sabato 30 novembre 2013

I parlamentari italiani più assenteisti


Camera deputatiI parlamentari italiani sono i più pagati d’Europa. Hanno diritto allo stipendio anche se non si presentano alle votazioni e, se impegnati in “missioni”, non rinunciano neanche ai 3mila e 500 euro al mese di diaria. Come se non bastasse, gli onorevoli o i senatori impegnati in altre attività professionali possono sommare la gran parte del reddito privato con quello pubblico. 

Ma andiamo con ordine. Nonostante i proclami del governo Monti sull’abolizione delle Province e sulle sforbiciate alle indennità parlamentari, non è cambiato quasi nulla. E pensare che sia il governo tecnico che quello Berlusconi prima, avevano addirittura istituito una commissione presieduta dall’allora presidente dell’Istat, ora ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, al fine di livellare i trattamenti economici dei parlamentari italiani sull’esempio dei colleghi europei. Fatica sprecata, non è successo un bel niente. Il mese scorso, però, il professore dell’Università Carlos III di Madrid, Pablo Onate, ha stilato una classifica precisa su quanto i deputati europei si portano a casa a fine mese. Quelli che intascano più soldi? Ovviamente gli italiani, con 11mila e 700 euro. I portoghesi solo 3mila e 200 euro al mese, gli spagnoli 3mila e 600, gli inglesi 6mila e 400, trecento euro in più per gli svedesi, 6mila e 900 per i francesi e i tedeschi arrivano a 7mila e 700 euro. Al di là delle solite polemiche sulle cifre che comunque andrebbero rapportate alla ricchezza di ogni singola nazione, quello che non fa mai male sottolineare è che gli stipendi sono comunque pagati anche nel caso in cui l’onorevole di turno non si presenta a Montecitorio. 


Il più assente? L’ex premier Mario Monti, seguito dall’ormai ex senatore, Silvio Berlusconi. La graduatoria tiene conto dei dati aggiornati allo scorso giugno, diffusi da OpenPolis, basandosi sulle votazioni elettroniche, ma senza considerare i motivi delle assenze. Alla Camera, spulciando la lista, il recordman degli assenteisti è Antonio Angelucci, onorevole Fi-PdL (con il 98,28 per cento di assenze. Maglia nera anche per uno dei legali di Berlusconi, Piero Longo, che non ha preso parte al 98,28 per cento delle votazioni. Impegnati nelle aule di tribunale per i tanti processi che hanno visto imputato il Cavaliere, i due avvocati hanno lo stesso incassato le indennità parlamentari, “arrotondando” con le loro parcelle. Il segretario del Partito democratico,Guglielmo Epifani, su mille e 40 votazioni in aula da inizio legislatura (15 marzo) a fine agosto, è mancato il 90,67 per cento delle volte. A dire il vero, formalmente, risultava presente perché “in missione”. Il regolamento di Montecitorio parla chiaro, all’articolo 46 spiega che “i deputati che sono impegnati per incarico avuto dalla Camera, fuori dalla sua sede, o, se membri del governo, per ragioni del loro ufficio, sono computati come presenti per fissare il numero legale”. Con un dettaglio ulteriore. Il parlamentare “in missione”, dal momento che viene conteggiato come presente, ha diritto alla diaria: 3mila e 503 euro al mese che si sommano all’indennità e al rimborso spese. 

I dati più recenti sulle presenze in Parlamento vengono da Sky TG24, che è andata a controllare le statistiche ufficiali di Montecitorio e Palazzo Madama alla ricerca degli stakanovisti e dei più assenti. Secondo i dati ufficiali della Camera, c’è anche chi ha effettuato zero votazioni come deputato. Conferma la posizione di maggior assenteista l’onorevole Antonio Angelucci. Tra ivirtuosi, invece, ci sono Francesco Cariello del Movimento 5 Stelle che ha preso parte a 1358 sedute per una percentuale bulgara del 99,12 per cento, al primo posto Giorgio Brandolin, deputato Pd, che ha votato il 99,85 per cento delle volte. A Palazzo Madama, tra i più presenti la senatrice PdDonatella Albano, in aula il 99,88 per cento delle votazioni e Giacomo Caliendo, Fi-PdL, presente il 99,59 per cento delle sedute con voto elettronico. 

I recordmen di assenze in Senato? Due fedelissimi del Cav: uno è, di nuovo, un suo legale, Niccolò Ghedini; l'altro è Denis Verdini. Entrambi, con quasi il 100 per cento di mancate presenze. Non sono da meno i senatori a vita: da quando sono stati nominati dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, lo scorso 30 agosto, le sedute del Senato sono state 48, per un totale di 629 votazioni. Elena Cattaneo ha collezionato il 18,28 per cento di presenze; Carlo Rubbia ha votato solo 5 volte; Renzo Piano non si è mai presentato in Senato fino alla seduta di mercoledì sulla decadenza di Silvio Berlusconi.



Fonte: finance.yahoo.com

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