giovedì 14 novembre 2013

L'Inps non ha più soldi per pagare le pensioni per colpa del più grande evasore della storia: LO STATO!

Roma - Il disavanzo patrimoniale ed economico dell'Inps puo' dare segnali di non totale tranquillita'. Cosi' il presidente dell'Inps Antonio Mastrapasqua sui dati di bilancio dell'Ente che soffre dell'accorpamento con Inpdap ed Enpals.

Una preoccupazione, ha spiegato nel corso di una audizione alla commissione bicamerale di controllo, di cui ha fatto partecipe il governo in una lettera. "Ho scritto sia al ministro Saccomanni che al ministro Giovannini, come fatto con l'esecutivo precedente, invitandolo a fare una riflessione su questo punto essendo il bilancio Inps ormai un bilancio unico ed essendo il disavanzo patrimoniale ed economico una cosa che, vista dall'esterno, nel mondo della previdenza, puo' dare segnali di non totale tranquillita'", ha spiegato alla Commissione parlamentare di controllo sugli enti di previdenza.

L'accorpamento con Inpdap ed Enpals, d'altra parte, ha proseguito Mastrapasqua, "ha creato uno squilibrio di bilancio". Un deficit imputabile essenzialmente, riassume ancora il presidente Inps, al disavanzo ereditato dall'ex-Inpdap; dal calo dei contributi per effetto del blocco del turno over e dal continuo aumento delle uscite per prestazioni istituzionali.

"E il piu' grande evasore e' lo Stato, Mastrapasqua arriva colpevolmente con due mesi di ritardo rispetto ai sindacati".Lo ha detto il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, ricordando che il suo sindacato ha votato "contro il bilancio dell'Inps". Angeletti ha ricordato che nell'incorporazione dell'ente previdenziale dei lavoratori pubblici "il piu' grande evasore contributivo e' lo Stato, perche' non ha pagato i contributi per i propri dipendenti per un valore di quasi 8 miliardi di euro". "Adesso stanno pure cercando il modo di usare i soldi dei lavoratori pubblici per finanziare il buco dello Stato. Intanto pagassero i contributi" (agi)

L'ARTICOLO CHE SEGUE E' STATO PUBBLICATO DA ILNORD.IT MESI FA. NOI AVEVAMO DENUNCIATO QUESTO DISASTRO.

domenica 12 maggio 2013

Lo stato italiano non ha versato per anni i contributi pensionistici ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni e quindi li ha fatti confluire nell’Inps, ponendoli a carico di coloro che la sventura pose a lavorare nel comparto produttivo. Il presidente dell’Inps, Mastropasqua,  ha confermato che l’ente ha quasi terminato le sue disponibilità: in breve sarà illiquido e a sostegno del suo allarme, ha citato la Relazione della Corte dei Conti sul bilancio preventivo 2012 da cui emerge chiaramente che la fusione con Inpdap ed Enpals operata all’inizio del 2012 si è rivelata una pillola avvelenata per i conti dell’Inps: “il patrimonio netto … è sufficiente a sostenere una perdita per non oltre tre esercizi”. - scrive l'alta Corte.  Ma la Corte dei Conti non si ferma all'allarme di bilancio. Infatti, scrive: «Questo, a causa della fusione Inpdap-Inps, ovvero l’ente previdenziale dei dipendenti pubblici con la previdenza privata. Una fusione voluta dalla manovra del governo Monti denominata Salva-Italia del 2011, che non ha cancellato il buco di 23 miliardi di euro, equivalente al debito che lo Stato ha nei confronti dei contributi previdenziali per i suoi dipendenti. Buco che ora grava nelle casse del Superinps, con il rischio di non riuscir più a pagare le pensioni per i prossimi anni se non verranno fati interventi a carattere urgente per risanare i conti.»

Mi auguro abbiate letto con attenzione. La Corte dei Conti accusa senza mezzi termini lo Stato italiano di evasione contributiva, per la qual cosa un privato cittadino finirebbe in galera e un'azienda vedrebbe confiscato il suo patrionio. La frase il «debito che lo Stato ha nei confronti dei contributi previdenziali per i suoi dipendenti» non lascia spazio a nessun'altra interpretazione. Lo stato italiano ha violato le leggi dello Stato italiano,e questo buco da 23 miliardi di euro nei conti dell'Inps - insanabile dall'Inps - va a sommarsi  al «deficit di 91 miliardi che la Pubblica Amministrazione ha nei confronti dei propri fornitori». che la Corte dei Conti stigmatizza in un'altra relazione refa pubblica due mesi fa.  Ovviamente questi 114 miliardi di euro di buco in cassa dello Stato vanno a sommarsi agli oltre 2000 miliardi di euro di debiti, dello Stato, quelli che oggi sono arrivati ad essere il 130% del Pil. Una vera follia.

Ma rimaniamo all'Inps. Mastropasqua aggiunge: «Se le amministrazioni dello Stato rallenteranno ancora i pagamenti l’Inps avrà “ulteriori problemi di liquidità”, che non potrà non ripercuotersi sul regolare pagamento corrente delle pensioni. Le entrate contributive si incrementeranno dello 0,9% (a 213,762 miliardi) nel 2013, le uscite per prestazioni istituzionali saliranno del 2,3% a 303,077 miliardi (di cui la spesa per prestazioni pensionistiche sarà di 265,877 miliardi, +1,7%).»

Quindi, quest'anno 2013 entrano oltre 213 miliardi e ne dovrebbero uscire oltre 303. Mancano all’appello più di 89 miliardi di euro per pagare le pensioni! E dove mai li prenderà, lo Stato italiano, 89 miliardi in contanti, quando il governo Letta non è stato ancora in grado di trovarne 8 per rifondere quel ladrocinio statale chiamato Imu? Facile e orribile: ridurrà le spese pensionistiche di 89 miliardi e il gioco è fatto.

Max Parisi


Fonte: ilnord.it
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