domenica 16 marzo 2014

IL VILLAGGIO CINESE CHE HA REALIZZATO IL VERO COMUNISMO!

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«Quello che abbiamo realizzato qui è semplicemente il comunismo». Forse Mao Zedong sarebbe entusiasta di quello che ha messo in piedi Xue Feng in un piccolo paesino cinese nello Yunnan, al confine con Laos, Vietnam e Myanmar.
NIENTE SOLDI. Lo Shengmin Chanyuan (Nuova oasi per la vita) è una piccola comune di 150 persone dove si condivide tutto: dalla casa al cibo, senza bisogno di soldi. Ognuno lavora secondo le sue capacità e la sua forza fisica e i frutti vengono messi in comune e spartiti secondo le esigenze di ciascuno. «Le persone danno quel che possono e prendono ciò di cui hanno bisogno», dichiara Xue al New York Times.

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EDEN PROLETARIO. Negli ultimi cinque anni intere famiglie si sono trasferite in questi 60 ettari di terra, dove hanno costruito tante unità abitative di mattoni con i tetti rossi, autosufficienti grazie alla coltivazione della terra e alla pastorizia. In questo Eden proletario cinese, afferma Xue, «abbiamo scoperto una nuova via per vivere consumando poche risorse in totale armonia». C’è chi si occupa dei fiori, chi delle galline, chi delle oche, chi delle coltivazioni, chi della legna: e tutto viene condiviso.
I residenti della Nuova oasi hanno cambiato nome e quelli nuovi terminano tutti con l’ideogramma cinese che indica l’erba, per meglio sottolineare il legame con la terra. Non esistono matrimoni, soldi, guardie o punizioni perché non ce n’è bisogno e le relazioni di coppia sono libere.


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COMUNISMO IDEALE. In questo piccolo mondo, dove il comunismo ideale sarebbe diventato realtà, «nessuno fa male a nessuno». Ma questa non è l’opinione del governo e del partito comunista cinese.
Il comunismo reale, infatti, perfettamente rappresentato da Pechino, non ama l’autonomia e non ha mai visto di buon occhio tutto ciò che non può controllare direttamente. Ecco perché da un anno sta cercando di distruggere la comune.
COMUNISMO REALE. La strada che porta alla Nuova oasi è bloccata dalle autorità e nessuno può entrare o uscire se non ricorrendo a complessi sotterfugi. Per il governo la comune viola le leggi sul matrimonio, l’agricoltura e l’educazione. Il partito comunista ha inviato bande di delinquenti a malmenare i proletari e a distruggere le pompe per l’acqua e i generatori di elettricità.
A dicembre l’ufficio forestale ha comminato una multa di 27 mila dollari per l’improprio utilizzo della terra ai residenti e sta cercando di riprendersi i terreni. A gennaio, sulla collina che sovrasta il villaggio comunista, è comparso un autocarro i cui altoparlanti gracchiano giorno e notte che gli abitanti stanno violando la legge.
«VOGLIONO SBARAZZARSI DI NOI». «Vogliono sbarazzarsi di noi e cercano ogni scusa», protesta Yan Li, che oggi si chiama “Stesso cuore”. “Terra benefica”, un tempo Cui Wenzhen, 67 anni, è preoccupata mentre getta da mangiare alle anatre. «Abbiamo venduto tutto per venire qui. Non abbiamo una casa a cui tornare e non avremmo modo di sopravvivere».
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CONFISCA DELLA TERRA. Molti degli abitanti pensano che il reale motivo per cui il governo comunista li vuole cacciare dalla Nuova oasi è vendere il terreno a qualche imprenditore. Nessun cinese, infatti, è proprietario dei suoi terreni, che formalmente appartengono allo Stato e vengono affittati agli usufruttuari. Il governo locale in qualunque momento può riprenderseli e venderli al miglior offerente, e spesso questo avviene per ripianare i debiti delle amministrazioni a scapito dei cittadini.
IL VERO COMUNISMO. A breve un tribunale deciderà se il governo ha o meno il diritto di riprendersi la terra della comune e smantellare per sempre il sogno comunista della Nuova oasi. «Per anni non abbiamo creato problemi a nessuno ma ora dicono che siamo fuori legge», afferma sconsolato Xu Mengting, alias “Destino di pace”.
Prima o poi, il comunismo ideale fatto di pace e condivisione, senza ombra di egoismo, si scontra sempre con il comunismo reale, fatto di ingiustizia e repressione.


Fonte: Tempi.it

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