza del 5 marzo "numerose" eccezioni preliminari a cominciare dalla spinosa questione della competenza territoriale.
Nel processo a carico dei 5 imputati di Standard & Poor's, la pubblica accusa chiede che depongano come testimoni anche il governatore della Bce, Mario Draghi, il ministro dell'economia, Pier Carlo Padoan, i due ex premier Romano Prodi e Mario Monti e altri nomi noti del mondo dell'economia e della politica come l'ex ministro Giulio Tremonti e il presidente della Consob Giuseppe Vegas.
Il processo riguarda il declassamento di due gradini del rating dell'Italia (da A a BBB+) che le agenzie di rating decisero tra il 2011 e il 2012 e che, secondo l'accusa, avrebbe provocato "una destabilizzazione dell'immagine, del prestigio e degli affidamenti creditizi dell'Italia sui mercati finanziari nazionali ed internazionali'', un deprezzamento dei titoli di Stato e un indebolimento dell'euro.
Per S&P sono 5 gli imputati: Deven Sharma, ex presidente mondiale di S&P Financial Service; Yann Le Pallec, responsabile per l'Europa; e gli analisti del debito sovrano Eileen Zhang, Franklin Crawford Gill e Moritz Kraemer.
Manager e analisti di S&P sono accusati di aver fornito "intenzionalmente" ai mercati finanziari, tra maggio 2011 e gennaio 2012, quattro report contenenti informazioni tendenziose e distorte sull'affidabilita' creditizia italiana e sulle iniziative di risanamento e di rilancio economico adottate dal governo italiano "per disincentivare - secondo l'accusa - l'acquisto di titoli del debito pubblico italiano e deprezzarne cosi' il valore".
L'ultimo report sotto accusa e' quello con cui S&P, il 13 gennaio 2012, decreto' il declassamento del rating dell'Italia di due gradini (da A a BBB+). Per Fitch e' imputato David Michael Willmoth Riley, capo rating sovrano della sede di Londra, accusato di aver rilanciato, dal 10 al 18 gennaio 2012, "indebiti annunci preventivi di imminente declassamento" dell'Italia, mai pero' decretato ufficialmente dall'agenzia Fitch fino al 27 gennaio 2012, e "cosi' divulgando a mercati aperti informazioni che dovevano restare riservate, concretamente idonee a provocare una sensibile alterazione del prezzo degli strumenti finanziari".
Ma la vera notizia - come scritto - d'apertura del processo contro Standard & Poor's al tribunale di Trani riguarda le scandalose decisioni del governo Renzi per tramite del ministro Padoan di non costituirsi parte civile contro questa associaizone a delinquere che ha danneggiato gravemente l'Italia. Così facendo, il governo Renzi "schiera" l'Italia dalla parte di S&P. C'è da domandarsi quali vantaggi personali ne abbiano tratto i componenti del governo.
Che vergogna.


Fonte: Il Nord



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