martedì 26 novembre 2013

Riprendono i suicidi, ecco la ripresa promessa da Saccomanni

La scorsa settimana un piccolo imprenditore si è ucciso nel profondo Nord: non reggeva più la situazione economica tra crisi e fisco. Se n'è parlato pochissimo. Lo stesso giorno un altro piccolo imprenditore si è ucciso, per le stesse ragioni, in Lucania. Non se n'è parlato proprio. Meglio, per i media, non presentare agli italiani una realtà molto diversa da quella inventata da Saccomanni e dalla Banda Vedrò. La luce in fondo al tunnel? Forse è quella dei lumini del cimitero. La ripresa? E' solo quella delle tasse mascherate con altri nomi. E a Milano alcune chiese, oltre a raccogliere le elemosine in denaro, hanno organizzato la raccolta di cibo per i poveri. Una raccolta in teoria settimanale, ma con invito a trasformarla in quotidiana perché le legioni di poveri aumentano, nella Milano aperta al sociale del sindaco Pisapia. Ma arrivano le tredicesime e ripartono i consumi. Così il quotidiano della Fiat può titolare trionfante sulla felicità dei commercianti perché, almeno nelle domeniche prenatalizie, non si pagherà il parcheggio. Meglio non far sapere che il 90% della tredicesima servirà per pagare le tasse e non per fare acquisti. Questa è la ripresa secondo Saccomanni: suicidi e povertà. Questa è l'Italia che vogliono Letta, Alfano e gli altri membri della Banda Vedrò, a partire dalla coppia trasversale Boccia-De Girolamo (ma due zoppi fanno un campione di corsa?).
Un'Italia che si rifiuta di investire sulla tutela del territorio, perché i mercati ci ordinano di risparmiare, e si ritrova a pagare molto di più per i danni provocati da frane ed alluvioni. Un'Italia che spreca un mare di denaro per andare a raccogliere gli immigrati prima ancora che provino ad emigrare, ma che non spende nulla per dare un lavoro a ricercatori e laureati in grado di far ripartire questo Paese. Un'Italia che per far contenta la ministra 1-2-x regala montagne di denaro ai rifugiati, che mai han fatto qualcosa per questo Paese, e poi concede un'elemosina molto ma molto più ridotta ai sardi alluvionati. Quei sardi che le tasse per mantenere questo governo le avevano già pagate. Eppure si continua a girare intorno al problema, non lo si vuole affrontare: questa Europa, questi mercati, sono incompatibili con la sopravvivenza dell'Italia. Dopo aver venduto le aziende strategiche italiane, a partire da Eni e Finmeccanica, cosa farà il governo Alfetta per distruggere ulteriormente l'Italia? Perché i 40-50 miliardi da tirar fuori ogni anno, a partire dal 2015, per compiacere l'Europa ed i mercati, metteranno fine alla storia degli italiani. E non in 20 anni, ne basteranno un paio. Ma non lo si dice, lo si nasconde. La mole di Saccomanni e Cancellieri per coprire la vergogna della Banda Vedrò e della sua emanazione: il governo Alfetta per cancellare l'Italia



Fonte:  girano.blogspot.it

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