E' quanto emerge da uno studio del Sanpellegrino Campus, condotto attraverso un sondaggio online su un campione di 10.628 ragazzi, laureati e non, per capire quali sono le loro principali problematiche e come immaginano il loro futuro professionale. Tra gli altri lavori da 'ultima spiaggia', i giovani laureati indicano anche l'artigiano (15%), il barman (13%), il cuoco (12%), l'operaio (12%), il meccanico (6%), l'idraulico (6%) e l'agricoltore (2%).
Preoccupazione (37%), rassegnazione (16%) e morale basso (13%) sono gli stati d'animo piu' diffusi tra i giovani di oggi e ben un ragazzo su 3 (il 37%) e' stanco di continuare a dipendere e pesare sulla propria famiglia. Infatti, tra i bisogni piu' sentiti, soprattutto da parte dei laureati, c'e' la voglia di essere indipendenti (26%) e trovare una stabilita' economica (22%).
Ben il 38% ritiene di non essere nelle condizioni di esprimere il proprio valore o di poter dare di piu' alla societa'
E quasi un ragazzo su due (il 43%) passa a settimana a lasciare e inviare curricula in attesa che si muova qualcosa. Risultato? Per far quadrare i conti, si tagliano le spese superflue (lo fa il 40% degli intervistati) o si sbarca il lunario coi lavoretti saltuari. Il sondaggio di Sanpellegrino Campus conferma, dunque, che il morale dei nostri giovani e' piuttosto a terra.
Solo il 2% di loro si dichiara speranzoso, mentre appena lo 0.5% dei laureati si mostra ottimista.
E del loro futuro professionale cosa pensano? Il 28% dei giovani oggi non sa se riuscira' a trovare un lavoro dignitoso, mentre il 24% non ha un'idea chiara di cosa fara' da grande. Parlando dei laureati, il 27% di loro, invece, non riesce a vedere opportunita' di lungo periodo, mentre il 28% e' molto pessimista sul proprio futuro lavorativo.
Tra le cose che danno piu' fastidio, ben il 37% dei giovani - tra cui oltre un laureato su 4 (26%) - non sopporta piu' di continuare a pesare sulla propria famiglia e non avere certezze sul futuro (22%).
Ma a pesare sono anche il non fare niente (19%) e l'impossibilita' di pianificare la propria esistenza (14%). Flessibilita' (44%) e precarieta' (21%), invece, sono le parole che i giovani non vorrebbero piu' sentire. Le responsabilita' maggiori, per quasi 6 ragazzi su 10 (57%), sono delle aziende che non danno opportunita', mentre per il 33% di loro - ben il 41% tra i laureati - le maggiori responsabilita' sono delle istituzioni che non sanno trovare alternative.
Solo l'8%, infine, incolpa le vecchie generazioni di non volersi fare da parte per lasciare spazio alle nuove.
Fonte: ilnord.it