Ha un diametro di circa un metro e mezzo la medusa che si è spiaggiata nei giorni scorsi sull'isola australiana della Tasmania generando la curiosità degli abitanti della zona, la cittadina di Hobart, e degli studiosi. Si tratta di un grande esemplare sconosciuto agli scienziati e ancora in attesa di una classificazione e di un nome. In passato alcuni biologi australiani avevano già avvistato questo tipo di medusa ma mai così da vicino e mai di dimensioni così estese. Secondo gli esperti l'esemplare potrebbe appartenere alla famiglia delle grandi meduse "criniera di leone" (afp)
Ha un diametro di circa un metro e mezzo la medusa che si è spiaggiata nei giorni scorsi sull’isola australiana della Tasmania generando la curiosità degli abitanti è stata scoperta dal dodicenne Xavier Lim e dalla sua famiglia su una spiaggia della Tasmania, a sud di Hobart.
Secondo la biologa Lisa-ann Gershwin, dell’ente nazionale di ricerca Csiro, si tratta di un parente della medusa criniera di leone, una specie che può raggiungere anche i due metri.
“Non è una nuova specie perché è grande, è nuova perché le sue caratteristiche strutturali sono diverse da quelle di altre specie, si da il caso che questa sia enorme… della dimensione di una Smart”, spiega l’esperta di meduse al Guardian Australia.
La creatura è stata già avvistata altre volte, ma non è mai stata classificata tecnicamente, la scoperta dell’esemplare sulla spiaggia è arrivata nel bel mezzo del recente aumento di meduse nelle acque della Tasmania, così come nel resto del mondo, ma gli scienziati non sanno quali ragioni lo abbiano determinato, ma hanno dei sospetti.
“Stiamo effettivamente assistendo a un aumento di meduse quest’anno, è stato un grande anno per le creature gelatinose di tutti i tipi, è piuttosto caldo e molte cose stanno accadendo in tutto il mondo, non solo riguardo al cambiamento climatico, ma anche all’acidificazione degli oceani, all’eutrofizzazione, alle specie introdotte, all’inquinamento, alla pesca eccessiva, sono fattori impattanti nell’intero globo e qui in Australia non ne siamo immuni”, conclude la biologa.
Fonte: repubblica.it
Tratto da: terrarealtime.blogspot.it